rotate-mobile
Politica

Elezioni politiche, intervista a Chiara Francesconi (Azione): "A destra sfascismo, nel Pd poca chiarezza. Le nostre proposte sono realizzabili"

Attiva da oltre otto anni nella politica locale ravennate, è candidata nel cosiddetto 'Terzo polo' - raggruppamento politico formato da Italia Viva di Matteo Renzi e Azione di Carlo Calenda con cui corre anche il Partito Repubblicano - al collegio uninominale della Camera a Ravenna

A giugno è uscita dalle fila del Partito Repubblicano Italiano, di cui era capogruppo in consiglio comunale, e meno di due mesi dopo ha deciso di aderire al partito 'Azione'. Pochi giorni dopo è stata ufficializzata la candidatura di Chiara Francesconi nel cosiddetto 'Terzo polo' - raggruppamento politico formato da Italia Viva di Matteo Renzi e, appunto, Azione di Carlo Calenda con cui corre anche il Partito Repubblicano - al collegio uninominale della Camera a Ravenna (insieme alla collega ravennate Sylvia Kranz, dipendente dell'Unione dei Comuni della Bassa Romagna candidata al collegio Ravenna-Ferrara del Senato). Francesconi, 54 anni, docente di metodologia e tecnica della ricerca sociale e di sociologia e politica sociale nonchè ricercatrice all'Università di Macerata, è attiva da oltre otto anni nella politica locale ravennate.

In vista delle elezioni, abbiamo fatto qualche domanda alla candidata.

Com'è nata questa candidatura?

Ero entrata da poco in Azione, nonostante fossi da anni attiva in politica. I leader di Azione mi hanno chiesto la disponibilità a candidarmi alla Camera e a essere colei che, insieme ad altri, poteva sviluppare il Terzo polo anche in questo ambito territoriale. Sono stata titubante proprio in virtù della mia fase iniziale in Azione, poi per me è stato troppo forte il richiamo a contribuire, anche se nel mio piccolo, a quella che è la stabilità del mio Paese e anche a contribuire a superare questa impasse in cui la nostra nazione e il territorio ravennate si trova: una impasse gravissima per i problemi di una crescita non più sostenibile all'interno del paese per i problemi relativi alla crisi energetica, agli investimenti infrastrutturali, per i problemi relativi a una vita che gli italiani non riescono più a condurre con opportunità e crescite inclusive e sostenibili.

La sua uscita dal Partito Repubblicano Italiano a inizio estate ha acceso la polemica: lei ha detto che il partito soffre di "carenza di democrazia", che chi lo gestisce via ha "emarginati" e che ha visto "tradire i principi in favore di tatticismi e personalismi". Cosa è successo?

Sono uscita dal partito locale perchè ero in contrasto con una dirigenza che incarnava delle scelte poco chiare: anche in questa circostanza delle elezioni improvvise dopo la caduta del Governo, sia a livello nazionale che locale il Pri ha portato avanti trattative ondivaghe e poco chiare. Addirittura sono usciti articoli all'insaputa della base in cui si dava per scontato un accordo con Di Maio e Tabacci che vedeva la presenza delle rappresentazioni del partito a livello di territori. Io non mi ritrovavo assolutamente in quella visione, quindi sono entrata da repubblicana, e continuo a essere repubblicana, in Azione perchè lo ritengo il partito che in chiave contemporanea sta di fatto portando avanti il fronte delle idee repubblicane. Poi siamo tutti dalla stessa parte: il Pri si ritrova attraverso l'accordo con Italia Viva insieme a noi, anche se era partito da ipotesi di accordi decisamente diversi.

Infatti ha detto che Calenda rappresenta la "massima espressione dei valori repubblicani".

Esatto, ma lo dice lo stesso Calenda, lo dice Renzi e lo dice tutto il Terzo Polo. Il nostro è un fronte repubblicano, un partito repubblicano 4.0, un futuro politico che molti di noi si augurano di incarnare anche a livello locale. I giovani sono richiamati dalle idee repubblicane, ma hanno bisogno di una contemporaneità slegata da tatticismi, da personalismi, da rendite di posizioni di cui il Partito repubblicano soffre. Quello che si vede a livello nazionale è specchio anche di  quello che stiamo organizzando a livello locale: stiamo lavorando in grande armonia, siamo un gruppo che ha già realizzato un'osmosi che mi auguro di vedere realizzata il 26 settembre, così come Renzi e Calenda hanno fatto pensare. Vorrei che dopo le elezioni ci fosse un unico partito che porti avanti un'Italia pragmatica, fatta di lavoro, investimenti, istruzione e cultura, e a Ravenna questo lo stiamo cercando di fare mettendo da parte i nostri "egoismi politici" e mettendoci a disposizione di un unico polo.

chiara-francesconi-5-2

Quindi a livello locale, in consiglio comunale, continuererà ad appoggiare il Pd mentre a livello nazionale sarà con il Terzo Polo.

