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Ancisi: "Il palasport annunciato dal sindaco non è in nessun piano delle opere pubbliche"

“Il sindaco non è un uomo solo al comando di Ravenna, ma un organo esecutivo del consiglio comunale. È il consiglio che deve approvare i piani delle opere pubbliche"

“Il sindaco non è un uomo solo al comando di Ravenna, ma un organo esecutivo del consiglio comunale. È il consiglio che deve approvare i piani delle opere pubbliche, in nessuno dei quali, compreso il triennio 2017-2020, si è mai visto un Palazzetto dello Sport. Ciò non toglie che il 22 settembre scorso il sindaco ne abbia esposto un progetto  in una delle sue quotidiane conferenze stampa con grancassa, alle cui mirabolanti e costose messe in scena si può assistere senza parlare. Del progetto però nemmeno l’ombra. Solo uno studio di fattibilità: ben fatto, ma poco più che niente, giacché la prima cosa che serve per mettere in programma un’opera pubblica è il progetto preliminare. In consiglio se ne potrà parlare, prendere o lasciare, solo nel 2018”: Alvaro Ancisi (capogruppo in consiglio comunale) e Pasquale Minichini (capogruppo nel consiglio del Mare) di Lista per Ravenna vanno all’attacco di de Pascale.

“Che una scelta così impegnativa e strategica sia stata improvvisata e buttata in pasto all’opinione pubblica nella forma di un Carosello, la dice lunga su come il sindaco di questa città, non vedendo oltre il proprio naso, sopperisca alla miopia atteggiandosi a podestà e con imbonimenti stressanti.  Non si discute l’opera, anzi. Un Palazzetto dello Sport degno di questa città interessa molto, non da oggi, Lista per Ravenna, che ne discuterebbe serenamente se ci fosse democrazia. Ma il ritornello dei 15 milioni da spendere dentro il Pala de André, nel frattempo utilizzandolo a tempo indeterminato come Palazzetto dello Spot di massa, De Pascale dovrà cantarselo e suonarselo in famiglia. I nodi verranno al pettine. Gli effetti illusionistici sono effimeri per  natura”.

“Ci limitiamo per ora a porgli le domande più elementari a cui un primo cittadino dovrebbe saper rispondere quanto decide di investire in mattoni una barca di denaro pubblico: al momento esattamente 15,5 milioni, non si sa quanti alla fine:  è stata fatta, da parte di un ente terzo, una valutazione economico-gestionale dell’opera in termini di project financing?  Sono stati valutati anche altri siti per l’ubicazione dell’opera? E’ stata fatta una stima del traffico di attrazione, visto che la zona prescelta già oggi va in crisi con manifestazioni di routine?  E’ stato vagliato che la zona non è interdibile a fronte di grandi eventi calamitosi o terroristici, in quanto sorretta soltanto da due fragili arterie turistiche direzione mare? Si è tenuto conto che l’82% del traffico proviene da sud-ovest della città, mentre il sito è sul versante opposto? Si è considerato che tutte le grandi arterie viarie, Faentina, S.S. 16 Adriatica, Autostrada, sono e viaggiano da tutt’altra parte?”

“Il vero studio di fattibilità è stato mostrato all’albo pretorio solo il 3 ottobre, consultabile fino al 18. Non sta agli ingegneri del Comune dare risposte a domande che l’amministrazione politica - stando alle recite - nemmeno si è posta. Tuttavia, la loro pregnanza si può ricavare anche dallo studio stesso, laddove accenna genericamente, in mancanza di un piano economico-gestionale dell’opera, all’eventualità di integrare le risorse pubbliche con altre imprecisabili fonti di finanziamento; e dove, mettendo a confronto il capitolo “Descrizione sistema della viabilità per l’accessibilità attuale” con quello successivo: “Descrizione sistema della viabilità per l’accessibilità futura”, si capisce bene che la fattibilità di quest’ultima, per quanto indispensabile, sia tutta da inventare”.
 

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