Music fest per la neonata etichetta romagnola Blooms Recordings
Sotto la tettoia dell’Hana-Bi va in scena giovedì 23 agosto, dalle 18.30, la presentazione ufficiale della neonata etichetta romagnola Blooms Recordings. Sul palco, cinque band del roster, ossia i bolognesi Paolo Doesn’t Play With Us e A Perfect Place To Die, i pesaresi Light Years Away e i ravennati Yesterday Will Be Great e Luca Maria Baldini.
Con sede ad Alfonsine, in provincia di Ravenna, PMS Studio è un’etichetta creata nel 1997 che si distingue per un roster artistico in grado di spaziare dal pop al rock – toccando anche i generi più di nicchia – ma sempre con l’occhio (o meglio l’orecchio) in direzione di sonorità radiofoniche che non devono mancare nelle sue produzioni. Nell’aprile del 2018 l’arrivo di Blooms Recordings che nasce dalla volontà di PMS Studio di creare una branca dell’etichetta dedicata a sonorità meno pop e più di ricerca in senso lato, e affidata alla direzione artistica del musicista Simone Ricci e del giornalista Alessandro Fogli.
GLI ARTISTI DEL FESTIVAL
Luca Maria Baldini nasce a Ravenna nel 1985. Musicista, sound designer e artista, si è formato con personalità come Tommaso Colliva, Hans Zimmer, Teho Teardo, Massimo Zamboni, Davide Ferrario, Xabier Iriondo e Giardini di Mirò. Ha realizzato colonne sonore per cortometraggi, installazioni e performance. Ha presentato i suoi lavori in gallerie e musei nazionali e internazionali. Con i suoi progetti musicali (In Between, Kisses From Mars e Simona Gretchen) ha suonato in palchi italiani ed europei. È stato selezionato da Soundtracks 2018 per la sonorizzazione di film muti. La sua ricerca è focalizzata sull'uso della melodia attraverso la contaminazione di musica elettronica, strumenti analogici e sound design. Da pochi mesi fa parte della “scuderia” artistica dell’etichetta Blooms Recordings.
A Perfect Place to Die è il nuovo progetto elettronico di Lorenzo Soldano, attivo come chitarrista dal 1995. Tra le sue collaborazioni spiccano nomi come Tying Tiffany, Simona Gretchen e Bruno Romani. Si è sempre considerato un chitarrista sonico, portando avanti un concetto di sperimentazione su più fronti attraverso l’uso di pedalini, effettistica e strumenti giocattolo, senza mai disdegnare un sano suono rock. Il disco in uscita “Songs For Organelle” è stato interamente composto e suonato con un Organelle della Critter & Guitari.
In un punto lontano anni luce, indefinibile. Tutto nasce nello squallido aeroporto di Santorini, tra le ani un ukulele azzurro, negli occhi un uomo rotolante affetto da epilessia e in tasca un biglietto per un volo di ieri. L'intesa nasce lì, nell'incrocio dei disagi e delle avventure condivise. I Light years away sono un duo post-rock/dream-pop italiano formato da Francesco Agostini e Davide Pagnini. Amanti della sperimentazione il loro lavoro è l'unione di generi e personalità opposte, la fusione di sfumature artistiche avvolgenti, atmosferiche ed eteree, incalzanti e folli, riflessive e mistiche. “Black Sea” è il primo singolo della band.
Due voci, chitarre e un mandolino sono i protagonisti di Paolo Doesn’t Play With Us, questo progetto tutto bolognese, in un intreccio di storie che nascono lontane per toccare le corde più intime di chi le ascolterà. Piccole schegge musicali, note urgenti che cercano la via di uscita, sfumature e atmosfere sondate con attenzione e delicatezza, ma anche con una certa determinazione, per dare vita ad un personalissimo genere, che è stato definito come “oniric folk”. Giulia Meci e Matumaini sono due musiciste accomunate da una grande passione per le corde e per il rock, attive dal 2016 nella scena live, ad aprile 2017 è uscito il loro album d’esordio autoprodotto, "Reversal of Fortune".
La band Yesterday Will Be Great nasce a Ravenna nel 2017 per opera di Simone Ricci e Massimiliano Gardini, già fondatori ed entrambi chitarristi della band Kisses From Mars, con la quale hanno registrato tre album. Sempre nel 2017, i due chitarristi (ma ora Massimiliano Gardini è al basso) incontrano il batterista cesenate Daniele Mambelli – musicista esperto, studioso di jazz che ha frequentato gli ambienti hard-core degli anni Novanta – e dopo qualche jam session insieme sviluppano un proprio sound, anche incoraggiati dal giornalista (e ora loro produttore artistico) Alessandro Fogli. Le sonorità del trio basso-batteria-chitarra affondano nella tradizione del rock psichedelico, sul quale innestano elementi di dark wave e post-rock, con la peculiarità dell’uso del basso filtrato attraverso effetti e distorsori che lo caratterizzano molto. Il nome Yesterday Will Be Great – che disegna un paradosso temporale – lascia un ampio spazio interpretativo all’ascoltatore, in virtù di brani onirici e cinematici.