Esatto, è una condizione che mi accomuna a tanti altri candidati. Il punto è questo: de Pascale non è Letta. De Pascale ha dato delle garanzie a forze progressiste, democratiche e repubblicane come noi e le ha ribadite quando ha abbracciato determinate scelte in termini di sviluppo infrastrutturale, di politiche energetiche, di appoggio al rigassificatore e alla ripresa delle estrazioni in Adriatico, cosa che ha avuto il voto positivo di tutto il consiglio comunale tranne quello del Movimento 5 stelle. Ecco, il problema per me lo hanno i 5 stelle, non io. A livello nazionale Letta si è comportato in maniera molto differente da de Pascale: in un primo momento ha steso un accordo che comportava determinate garanzie a tutela di una certa visione politica sullo sviluppo economico-energetico del Paese, poi ha abbracciato quelle frange sinistre che sono quelle che rischiano di squilibrare la stabilità del Governo e di creare nuovamente un'impasse e uno stop al nostro Paese. Ripeto, il problema è di Letta, che non so se sarà in grado di sedare le anime che più volte non hanno votato la fiducia al Governo Draghi. A livello locale per ora questo problema non l'abbiamo mai sentito, poi in futuro chi vivrà vedrà, vedremo anche come andranno le elezioni.

Quali sono i temi di cui dovrà occuparsi in via prioritaria il nuovo Governo?

L'obiettivo, come Calenda ha detto, è quello - a partire dall'attuazione del Pnrr - di avere un Paese che favorisca una crescita economica inclusiva e sostenibile, che sviluppi opportunità per tutti e che semplifichi la vita dei cittadini. Per fare questo le priorità assolute sono tre: intanto la composizione demografica del nostro paese e questo processo di invecchiamento sempre più forte, due ambiti che devono implicare nuove prospettive di politica sia in ambito sanitario che lavorativo. Altra priorità: la crescita del Paese che non può prescindere dalla soluzione della crisi energetica e di un investimento massiccio in innovazione e infrastrutture. La terza: la cultura come principale motore del nostro paese, quindi politiche che riguardano l'istruzione, la ricerca e l'innovazione, e su questo il programma del Terzo polo dice cose pragmatiche e realizzabili, fondamentali perchè attraverso questo motore si fa anche politica per i giovani e si può ringiovanire il nostro paese.

Se fosse eletta quale sarebbe la prima cosa che farebbe?

L'emergenza delle emergenze è quella che riguarda la crisi energetica e il caro bollette. La nostra ricetta è chiara e concreta: il gas deve viaggiare al prezzo del mercato, mentre le rinnovabili devono stare su un fisso, così come auspicato dal Governo Draghi; e poi una nuova politica sul rischio di frazionamento che va affrontato attraverso stoccaggi e rigassificatori. Come deputata del mio territorio, in virtù di quello che è successo quest'estate mi occuperei del settore turistico, tra i più colpiti dalla pandemia e che ha vissuto una stagione di grande ripresa ma con enormi difficoltà. E' necessario assolutamente ridurre la pressione fiscale sugli imprenditori, potenziare la formazione di coloro che lavorano nel settore e delle imprese che investono nella riqualificazione della forza lavoro. Un tema non slegato dal reddito di cittadinanza: ci siamo trovati in difficoltà perchè è in corso uno scostamento senza precedenti tra domanda e offerta, con gli imprenditori che non riescono a reperire i lavoratori. Questo è un chiaro segnale del fatto che il reddito di cittadinanza va modificato in linea con quelle che sono le proposte del Terzo polo che sono tutte - dal turismo, alla cultura, alle politiche energetiche - assolutamente realizzabili, a differenza di quello che propone la "destra sfascista", come dice Calenda, o di quelle del Partito Democratico che ancora non mi sono chiare: hanno un programma che mi sembra annacquato da tutte le diverse identità politiche che si sono dovuti portare nel campo largo.

Quali sono invece le cose che la preoccupano di più nell'ipotesi di una vittoria del centrodestra?

Più che il fascismo è lo "sfascismo" che mi preoccupa, il fatto che non ci siano proposte realizzabili e che ci sia la netta voglia di distruggere quello che finora il Governo Draghi ha fatto in termini di credibilità a livello europeo attraverso politiche chiare e realizzabili. Queste destre non sono credibili e chi dice bugie a me fa più paura di quelli che sono i cattivi: il rischio di queste "false ricette" è quello di allontanarsi da una visione laica, progressista, europeista e soprattutto democratica, e questi quattro termini per me sono l'essenza e la prospettiva dell'Italia.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Elezioni politiche, intervista a Chiara Francesconi (Azione): "A destra sfascismo, nel Pd poca chiarezza. Le nostre proposte sono realizzabili"

RavennaToday è in caricamento