Il festival dedicato a Dante parte con il poeta Boris Chersonskij e Carlo Ossola
Intitolato con guizzo giocoso Dante2021+1, il festival interamente dedicato al Poeta torna in scena dal 14 al 17 settembre con incontri, spettacoli e concerti nel cuore della Ravenna dantesca, quell’angolo di città che abbraccia la Tomba. Dopo il formidabile stimolo rappresentato dalle celebrazioni per il settecentenario del 2021, si riparte dai fondamentali: con il titolo "per quella pace / ch'i' credo che per voi tutti s'aspetti" (Pur III, vv. 74-75), l’XI edizione del festival ci trasporta ai piedi della montagna del Purgatorio; con gli occhi rivolti alla cima, ma soprattutto a quella pace che, oggi più che mai, è l’orizzonte e il desiderio di ognuno. Sul percorso che intreccia ricerca avanzata e alta divulgazione negli Antichi Chiostri Francescani (ma anche nella vicina Basilica di San Francesco) si incontrano tanti importanti protagonisti.
L’apertura del festival è mercoledì 14 settembre, alle 17 presso i Chiostri, con i saluti di Ernesto Giuseppe Alfieri (presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna), Nicoletta Maraschio (presidente onoraria dell’Accademia della Crusca) e Domenico De Martino (ideatore e direttore di Dante2021). A seguire due incontri: il primo, dal titolo Dante dall’Ucraina, è con il poeta Boris Chersonskij; al suo fianco, in veste di traduttore, lo slavista Marco Sabbatini dell’Università di Pisa. Già destinatario del Premio della Fondazione Brodskij – nata dal progetto dal premio Nobel Iosif Brodskij per favorire il dialogo culturale attraverso l’ospitalità di artisti in Italia – Chersonskij è stato aiutato dalla stessa Fondazione a lasciare Odessa, dove aveva subito pesanti minacce per la propria posizione a sostegno dell’indipendenza ucraina. Nella cosmopolita città sul Mar Nero, oggi stretta nella morsa del conflitto, Chersonskij ha la cattedra di Psicologica analitica all’Università e ha pubblicato le proprie poesie sin dagli anni Ottanta.
Il secondo incontro è con Alberto Manguel e Carlo Ossola. Lo scrittore e traduttore argentino Alberto Manguel – uno dei “lettori ad alta voce” di Jorge Luis Borges tra il ’64 e il ’68, dopo un fatidico incontro nella libreria Pygmalion di Buenos Aires – è stato Direttore della Biblioteca nazionale argentina e oggi vive a Lisbona, città alla quale ha donato la sua biblioteca di 40.000 volumi per farne un Centro internazionale sulla lettura, di cui è ora direttore. Raffinato filologo e critico letterario, accademico e umanista, nonché rappresentante della cultura italiana al Collège de France di Parigi, Ossola è stato investito della delicata e preziosa responsabilità di guidare, come Presidente, il Comitato nazionale per le celebrazioni del VII centenario dantesco. La loro presenza offre l’occasione per inaugurare la mostra di Nicola Smerilli: ai Chiostri sarà esposta una selezione di scatti tratti dal libro fotografico con testi proprio di Manguel, Dante. Orizzonti dell'esilio / The Landscapes of Exile (L. Olschki editore, con la cui collaborazione si realizza l’iniziativa). Il volume, del quale Ossola firma la nota introduttiva, alterna foto di Ravenna e luoghi limitrofi ad altre dedicate ai quattro elementi della creazione (acqua, aria, terra, fuoco), che innervano l’"alta fantasia" dantesca.
Alle 21 Vittorio Pettinato, talento comico che dopo aver cavalcato le onde delle tendenze su Tik Tok è approdato anche a Zelig, è autore e interprete di Dantemporaneo, perché «“Noi dobbiamo andare da Dante, non il contrario” – disse il prof»; a tessere la trama musicale dell’appuntamento, organizzato in collaborazione con l’Associazione musicale Angelo Mariani di Ravenna, saranno i sassofoni e la voce di Isabella Fabbri.