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Lunedì, 29 Aprile 2024
Politica

Morte Bovolenta, Ancisi (LpR) chiede defibrillatori in scuole e palestre

"Vigor Bovolenta avrebbe potuto essere salvato in presenza di un defibrillatore sul campo". Lo dice Alvaro Ancisi, che sottolinea come sia importante dotare palestre e scuole di defibrillatori automatici esterni

L’esito dell’autopsia sulla salma di Vigor Bovolenta, il campione di pallavolo, ravennate di adozione, drammaticamente deceduto, con grande commozione e angoscia della nostra città, il 24 marzo a Macerata, durante una partita, ha attribuito la causa del decesso ad una patologia cardiaca congenita. "Nonostante siano stati immediati i soccorsi e il trasporto all’ospedale, dove furono compiute le manovre di defibrillazione e rianimazione cardiopolmonare, è opinione autorevole che il giocatore avrebbe potuto essere salvato in presenza di un defibrillatore sul campo".

Lo dice Alvaro Ancisi, capogruppo in consiglio comunale di Lista per Ravenna, che sottolinea come ci sia la necessità di dotare di defibrillatori automatici esterni negli impianti sportivi e nelle scuole.

"Questa considerazione mi induce ad insistere sull’interrogazione rivolta al sindaco il 24 aprile scorso, con cui ho chiesto di avviare da subito un programma di diffusione dei defibrillatori, richiamando, in proposito, il decreto del ministero della Salute in data 18 marzo 2011 sulla: “Determinazione dei criteri e delle modalità di diffusione dei defibrillatori automatici esterni…”, che ha dato seguito ad una norma della legge finanziaria dello Stato 2010. Tale norma autorizza la spesa di 4 milioni di euro per l'anno 2010 e di 2 milioni di euro per ciascuno degli anni 2011 e 2012, allo scopo di finanziare presso le Regioni e i Comuni la diffusione dei defibrillatori, in modo da costituire “una rete in grado di favorire la defibrillazione entro quattro/cinque minuti dall’arresto cardiaco, se necessario prima dell’intervento dei mezzi di soccorso sanitari”. Al riguardo, spetta alle Regioni il compito di introdurre nei rispettivi territori programmi adeguati, comprensivi della formazione di formazione degli operatori. Il costo di un defibrillatore si aggira sui 1000/1500 euro, dunque non eccessivo. La formazione degli operatori richiede la frequenza di corsi non particolarmente impegnativi, effettuati a Ravenna dalla Pubblica Assistenza, ma anche compresi gratuitamente nei contratti di vendita degli apparecchi".

"Suggerivo che, nella nostra realtà locale - continua Ancisi - fosse avviato un programma comunale di prima diffusione dei defibrillatori, da proporre alla Regione, che potrebbe riguardare le strutture pubbliche, come gli impianti sportivi e le scuole, ma anche gli stabilimenti balneari, soggetti a concessione pubblica d’uso del suolo, esplicitamente indicati nel decreto. In attesa di una favorevole risposta della Regione, proponevo di ricorrere anche a contributi e sponsorizzazioni di soggetti privati, come ad esempio fondazioni bancarie, associazioni imprenditoriali, aziende (anche a partecipazione pubblica), ecc. Per gli stabilimenti balneari, avrebbero potuto farsene carico i concessionari stessi. In effetti, l’associazione degli stabilimenti balneari ha dato successivamente notizia di un programma di diffusione dei defibrillatori a proprio carico, volto a coprire il litorale. Nessun segnale è pervenuto dall’amministrazione comunale. Ritengo che sia invece doveroso, non tanto per il consigliere comunale, quanto per la città, anche oltre l’obbligo di legge, che venga data una risposta all’interrogazione, da cui si dimostri un impegno concreto dell’amministrazione per la diffusione dei defibrillatori, in particolare negli impianti sportivi e nelle scuole comunali".
 

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