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Lido di Dante, cani liberi in spiaggia e litigi. Minichini: "C'è un'ordinanza, ma nessuno vigila"

"Non passa giorno che non ci sia un litigio fra i proprietari di cani, che lasciano i propri animali liberi di scorazzare sulla battigia, in mare o fra le fila degli ombrelloni, e i titolari degli stabilimenti balneari che spesso sono tacitati con una parolaccia"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

"Fido il pomo della discordia? Direi di no, piuttosto l'unico a creare inutili battibecchi è chi non rispetta le regole. Non passa giorno che non ci sia un litigio fra i proprietari di cani, che lasciano i propri animali liberi di scorazzare sulla battigia, in mare o fra le fila degli ombrelloni, e i titolari degli stabilimenti balneari che spesso sono tacitati con una parolaccia. Non parliamo poi di ciò che avviene nelle spiagge libere, dei veri alterchi fra chi vede sfrecciare cani anche di grossa taglia dove ci sono bambini intenti a giocare e chi, invece, ritiene di poter fare quello che vuole. Eppure l'Ordinanza Balneare Regionale, 1/2016, all'art. 4, comma 1, lettera "J", vieta, tassativamente, sulle spiagge: «Condurre o far permanere qualsiasi tipo di animale, anche se munito di museruola o guinzaglio…», ad eccezione delle aree autorizzate dai comuni, o quelle istituite dagli stabilimenti balneari. Il Comune di Ravenna, con ordinanza TL 1061/2016, ha destinato un tratto di arenile a Lido di Dante, con fronte pari a metri lineari 50, quale zona dove consentire l'accesso ai cani. La predetta ordinanza, al punto b) precisa: «l'accesso all'area cani dovrà avvenire esclusivamente tramite lo stradello che attraversa la pineta, così come indicato nell'apposita segnaletica, evitando quindi la sosta e la percorrenza della spiaggia libera ed evitando lo sconfinamento di cani liberi nell'adiacente area di tutela naturalistica». Perché dunque si lascia che taluni violano impunemente le prescrizioni delle ordinanze? Cosa si aspetta che qualcuno passi alle vie di fatto, con azioni anche violenti? Lo strumento dell'ordinanza balneare serve a disciplinare alcuni comportamenti da tenere sulla costa e sull'uso delle spiagge durante il periodo estivo, in modo di prevenire i pericoli che minacciano l'incolumità pubblica e la sicurezza della navigazione. Ma siamo sempre alla solita tiritera: se nessuno vigila sul rispetto di quanto disciplinato, a cosa servono?".

Pasquale Minichini, Lista per Ravenna

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