Un pezzo di storia del metal con gli Enslaved in concerto
Mercoledì 26 ottobre 2016 al Bronson (Inizio ore 21.30; Ingresso: prevendita 20 € + dp; porta 22 €) un altro pezzo di storia del black metal passa in Italia. Dopo anni di assenza nel nostro paese e l’esibizione di questa estate al Fosch Fest, gli Enslaved, band norvegese seminale del sound “viking”, torna da headliner per uno show che si preannuncia imperdibile per tutti gli amanti del genere.
Con 25 anni di onorata carriera sulle spalle, la band capitanata da Grutle Kjellson passerà in Europa in un tour che farà tappa nei più importanti club del Vecchio continente e in cui verranno proposti tutti i più grandi successi della loro intera discografia, partendo da “Frost”, il loro primo album, fino ad arrivare elle sonorità più progressive, da “Eld ” in poi, con l’ultimo “In Times”, del 2015, in testa.
In loro compagnia ci saranno i Ne Oblivscaris, band australiana attiva dal 2003 che mescola un sound tipicamente progressive/death influenzato da mille altri stili, come l’ambient, il djent e il jazz, e gli Oceans of Slumber, giovane band sotto Century Media dedita a un metal a cavallo tra il prog più epico e quello più atmosferico.
ENSLAVED
Si formano nel maggio 1991, a opera di Ivar Bjørnson e Grutle Kjellson, all'età rispettivamente di 13 e 17 anni. Entrambi arrivano dall'esperienza nel gruppo death metal Phobia, abbandonato alla ricerca di nuove fonti di ispirazione ed espressione. Gli Enslaved aggiungono al sound black metal norvegese strumenti inusuali per il genere. Nonostante la band ora canti in inglese, le loro prime canzoni erano cantate in islandese o in norreno antico, e una canzone del primo album era cantata in norvegese antico. La maggior parte dei testi sono collegati alla mitologia norrena. Il nome del gruppo si ispira al titolo di una canzone demo degli Immortal, “Enslaved in Rot”.
Il primo vero album, “Frost”, del 1994, è una pietra miliare nel panorama black e viking metal norvegese. A livello musicale il disco è crudo, freddo, spietato, con però componenti epiche, primitive, poetiche, che creano un fedele affresco delle regioni più remote della loro terra, senza virtuosismi né tecnicismi, senza grandi produzioni.
L'album “Eld”, del 1997, ha segnato l'inizio di uno stile più progressivo, con testi in norvegese che narrano di gesta vichinghe e mitologia scandinava.
Fedeli ed orgogliosi delle loro radici vichinghe, i membri della band rinunciano al classico nome da battaglia tipico dei gruppi black metal per adottare cognomi islandesi (con il suffisso "son") come gli antichi vichinghi, rifiutando il suffisso "sen", molto diffuso in Norvegia, importato dai colonizzatori danesi.
Bronson Produzioni – Info: 333 2097141