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"Il raddoppio dell’Esp ‘alluviona’ commercio e città"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

È passato un po' in sordina il provvedimento con cui il consiglio comunale giovedì scorso ha preso atto, in sostanza, di un intervento per il potenziamento dell'argine destro dello scolo Lama in corrispondenza del Pala De André, ponendone il costo di 160.000 euro a carico della nuova lottizzazione di via Antica Milizia (91.569 euro) e del raddoppio dell'Ipercoop (68.431). Si è inteso, al riguardo, applicare il principio dell'invarianza idraulica a seguito del maggior apporto di acqua derivante allo scolo Lama da tali lottizzazioni, che - secondo il parere del Consorzio di Bonifica - "nelle dinamiche dei cicli di alta marea finirebbe per essere accumulato nel tratto dello scolo compreso tra lo scarico e la foce in Candiano ove le quote delle arginature del Lama non danno la necessaria sicurezza idraulica".

Spiace che tutti gli altri gruppi consiliari, escluso il Movimento 5 Stelle per intervento di Francesca Santarella, non abbiano condiviso in proposito l'intervento con cui Lista per Ravenna ha annunciato il proprio voto di astensione. Ne sviluppo ora le motivazioni, allora solo accennate..

Alzare un argine del Lama nel tratto a ridosso del Pala de André è meglio che niente (di qui il nostro voto non contrario), ma non sufficiente. Intanto, perché l'invarianza idraulica di cui sopra viene qui conseguita - obietta il Consorzio di Bonifica stesso - solo perché i parametri di valutazione che lo disciplinavano sono stati allentati dalla Regione, non certo perché siano diminuiti i rischi di alluvione sull'intero territorio regionale. Questo, peraltro, è uno dei punti oggetto dell'indagine della Procura della Repubblica, promossa da Lista per Ravenna, sui terreni agricoli di Porto Fuori a ridosso dei Fiumi Uniti, che il Comune di Ravenna, stravolgendo gli strumenti urbanistici, ha preteso indebitamente di rendere industriali previo spandimento dei fanghi portuali del Progettone.

Ma è il Consorzio stesso ad affermare che la criticità del Lama nel tratto prossimo alla foce può essere soltanto "mitigata" dalla rialzatura del tratto di argine destro in questione"al fine di mettere in sicurezza da esondazioni tale nevralgica area residenziale", evidenziando però "la necessità, per garantire la definitiva messa in sicurezza dei comparti serviti, della realizzazione di porte vinciane all'interfaccia dello scarico con il mare (Canale Candiano) e di un impianto idrovoro dedicato atto a garantire lo scolo delle portate in arrivo da monte…La criticità dell'impianto Rasponi evidenzia la necessità di un adeguato potenziamento, in quanto già ad oggi l'idrovoro è insufficiente per ricevere qualsiasi maggiore apporto idraulico derivante dalle nuove urbanizzazioni". Peccato che "le necessarie risorse finanziarie" siano ancora "nell'attesa del reperimento". Potevamo applaudire il mini-intervento proposto, fidando solo, a tutela di un vasto comparto urbano dal rischio di inondazione, nella benevolenza di Giove Pluvio?

Ma il problema idraulico dei più ragguardevoli volumi di acqua riversati dalla clonazione dell'Ipercoop nello scolo Lama non è neanche il maggiore. A pochi passi è situato infatti il fiume Montone, il cui livello di salvaguardia incombe minaccioso intorno ad ogni maltempo più che ordinario.

Lista per Ravenna si è opposta sempre, voce nel deserto, al raddoppio dell'Ipercoop, fin da quando in Comune e in Provincia si cominciò a parlarne. Certamente, tutto è stato compiuto e lo sarà nel rispetto, almeno formale, delle regole. Ma sono queste, prima di ogni abuso, che noi contestiamo, perché hanno consentito e consentono di cementificare a dismisura il territorio agricolo regionale e locale producendo squilibri di ogni genere, non ultimo al regime idraulico, il cui prezzo è pagato sempre, alla lunga e non solo, dalla comunità intera.

Alvaro Ancisi - capogruppo di Lista per Ravenna

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