"Ravenna fantastica!": Onorio Bravi espone alla Manica Lunga della Classense
La Manica Lunga della Biblioteca Classense ospiterà dal 10 ottobre al 7 novembre la mostra di Onorio Bravi dal titolo "Ravenna fantastica!", curata dall’Architetto Marisa Zattini, con poesie di Nevio Spadoni. Si tratta di un inedito ciclo di lavori realizzato nel 2015, dedicato a Ravenna. In particolare le xilografie sono state ispirate dalle dieci poesie inedite, in dialetto, di Nevio Spadoni, dedicate ai luoghi e ai personaggi più importanti della città. Come scrive Marisa Zattini, Bravi e Spadoni mettono in scena una Ravenna dello spirito, di rara intensità e armonia.
Si avverte il senso, il sentimento del passato, di un tempo eroico che agisce ancora sul presente per nuclei invisibili, nella classicità dell’eccellenza. Un’opera a due voci dove ogni elemento interagisce con gli altri in giustapposizione e coesistenza di misura. Insieme, Bravi e Spadoni, ricreano una “città della memoria”, entrambi con raffinato tocco sovrano. L’artista, sapientemente, controlla ogni mezzo espressivo: xilografia, graffito, pittura. La nostalgia innerva ogni dipinto che si fa luogo gremito di seduzioni, così come le parole che raggrumano lo scorrere del tempo. Una preservazione emotiva per il futuro. Entrambi hanno ritrovato nelle loro opere il sapore dell’intimità e del segreto.
Entrambi ripercorrono e rivelano bellezze nascoste. Entrambi richiamano a sé antiche reminescenze. Sono chiamate a fluire memorie di coscienza energetica. Un progetto, questo, che sublima l’arte in soddisfazioni differite dello spirito. I colori, ad esempio, godono della irreparabilità della loro stessa bellezza, in una regressione originaria. È il ritorno della memoria di un passato come sublimazione e contemplazione. La figura di Dante, ad esempio, è reliquia, fantasma proiettivo, ombra d’affezione per nuovi viaggi immaginari. Il catalogo - edito per i tipi de "Il Vicolo Editore" - documenta tutte le opere oggetto della rassegna unitamente alle poesie di Nevio Spadoni e contiene i testi critici della curatrice Zattini e di Marco Di Capua e un saggio di Alberto Giorgio Cassani.