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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Imu, Ancisi (LpR): "Grottesca sceneggiata sui comodati"

Martedì scorso, in una fastosa conferenza stampa, è stata illustrata la “decisione” del Comune, d’intesa coi sindacati, sulle regole con cui sarà distribuito il fondo previsto in bilancio per il rimborso dell’IMU

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

Martedì scorso, in una fastosa conferenza stampa, è stata illustrata la “decisione” del Comune, d’intesa coi sindacati, sulle regole con cui sarà distribuito il fondo previsto in bilancio per il rimborso dell’IMU sui comodati prima casa. Si è trascurato che la differenza tra il podestà del regime totalitario e il sindaco della Repubblica italiana sta nell’esistenza di un consiglio comunale eletto dai cittadini, delle cui direttive il sindaco e la sua giunta sono organi esecutivi. Il consiglio comunale, unico legittimato ad approvare tale tipo di accordi, non ne sapeva niente. Solo successivamente è stata convocata la commissione consiliare che dovrà istruire per il consiglio la proposta di deliberazione. Tutto ciò mentre la città è stata ubriacata con l’orgia delle primarie del suo partito padrone, il cui esito - si glorifica - restituirà all’Italia la sovranità popolare, il pieno rispetto delle leggi, un’amministrazione pubblica trasparente, giustizia tributaria, ecc.

Quello che segue può dunque essere considerato un bollettino della Resistenza democratica.
Nel bilancio per il 2013, approvato dal consiglio comunale il 27 giugno, era stato istituito un fondo di 400.000 mila euro “per la restituzione IMU prima casa sulla base di un regolamento da condividere con Cgil, Cisl e Uil, fondato su criteri di reddito ISEE familiare, presenza o meno di un mutuo, utilizzo dell'immobile in comodato gratuito, a parenti di primo grado”. Era un contentino, a fronte della bocciatura della manovra che Lista per Ravenna aveva proposto, fondata su modesti risparmi di spesa e sulla vendita di una piccola parte di azioni di Hera, e rivolta, tra l’altro, ad allentare la stangata dell’IMU inferta ai cittadini. Il sindaco e i sindacati - testimoni gli uffici comunali - si erano dimenticati di questo fondo e del regolamento che avrebbero dovuto predisporre per il consiglio. Fino a che, a metà novembre, mentre chiedevo che fosse esercitata la facoltà, finalmente concessa ai Comuni dal Governo, di esonerare dall’IMU le prime case date in comodato dai genitori ai loro figli, gliel’ho ricordato. L’uso del fondo che ora è stato annunciato ha però il sapore, alla luce delle seguenti considerazioni, di un’amara beffa.

Tutti i comodati prima casa, essendo stata respinta la facoltà concessa dal Governo, restano seconde case, pagando, oltretutto, l’aliquota massima del 10,6 per mille. Si pensi che le abitazioni principali signorili classificate A1, le ville A8 e i palazzi A9 pagano a Ravenna il 6 per mille. Chi, per esempio, possiede un palazzo in centro paga pressappoco la metà di chi vive nella casa data in comodato ai figli dai genitori, magari gravata da un mutuo e con redditi di entrambe le famiglie da operaio /impiegato.

Una minima parte potrà vedersi restituita la metà di quello che avrà pagato, con un massimo di 400 euro, che non è neppure la metà della media. Alla fine della giostra, il 90 per cento avrà pagato il 10,6 per mille e  il restante 10 per cento il 5,3. Nel resto dell’Italia sono centinaia i Comuni dove tutti i comodati ai figli sono stati esonerati dall’IMU. E il governo Letta ha esonerato dall’IMU prima casa tutti gli italiani, ricconi compresi.
Proprio per questo, ha detto l’assessore, il fondo è stato ridotto a 200.000 mila euro. Ma è una truffa. Nell’accordo preliminare stabilito coi sindacati a giugno, era scritto “che il suddetto fondo interverrà anche in caso di superamento della tassazione sull'immobile principale, in relazione all'evoluzione legislativa” .

Il sindaco ha dichiarato, pochi giorni fa, che queste mance vuole distribuirle entro il 2013, come sarebbe sacrosanto. Con le regole proposte per la presentazione delle domande, la loro valutazione e l’erogazione delle somme, si farebbe prima ad andare sulla luna. Affideranno il compito all’ “efficiente” Ravenna Entrate. L’ ufficio “Politiche di sostegno” del Comune ci ha messo cinque mesi solo per valutare le domande di contributo arrivate dai disoccupati, riuscendo ad accoglierne 36 su 182 e a distribuire 96.000 euro su un fondo di 284.780.

Commento dell’assessore. “Nel nostro territorio la seconda casa da destinare ai figli non è solo una prerogativa delle classi sociali abbienti”. I sindacati, dal canto loro, “considerano questa boccata d' ossigeno per le famiglie una misura di equità sociale e fiscale”. Sono di sinistra, loro.

Alvaro Ancisi, Capogruppo Lista per Ravenna

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