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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Povertà, Ancisi: "Dal Comune 26 centesimi al giorno a persona"

Secondo una ricerca effettuata dalla Fondazione per la Sussidiarietà, presentata a Bologna il 27 settembre scorso, “in Emilia-Romagna, 135.620 persone non hanno i soldi per comprarsi da mangiare"

Secondo una ricerca effettuata dalla Fondazione per la Sussidiarietà, presentata a Bologna il 27 settembre scorso, “in Emilia-Romagna, 135.620 persone non hanno i soldi per comprarsi da mangiare. E si fanno aiutare. Vanno a pranzo nelle mense dei poveri, ricevono a casa i pacchi con la spesa”. "Dai dati, disponibili per provincia, risulta che a Ravenna “si fanno aiutare 17 mila persone”, diciamo approssimativamente che la metà sta nel comune capoluogo2, esordisce Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna.

Chiosa Ancisi: "A Ravenna le mense per i poveri e i pacchi spesa sono offerti dalla Caritas diocesana e dalle parrocchie, oltre al piccolo dormitorio pubblico del Re dei Girgenti. Ciò non toglie che l’assistenza sociale, nella fattispecie denominata “assistenza economica”, sia una delle funzioni fondamentali del Comune, che  l’ha assegnata in gestione all’ASP, sorta dalle ceneri non venerate del Consorzio per i servizi sociali. Ebbene, come l’ASP assiste oggi “le persone che non hanno da mangiare”?"

Lista per Ravenna, ricorda Ancisi, "ha ottenuto dall’ASP stessa la risposta, certificata nel prospetto allegato: “Interventi di assistenza e sostegno 2011 italiani e stranieri”, che, quantificando i dati totali, li distingue tra le varie forme di prestazione: buoni spesa, sussidi una tantum, affitti, emergenza abitativa, sostegno alla maternità, contributi mensili, esoneri dalle tariffe dei servizi pubblici, integrazione delle rette per gli adulti in casa protetta, tirocini lavorativi". 

Queste alcune valutazioni macroscopiche ricavate dal capogruppo di LpRa: "La somma totale di 820 mila euro è un’ inezia. Per tale assistenza economica il Comune spendeva nel 1997 l’equivalente di 2 milioni di euro oggi. Il taglio sulla carne della povera gente è stato dunque del 60 per cento, mentre il bisogno è enormemente aumentato: per l’aumento dei residenti, passati da 136 a 160 mila, grazie soprattutto all’accoglienza indiscriminata di un esercito di stranieri; per la svalutazione prodotta dall’euro, prima; per i morsi della grande crisi economica".

Secondo punto evidenziato da Ancisi: "Gli stranieri residenti regolarmente a Ravenna sono tumultuosamente cresciuti fino a circa 20 mila, cioè il 12,5 per cento dell’intera popolazione. Ma assorbono il 25 per cento di tutta l’assistenza economica pubblica, dunque il doppio, percentualmente, rispetto agli italiani". Terzo punto: "Se, stando alla ricerca della Fondazione della Sussidiarietà, le persone “che non hanno da mangiare” sono, a Ravenna, grosso modo 8.500, i costi del Comune di Ravenna per l'assistenza economica a questa massa di "poveri"  (assistiti o non assistiti, magari anche sconosciuti ai servizi sociali) sono pari mediamente a 96 euro e mezzo l’anno per ciascuna, 26 centesimi al giorno"

"Queste cifre documentano una realtà drammatica, su cui un’amministrazione comunale “di sinistra”, con forte sedicente motivazione sociale, che spende e spande 140 milioni e mezzo l’anno solo in spesa corrente, dovrebbe fare un esame di coscienza, se non fosse che si tratta di una realtà sommersa e nascosta. I poveri non hanno sindacati che li difendono, non scioperano, non fanno proteste pubbliche. Si arrangino facendo il giro delle parrocchie, se non la questua, a meno che, per pudore, non se la sentano. A Palazzo Merlato si festeggiano i bilanci dell’ASP, ora senza disavanzi occultati, anzi in utile. Lista per Ravenna - grillo (con l’iniziale minuscola) parlante - può solo denunciarlo all’opinione pubblica tramite gli organi di informazione", conclude Ancisi.

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