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Porto di Ravenna, i sindacati: "Chi ne vuole lo sviluppo batta un colpo"

"La preoccupazione per il futuro dello scalo marittimo ravennate espressa già da tempo da Cgil e Filt Cgil Ravenna, purtroppo non trova ancora la necessaria attenzione quasi il tema sia stato derubricato dalle priorità a suo tempo condivise in ordine di sviluppo e rilancio dell'occupazione"

"La preoccupazione per il futuro dello scalo marittimo ravennate espressa già da tempo da Cgil e Filt Cgil Ravenna, purtroppo non trova ancora la necessaria attenzione quasi il tema sia stato derubricato dalle priorità a suo tempo condivise in ordine di sviluppo e rilancio dell'occupazione. Cgil e Filt hanno incontrato lunedì Fabrizio Matteucci, sindaco di Ravenna, e gli hanno espresso le proprie valutazioni e le proprie proposte e hanno riscontrato condivisione sulle stesse"
E' quanto si legge, in merito alla situazione del porto di Ravenna, in una nota congiunta firmata dai sindacati Cgil e Filt Cgil della provincia di Ravenna.

"Da mesi l'imboccatura del porto è parzialmente insabbiata, il pescaggio limitato e non si è riusciti a far considerare urgente l'intervento necessario e a scongiurare perdite di lavoro e riduzione delle aspettative di sviluppo per il territorio.  La Cgil e la Filt Cgil ritengono inoltre non più sopportabile il ritardo che  si sta accumulando sia per i necessari e continuativi dragaggi manutentivi (che non vengono svolti da tempo) che per il progetto di approfondimento del porto canale. Mentre a Roma occorre ancora acquisire la certezza dei 60 milioni di euro a suo tempo assegnati dal Cipe, la situazione locale ha perso ogni chiarezza e prospettiva".

"Come già avviene negli altri scali concorrenti (Venezia, Ancona, Monfalcone, ecc...) vanno trovate rapidamente le soluzioni possibili all'attivazione rapida dei dragaggi, considerando tale attività prioritaria ed indispensabile per la continuità occupazionale e lo sviluppo di un'area che va ben oltre i confini della provincia. Si sta discutendo, inoltre, di riforma del sistema portuale italiano. Richiamiamo fortemente la politica affinchè la riforma non si realizzi con un pericoloso vulnus democratico. Occorre recuperare sia il ruolo di rappresentanza parlamentare che, per quanto attiene al sindacato, quello di rappresentanza sociale. La riforma deve essere un'occasione di sviluppo e non un'imposizione. I temi dell'occupazione, della tutela del lavoro, della sicurezza, della formazione, della specializzazione devono essere al centro dell'intervento e patrimonio della discussione che deve coinvolgere i lavoratori ed i loro rappresentanti" prosegue la nota dei sindacati.

"Purtroppo, dopo l'approvazione del Piano nazionale dei porti e della logistica, il Governo sembra si accinga allo “spezzatino” dei contenuti salienti della riforma della portualità inserendoli nelle deleghe e sottraendo al confronto parlamentare ed all'esercizio democratico la discussione necessaria, a partire dal tema della governance e dalle questioni inerenti il lavoro, le concessioni e i servizi tecnico nautici. Mentre l'Europa ci riconosce 15 “core port” per volumi di traffici e sedi di possibili infrastrutturazioni, l'idea che il Governo sembra affermare è quella di 13 Autorità di Sistema Portuale con, tra gli altri,  l'accorpamento di Ravenna ed Ancona. Anche questa scelta, oltre a non tener conto delle valutazioni comunitarie, penalizzerebbe notevolmente il nostro scalo, mentre altri, in Adriatico, con minori traffici, vedrebbero mantenuta la propria autonomia ed il necessario collegamento col territorio"

"Infine si sta pensando ad una forte centralizzazione con le nomine dei presidenti di Autorità consegnate al Ministro e con l'oggettiva perdita di ruolo e di confronto con le istituzioni che rappresentano il territorio. Vista la situazione intricata, in altre realtà i rappresentanti della politica, del parlamento, delle istituzioni territoriali  e delle associazioni d'impresa (del Friuli, Veneto, Marche, ecc...) hanno ben  coralmente rappresentato i legittimi  interessi di sviluppo economico ed occupazionale del loro ambito territoriale; occorre che anche al nostro livello locale si realizzi la massima sinergia ed interesse e si produca un'azione adeguata dei soggetti titolati per quanto attiene Ravenna e l'Emilia Romagna. Per questi motivi e per monitorare e sostenere le azioni necessarie allo sviluppo del nostro porto, la Cgil e la Filt Cgil di Ravenna propongono la costituzione immediata di un tavolo permanente che metta assieme tutti i soggetti, politici, pubblici e privati (parlamentari locali, Presidente e Assessore ai Trasporti della Regione Emilia Romagna, consiglieri regionali eletti a Ravenna, Autorità Portuale, Comune, Provincia, associazioni d'impresa, sindacati) che portano la responsabilità di ciò che si realizzerà e dovranno essere valutati anche per ciò che, malauguratamente, non verrà fatto".

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