La proposta di contrasto del fenomeno dell'abusivismo commerciale lanciata da Confesercenti Ravenna e portata all'attenzione di Prefetto e Sindaco, è per legge  purtroppo difficilmente applicabile.

L'iniziativa di Confesercenti era tesa alla sanzione economica dell'acquirente di merce venduta negli improvvisati quanto illlegali mercatini di spiaggia, un fenomeno che penalizza fortemente i commercianti regolari, i dipendenti ad essi legati nonchè l'erario italiano.
Un'iniziativa già applicata con insuccesso nella riviera romagnola anni orsono e naufragata da subito, quando all'indomani di una sanzione di 700 euro commiata ad una turista veneta, il sen. Berselli pensò bene di rimborsare la signora pur di non far perdere al comune di Rimini una villeggiante.

Azione che andò in netta contraddizione con la figura del senatore PDL, da sempre impegnato nella difesa della legalità.
Purtroppo facciamo presente che una recente e discutibile sentenza di Cassazione ha stabilito che non si incorre in reato se si acquista merce contraffatta, solitamente il 70% della merce dei cosiddetti "vu cumprà".

<L'acquirente finale di un prodotto con marchio contraffatto, non commette illecito penale>
Lo hanno stabilito le Sezioni Unite della Corte di Cassazione (sent. n 22225/2012) spiegando che non si può configurare una responsabilità a titolo di ricettazione (di cui all'art. 648 del Codice Penale) e neppure una responsabilità per acquisto di cose di sospetta provenienza (fattispecie disciplinata dall'art. 712 del Codice Penale).
Il "Made in China" e il racket ringraziano.
Tra pochi giorni presenteremo le nostre proposte in merito, su cui da alcune settimane stiamo lavorando.