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Venerdì, 26 Aprile 2024
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"Il decreto “salva Italia” è modulato con ragionato equilibrio, ma serve più equità"

Non bisogna mai tornare indietro, nemmeno per prendere la rincorsa, diceva Pazienza e noi con lui. È questo il modo nel quale intendiamo essere socialisti anche dopo 120 anni dalla nascita del nostro Partito"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

"Non bisogna mai tornare indietro, nemmeno per prendere la rincorsa, diceva Pazienza e noi con lui. È questo il modo nel quale intendiamo essere socialisti anche dopo 120 anni dalla nascita del nostro Partito. Onoriamo i nostri grandi padri, da Turati a Pertini a Nenni,  e la nostra storia, che sempre ci ha visto a fianco dei meno abbienti e, al tempo stesso, ci rivolgiamo alle nuove generazioni anteponendo, ai discorsi, l’esempio.
I riformisti e i socialisti, contrariamente a tutti gli estremisti, i populisti e i rivoluzionari, soffrono la parola “catastrofe” e cercano sempre la migliore via di uscita dalle situazioni, anche le più drammatiche. Non c’è dubbio che i provvedimenti del Governo Monti, costretto dalle urgenze del momento, caricano i necessari sacrifici di iniquità derivanti dal non avere fatto per tempo, con ritardi anche di decenni, le riforme indispensabili.
Ciò nonostante ritengono che la nuova manovra governativa, pur modulata con  ragionato equilibrio, sia ancora povera di buoni esempi nel segno dell’equità. Decine di miliardi di euro si sarebbero potuti trovare chiamando chi più ha a fare fino in fondo la propria parte: non solo la politica, ma anche la chiesa, assieme a tanti altri. Parliamo dell’ICI sulle attività commerciali della chiesa, dell’acquisto di armamenti, del finanziamento pubblico dei partiti, troppo cresciuto negli anni, di grandi patrimoni e di evasione fiscale, due fattori, questi ultimi, spesso gli uni frutto dell’altra. Miliardi di euro con i quali si potrebbe: ampliare, un poco oltre i 900/950 euro, la fascia delle pensioni da adeguare all’inflazione; stimolare maggiormente la crescita; alleggerire l’ICI sulla prima casa, con una franchigia che escluda gli immobili di valore più modesto; provvedere a più estesi ammortizzatori sociali. Una manovra meno depressiva dei consumi, infatti, potrebbe rendere più chiara una prospettiva di ripresa e forse scongiurerebbe la eventuale necessità di ulteriori aggiustamenti, ovvero faciliterebbe quelle riforme istituzionali, di giustizia sociale e per lo sviluppo che lo stesso Governo dichiara di volere mettere in cantiere fin dalle prossime settimane. I socialisti, però, si rendono conto che l’attuale assetto parlamentare forse sconsiglia alcuni di questi interventi correttivi della manovra, se si vuole che essa abbia il consenso della maggioranza del Parlamento. Invitano quindi tutti al massimo senso di responsabilità, in Italia come in Europa; un Europa che, intanto, ci vede di nuovo attori primari dei destini continentali.
Ci piacerebbe perciò che anche a Ravenna si facesse esercizio di rigore e al tempo stesso di equità, quando si affronta il tema dei servizi e delle tariffe, così come abbiamo scritto nel documento conclusivo del nostro Congresso provinciale tenutosi il 18 novembre scorso.

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