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Domenica, 28 Aprile 2024
Economia

"No" di Cna Ravenna alla riduzione del 5% per i contratti pubblici in essere

“La Cna di Ravenna – conclude Mazzavillani - auspica che nella conversione del Decreto Legge, questo articolo fortemente penalizzante per le imprese e, in particolar modo, per le piccole e medie imprese venga rimosso"

Con il Decreto Legge n° 66 del 24 aprile scorso il Governo italiano ha emanato ulteriori norme volte alla riduzione della spesa pubblica, soprattutto per quanto riguarda l’acquisizione di beni e servizi attraverso l’aggregazione della domanda. “Queste misure – dichiara Massimo Mazzavillani, direttore della Cna provinciale di Ravenna - seppur condivisibili nel principio, determineranno seri problemi organizzativi e procedurali alle imprese aggiudicatrici e alle Amministrazioni operanti sul territorio, con il forte rischio di contrazione della domanda pubblica che, inevitabilmente, ripercuoterà i suoi effetti sul mercato degli appalti, del lavoro e dell’occupazione”.

“In particolare – prosegue Mazzavillani - con l’articolo 8 comma 8 del Decreto Legge, si costringono le imprese in possesso di un contratto con la Pubblica Amministrazione avente ad oggetto la fornitura di beni o servizi, a una riduzione dello stesso contratto del 5% per tutta la durata residua. Le parti hanno facoltà di rinegoziare il contenuto in funzione della riduzione, con la possibilità del prestatore di beni o servizi di recedere dal contratto entro 30 giorni dalla comunicazione della manifestazione di volontà di operare la riduzione senza alcuna penalità da recesso. Alle Amministrazioni viene poi permesso, al fine di assicurare comunque la disponibilità di beni e servizi necessari alla loro attività, di stipulare nuovi contratti accedendo a convenzioni-quadro di Consip, a quelle di centrali di  committenza regionale o tramite affidamento diretto nel rispetto della disciplina europea e nazionale sui contratti pubblici”.

“E’ evidente – continua ancora Mazzavillani -  che, come Associazione non possiamo condividere questo metodo di intervento teso a ridurre le spese dello Stato penalizzando le imprese già in possesso di un contratto con la Pubblica Amministrazione. Richiedere una riduzione del contratto del 5% o il recesso gratuito, in una fase di crisi pesantissima come questa, potrebbe significare la definitiva uscita dal mercato per diverse imprese già in difficoltà. Il ricorso poi a Consip o ad altre centrali di committenza non ci convince ulteriormente, perché è un sistema teso ad accorpare forniture e servizi per grandi dimensioni di appalto che non coinvolgono ancora una volta le piccole e medie imprese direttamente”. “La Cna di Ravenna – conclude Mazzavillani - auspica che nella conversione del Decreto Legge, questo articolo fortemente penalizzante per le imprese e, in particolar modo, per le piccole e medie imprese venga rimosso".

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