"Festa dell'Unità come Porta a Porta"
"Nella festa dell’unità provinciale, mercoledì sera è in programma un dibattito sulla sanità. Tema come, altri, di estrema attualità dibattuti all’ interno della kermesse pidiessina con lo scopo principale di confrontare le varie posizioni e rendere in qualche nodo partecipi i cittadini sul futuro dei servizi e sulle probabili scelte in campo. Tutto normale, insomma, ma se è vero che Porta a Porta è considerata metaforicamente la terza Camera parlamentare, allo stesso modo si può tranquillamente confermare come la Festa dell’unità, assieme al consiglio comunale e a quello provinciale, rappresenti a tutti gli effetti, la terza sede consiliare della nostra provincia, se non addirittura la prima.
Sia ben inteso, questo non è nulla di eclatante e la cosa non crea stupore né sorpresa, ma sotto l’aspetto squisitamente metodologico, riterrei appropriato trattare alla festa qualunque tipo d’argomento se prima, però, è stato affrontato nelle sedi elettive istituzionalmente preposte ad affrontare le questioni d’interesse principale per il territorio. Si vuole evitare qualunque polemica, ma una questione di così grande rilievo e di forte impatto per i cittadini e la loro salute dispensata anche attraverso l’offerta dei servizi e delle prestazioni sanitarie, va dibattuta prima di tutto nei consigli degli eletti. In buona sostanza i rappresentanti democraticamente scelti dai cittadini nell’istituzione di questa Provincia, non hanno ancora preso visione del testo di legge che istituisce l’azienda sanitaria romagnola e non hanno potuto esprimere nessun tipo di valutazione rispetto all’argomento non certamente di secondaria importanza. La nuova azienda Romagnola, ha disposto la Regione, aprirà i battenti il primo gennaio 2014, vale a dire fra pochi mesi!
Non è possibile tagliare posti letto, mettere le quattro aziende sanitarie sotto lo stesso tetto, tentare occultamente di depauperare determinati ospedali, e affrontare l’argomento dei primariati come si giocasse ai bussolotti, senza conoscere, trattandosi di azienda, un “piano industriale” e di sostenibilità economica, senza sentire la voce dei cittadini e di chi li rappresenta. Quello dell’A.usl romagnola rappresenta un fatto storico e dovrebbe essere colto come opportunità e non subìto a causa di rigide impostazioni dirigistiche e di vertice.
Per queste legittime motivazioni e ritenendo che la mozione rappresenti uno dei principali strumenti dell’attività d’indirizzo politico degli organi rappresentativi nei confronti del potere esecutivo, ho chiesto attraverso una mozione presentata al presidente della Conferenza sanitaria provinciale Claudio Casadio, di promuovere una seduta di Consiglio provinciale per approfondire le principali questioni di trasformazione della sanità locale in vista dell’ unificazione delle aziende sanitarie romagnole. L’auspicio di questa richiesta è di sperare che il tema sia discusso almeno qualche giorno prima di fine anno, e non a pacchetto già confezionato e definito, in modo tale che non possa essere in alcun modo emendabile! Ma ancora, tutto tace!"