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Domenica, 28 Aprile 2024
Politica

Giorno del Ricordo, Rifondazione Comunista: "Operazione politica di revisionismo storico"

Secondo il partito "viene imposta una narrazione mistificata e ideologica della vicenda riguardante le foibe. Furono la conseguenza del clima di odio prodotto dal nazifascismo"

Rifondazione Comunista di Ravenna contesta "fermamente l’operazione politica e di revisionismo storico che sono alla base  del Giorno del Ricordo, istituito per ricordare le vittime delle foibe. Con tale operazione viene imposta al Paese, come verità di Stato, una narrazione mistificata e ideologica della vicenda riguardante le foibe. Una narrazione che fa propria la versione del revisionismo storico neofascista e che decontestualizza tale vicenda, occultando clamorosamente le vittime e le atrocità che subirono drammaticamente sia gli antifascisti che le popolazioni slave che vivevano in Venezia Giulia, Istria, Dalmazia e Carnaro".

La vicenda delle foibe per Rifondazione è "ben più complessa di quella che ci vorrebbero imporre tramite una legge ideologica che reinterpreta in chiave negazionista la Storia di quel drammatico periodo, ribaltando i ruoli tra vittime e carnefici e negando le violenze e gli eccidi compiuti dagli italiani e dai tedeschi in quelle terre martoriate. Le foibe, utilizzate anche dai fascisti e dai nazisti, furono la conseguenza del clima di odio e violenza prodotto prima dalla dittatura del ventennio fascista e poi dall’occupazione nazifascista. Clima che si concretizzò con una feroce repressione nei confronti della popolazione slava che aveva convissuto pacificamente con quella italiana fino a quel momento, con i massacri, le fucilazione, le impiccagioni, i villaggi bruciati e i campi di sterminio in cui perirono soprattutto civili".

"Una feroce repressione che provocò  la morte di circa 13 mila persone slave nei lager italiani, oltre a 2.500 persone durante azioni di combattimento e 1.500 civili uccisi in atti di rappresaglia dai nazifascisti - prosegue il partito - Perché occultare clamorosamente tutto ciò? Perché non riconoscere che tra gli infoibati non ci furono solo vittime innocenti, ma anche torturatori e assassini che si macchiarono di crimini inenarrabili nei confronti della popolazione civile colpevole solo di non essere di lingua italiana o di opporsi prima al regime fascista e poi all’occupazione nazifascista?".

"Ovviamente nessuno nega che ci siano stati anche eccessi, vittime innocenti, vendette personali, come spesso accade in questi casi, ma tutto ciò non può ribaltare il significato della Storia di quel periodo. Tuttavia, non si può non notare con preoccupazione come gli eredi politici di quel regime, mossi da un sentimento di rivalsa, e una parte di sedicenti democratici di ispirazione liberale tentino di distorcere la storia, assolvendo di fatto i crimini del nazifascismo e infrangendo la lotta di Liberazione, trasformando impropriamente la vicenda delle foibe in una sorta di shoah italiana. Questa narrazione non solo rappresenta un clamoroso falso storico, ma è anche una chiara operazione politica intesa a sminuire il ruolo della Resistenza nel nostro Paese, con l'obiettivo di cancellare le radici popolari e antifasciste della nostra Repubblica - conclude Rifondazione Comunista - Noi ci affidiamo a quegli storici che continuano a lavorare e documentare seriamente i fatti, senza farsi condizionare da letture ideologiche e dal negazionismo imposto da una legge di stato che reinterpreta tale vicenda per finalità che nulla hanno a che fare con la verità storica". 

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