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Incubo Brexit, "Serve uno scatto d’orgoglio dalle istituzioni europee"

La Gran Bretagna è fuori dall’Ue dopo l'esito del referendum, che ha visto il "Leave" prevalere con il 51,9%

L'Europa si è svegliata con l'incubo della Brexit. La Gran Bretagna è fuori dall’Ue dopo l'esito del referendum, che ha visto il "Leave" prevalere con il 51,9%. "Non si può ancora dire, con certezza, a cosa condurrà la scelta del Regno Unito di lasciare l’Unione europea. Si può e si deve, comunque, pretendere uno scatto d’orgoglio dalle istituzioni europee, additate per decenni come facile capro espiatorio dai politici degli Stati membri", esordisce il consigliere regionale democratico, Manuela Rontini.

"Cercando di accontentare tutti gli Stati, in infinite mediazioni, l’Europa ha finito per perdere la propria anima - accusa Rontini -. I bilancini e gli equilibri hanno preso troppo spesso il posto degli slanci e dei grandi ideali che portarono, negli anni ’50, alla nascita delle prime Comunità europee. In troppi hanno dato per scontate, banalizzandole, le conquiste faticosamente ottenute in decenni di lavoro. Ora, oltre Manica, le lancette della Storia torneranno indietro e potranno essere ripristinati dazi, dogane, restrizioni alle imprese e all’accesso dei lavoratori non britannici. Ed è triste, per non dire paradossale, che abbiano votato in maggioranza per l’uscita dall’Unione i più anziani, coloro i quali dovrebbero, all’opposto, apprezzare più di tutti gli altri il frutto principe dell’integrazione europea: la Pace nel continente, dopo secoli di sanguinose contrapposizioni armate".

"Viviamo in un tempo in cui le sirene di un ritorno al passato si fanno più forti, in cui populismi e nazionalismi riprendono quota - prosegue Rontini -. Ma a quale passato dovremmo mai tornare? Quello degli Stati nazione, l’un contro l’altro armati? Dei dazi, delle continue dogane? Delle colonie nei paesi in via di sviluppo? Dei titoli di studio non riconosciuti oltre confine? Per salvare quanto di buono si è costruito in questi anni (la solidarietà tra nazioni un tempo nemiche, un’appartenenza comune, la Pace, un mercato unico con ambizioni globali), l’Europa ora non deve perdere tempo. Non si può concedere credito a chi ha scelto di tirare la corda all’eccesso, giocando con il fuoco dell’antieuropeismo fino a pagarne le conseguenze".

"L’Europa è, oggi più che mai, la nostra casa. Qui viviamo, qui vogliamo costruire il nostro futuro - aggiunge il consigliere regionale -. Se la maggioranza dei britannici ha scelto di uscire dalla Ue, a noi ora tocca imboccare con decisione la strada che porterà agli Stati Uniti d’Europa. Senza clausole o sconti per qualche Paese, a scapito di altri. Senza sotterfugi, veti o contro veti. Abbiamo bisogno di un’Europa politica, un’unica, grande, democrazia federale. Diritti comuni, progetti comuni, politiche comuni. Di questo hanno bisogno gli europei, questo si merita “La nostra Patria Europa”, per usare le parole di Alcide De Gasperi".

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