Al via "Le Conversazioni Dantesche" con Danteum di Martino Marazzi
Inizia martedì alle ore 17,30 nel Salone delle Feste di Palazzo Rasponi Dalle Teste la rassegna "Le Conversazioni Dantesche", incontri di approfondimento dove Dante è il nobile pre-testo per un apprendimento sull’oggi e sulle questioni che, poste in quel lontano Trecento non cessano di porsi. Anteprima, della trattazione che si snoderà da mercoledì a venerdì, è la presentazione del lavoro Danteum di Martino Marazzi. Converseranno con l’autore Anna Pegoretti, dantista dell’Università di Warwick e Gian Luca Tusini, storico dell’arte Moderna e contemporanea dell’Università di Bologna con la conduzione di Sebastiana Nobili, italianista dell’Università di Bologna della quale il pubblico ravennate ha imparato a la grande comunicatività e comprensibilità.
La modalità dialogica della presentazione fondata sul fecondo confronto tra ambiti di ricerca differenti, permetterà di entrare nel vivo in una questione, quella celebrativa, che ancora coinvolge la nostra progettualità culturale e che si pone nella costruzione del percorso verso il 2021. Lo studio molto minuzioso di Marazzi, condotto in parte anche su fondi della Biblioteca Classense, restituisce la dimensione grandiosa di un progetto realizzato per lo scorso centenario della morte: un Tempio, da erigersi in via dei Fori Imperiali a Roma, a sancire il ruolo di Dante quale padre della patria. Dante infatti, tra le due guerre, è stato letto come un autore “imperiale”: intellettuale interprete, attraverso la sua poesia e il suo pensiero, di una visione autocratica del potere; celebrarlo diventò presto una delle forme di espressione del consenso di massa. Di quella vicenda critica si ricostruiscono i caratteri e il significato e la rete di rapporti e interessi attiva dietro il progetto del Danteum nel quale furono coinvolti gli architetti più acclamati del tempo: Lingeri e Terragni.
La disfatta di quel modello si può misurare con l’assai diverso dantismo che fiorì, come estremo atto “umanistico”, nei campi di concentramento. Ma anche in altri contesti reinterpretare Dante venne a significare una ricerca di identità culturale e un’autoattribuzione di autorità: si propone quindi di rileggere la presenza di Dante fra i letterati italoamericani come una delle forme più peculiari di affermazione della dignità della loro cultura. Il volume si chiude con un’ampia discussione della fertile scena degli studi danteschi americani, i quali testimoniano come non a caso il settore umanistico del più strutturato apparato educativo dell’Occidente mostri di considerare centrale, per la propria strategia culturale, un autore come Dante che rappresenta tuttora un modello di riferimento per un’interpretazione “imperiale” del sapere. Seguirà alle ore 19,00 l’inaugurazione della mostra Dante Esule. Un percorso contemporaneo di Gianpiero Corelli, visitabile poi dal 9 al 27 settembre. Una mostra fotografica sul cammino di Dante, visto così anche come quello di ognuno di noi, con le sofferenze e gli imprevisti che la vita può portare ricordando sempre che la speranza e la capacità di saper cogliere ed apprezzare la bellezza attraverso la conoscenza e la cultura sono il fine ultimo da raggiungere. Una mostra itinerante che come prime tappe di presentazione vede Ravenna e Firenze, in occasione delle celebrazioni dantesche – per poi spostarsi in quelle città e territori dove Dante è passato o è vissuto.