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Esenzione Tari per alluvionati, Ancisi (LpRa): "Le donazioni vadano a famiglie e imprese, non a Hera"

L'opposizione aveva chiesto che fosse Hera a farsi carico dei costi relativi all'esenzione Tari per cittadini e aziende colpite dall'alluvione

Nella seduta di giovedì, il Consiglio comunale di Ravenna ha dibattuto a lungo lo schema di deliberazione presentato dalla Giunta de Pascale che ha proposto l'esenzione dal pagamento della Tari 2023 per famiglie e imprese colpite dall’alluvione dello scorso mese di maggio, con danni documentati. Un provvedimento ritenuto giusto dall'opposizione, che però storce il naso, poiché l'esenzione arriverebbe attingendo dal bacino delle donazioni ricevute dal Comune per l’emergenza alluvionale, che al momento ammontano a 7 milioni e 250 mila di euro. In corso di seduta, alcuni gruppi politici di maggioranza hanno presentato un ordine del giorno che propone di “valutare l’estensione dell’esenzione Tari anche ai cittadini interessati dalla tromba d’aria” del 22 luglio.

La discussione si è di molto animata quando il consigliere di Lista per Ravenna, Alvaro Ancisi, ha presentato un emendamento alla proposta della Giunta ed un ordine del giorno, firmati anche da tutti gli altri consiglieri di opposizione, i quali, "pur favorevoli a sgravare dal pagamento della TARI 2023 i contribuenti colpiti dall’alluvione e dalla tromba d’aria, hanno invece ritenuto molto più opportuno ed equo che fosse chiesto ad Hera spa, tramite il sindaco, di farsi carico dei relativi costi - riferisce Ancisi - L’emendamento non è stato sottoposto al voto, per una valutazione politica discrezionale del presidente del Consiglio comunale che l’opposizione ha ritenuto scorretta, essendo pronta a dimostrarlo, mentre l’ordine del giorno è stato bocciato dalla maggioranza. Ciò non ha indotto l’opposizione, per senso di responsabilità verso i cittadini interessati, ad impedire che i due documenti della maggioranza fossero approvati all’unanimità, non incidendo allo scopo i voti di astensione".

Per l'opposizione "è giusto e doveroso che le donazioni, come nelle intenzioni dei donatori, vadano direttamente alle famiglie e alle imprese, in proporzione ai danni subiti, per fronteggiare i bisogni e le necessità più urgenti di cui esse stesse valutino la priorità. La TARI non risponde a questa esigenza - spiega Ancisi - Il “risparmio” di spesa così concesso non ha infatti alcuna relazione, rispetto ai redditi dei contribuenti “beneficiati”, con l’entità dei danni che hanno subito. E comunque, il provvedimento proposto dalla Giunta, rinviando al 29 febbraio 2024 il pagamento di questa tassa per chi è stato colpito dall’alluvione, lo rende loro non urgente".

"Il milione e 200 mila euro, sottratti così al fondo donazioni, viene versato ad Hera in conto della propria gestione dei rifiuti, che per il 2023 è stato aumentato di oltre 4 milioni e mezzo rispetto al 2022, nonostante la generalità dei contribuenti consideri peggiorato il servizio. ENI ha donato 5 milioni per i nostri alluvionati, sicuramente anche per riconoscenza sui forti introiti derivati dallo sfruttamento dei pozzi metaniferi esistenti sul litorale ravennate. Hera potrà dunque corrispondere senza sforzo ad una richiesta di analogo “contributo”, in realtà molto modesta, che gli venga dal Comune di Ravenna, uno dei suoi maggiori azionisti, di cui gestisce da tempo immemore un servizio rifiuti giunto a costare circa 33 milioni l’anno. Stiamo parlando - prosegue il consigliere di Lista per Ravenna - di una società che nel 2022 ha registrato un utile di 1 miliardo e 295 milioni e non sarà di meno nel 2023, essendo stato di 718,3 milioni solo nel primo semestre, soprattutto grazie all’aumento dei prezzi del gas e della luce praticati agli utenti, ma anche per l’area ambiente, che significa gestione dei rifiuti. Appare dunque quasi irridente, a Ravenna, che soldi delle donazioni siano incassati da Hera piuttosto che dagli alluvionati".

"E comunque giù le mani dalle donazioni. Il bilancio del Comune di Ravenna contava, all’epoca dell’alluvione, su circa 300 milioni. Noi contestiamo che la Giunta non abbia toccato un euro di questi, agendo in riduzione sulle molto spese meno urgenti o di scarsa utilità o dispersive o clientelari, che i cittadini ravennati hanno continuamente sotto gli occhi, per contribuire alle esigenze del territorio e dei propri cittadini imposte dall’alluvioni, non solamente chiedendo miliardi al Governo, a cui tocca certo la massima parte, ed ora utilizzando le donazioni - conclude Ancisi - Non porta forse molte responsabilità sui disastri alluvionali la mala gestione del territorio di cui, soprattutto nell’ultimo ventennio, il nostro Comune è stato regista ed artefice?".

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