Continuano le indagini fra "musica e potere" di Guido Barbieri
Sabato 15 dicembre, ore 10.30, si tiene alla Sala Muratori della Biblioteca Classense il secondo appuntamento con Guido Barbieri per la rassegna "La musica e il potere".
Facendo propria la lezione di Michel Foucault, uno dei maggiori pensatori del Novecento, "La musica e il potere" si concentra sia sui rapporti fra compositori e le diverse forme di mecenatismo emerse nel tempo. E se - come sostiene ancora Foucault - il potere non può esistere senza la propria negazione, la musica d’arte riflette, come sarà dimostrato nel corso dell’appuntamento di sabato 15, alcune precise forme di ribellione contro il potere. Il Roman de Fauvel, ad esempio, un poema cavalleresco musicato da Philippe de Vitry all’inizio del Trecento, è la prima forma di satira esercitata contro un sovrano: Filippo IV il Bello, accusato di spremere la nobiltà francese per nutrire le finanze dello Stato. Francesco Busenello, il librettista de L’Incoronazione di Poppea di Monteverdi, affida ai propri versi una esplicita critica “politica” contro le pretese espansionistiche della Repubblica veneziana e la dilagante corruzione degli apparati statali. E nel Novecento Bertolt Brecht e Kurt Weill affidano al teatro dello straniamento una critica feroce del capitalismo e delle sue ingiustizie, mentre Edgard Varèse negli anni Cinquanta definisce Déserts - la prima opera che intarsia il suono elettronico al suono acustico - “il primo colpo di fucile esploso nella lotta di liberazione del suono”.
Il prossimo incontro, in programma sabato 12 gennaio, sarà dedicato alla cruciale svolta alle origini della scrittura musicale, quando - nel Medioevo - le pratiche improvvisative della musica religiosa e di quella popolare furono gradualmente sostituire dalla notazione.
Ingresso libero.