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Lunedì, 29 Aprile 2024
Alluvione, la politica

Alluvione, dalla Festa dell'Unità critiche sulla ricostruzione. Calenda assente al dibattito con Bersani

Territorio e parti sociali chiedono fondi e scadenze certe. "Sul commissario si doveva seguire l'esempio del terremoto. Pronti a manifestare"

Ancora l'alluvione al centro della terza serata della Festa nazionale dell'Unità 2023 in corso a Ravenna, sede scelta dal Pd per dare un segno di vicinanza al territorio romagnolo dopo l'alluvione. Filo conduttore del dibattito è stata la scelta, per lo più criticata, di affidare la gestione commissariale della ricostruzione al generale Francesco Paolo Figliuolo. Secondo gli intervenuti una decisione presa in maniera tardiva e con connotazione politica, che sta rallentando le procedure e che non ha tenuto conto delle reali esigenze del territorio.

Moderati dalla giornalista Vanessa Ricciardi, si sono alternati, nella prima fase, Irene Priolo (assessore regionale alla Transizione ecologica), Vasco Errani (ex presidente della Regione Emilia - Romagna e commissario della ricostruzione post sisma del 2012), Giuliano Zignani (presidente Ital, patronato della Uil), Roberto Bozzi (presidente regionale di Confindustria), Michele De Pascale (sindaco di Ravenna) e Chiara Braga (capogruppo dei deputati del Pd). Nella seconda parte è saltato il faccia a faccia tra Pier Luigi Bersani e Carlo Calenda, condotto dalla giornalista Francesca Schianchi, per l'assenza del leader di Azione. A parlare solo l'ex segretario del Pd.

"Scelta di Figliuolo come commissario è di stampo politico e ha rallentato i tempi"

"È necessario uscire da una logica di emergenza per andare verso la prevenzione - ha detto Priolo - e certo avere come commissario un generale è frutto evidente di una scelta politica anomala. L'incontro dell'altro giorno con Figliuolo era atteso ed è stato importante. A breve ci rincontreremo, ma occorre sottolineare che la sua dotazione è di 2.5 miliardi per tre anni, a fronte di una necessità del territorio di 8.5 miliardi. La struttura commissariale, per quanto competente e qualificata, subisce spezzettamenti che ne rallentano i tempi. Abbiamo bisogno di risposte più robuste". "Il Governo - ha aggiunto Bozzi - ha promesso dei fondi che credo che nel tempo arriveranno, come ha spiegato lo stesso Figliuolo. Ma anche le aziende, che hanno saputo reagire in modo veloce all'alluvione, hanno bisogno di una visione di insieme e di avere delle certezze che, a oggi, mancano". "Quando a giugno ho incontrato il premier Giorgia Meloni - ricorda il sindaco De Pascale - le ho consegnato, insieme agli altri colleghi dei comuni alluvionati, un documento unitario che conteneva poche precise richieste, tra cui la celerità degli indennizzi, la riparazione di ciò che era andato distrutto e la veloce nomina del commissario. Oggi, a parte  quest'ultimp piunto raggiunto comunque faticosamente, le priorità sono rimaste le stesse". "Sin da subito - ha spiegato la capogruppo alla Camera Braga - abbiamo chiesto che fase emergenziale e ricostruzione camminassero in parallelo. Invece ancora oggi ci sono diverse criticità, partite dalla nomina del commissario, con tutte le sue implicazioni politiche".  

"Scendiamo in piazza insieme agli attori del Patto del Lavoro"

Critico il giudizio di Zignani, che ha spiegato come, a oggi, fondi reali non sono ancora arrivati. "In questi mesi alla Romagna è stato fatto perdere tempo preziosissimo. Chi più del presidente della Regione Bonaccini, che noi volevamo come commissario, poteva conoscere meglio il territorio? Oggi ci chiediamo quando arriveranno i fondi, c'è un indotto che ha subito danni e non limitiamoci a dire che facciamo da soli. Siamo disponibili a promuovere una grande manifestazione insieme a tutte le realtà firmatarie del Patto per il lavoro e per il clima". "Quando c'è un'emergenza e un territorio soffre - ha evidenziato Errani - le parole stanno a zero. Sono ancora tante le cose che non vanno. Non va che non ci sia un meccanismo di finanziamento chiaro e trasparente per aziende e famiglie, non va che manchi un sistema integrato tra enti locali, Regione, commissario e Governo. Non va che non ci sia una gestione del territorio seria, che non può essere fatta dall'elicottero. Il primo vulnus è nella storia triste del commissario. Bonaccini non è stato scelto perché non fa parte dei partiti al governo. Eppure questa Regione ha tutti i titoli per dire con orgoglio che sa ricostruire. Se c'è bisogno - ha sottolineato Errani - mi offro volontario per collaborare su iniziative concrete, come quella che attuammo dopo il terremoto con il credito di imposta, che sblocca fondi per cittadini e porta vantaggi per lo Stato. Abbiamo già perso troppo tempo e sono d'accordo sul mettersi insieme e manifestare".

Bersani: "Dal Governo poche risposte e parole sconsiderate"

"Mi basterebbe ripetere le parole di Errani, con tutta questa burocrazia le soluzioni arriveranno nell'anno del mai", ha esordito nel suo intervento Bersani, da poco tornato tra i tesserati del Pd. "Per il terremoto si era trovato un meccanismo che ha consentito allo Stato di diluire i costi. Invece noi oltre a non avere avuto risposte certe, abbiamo ricevuto parole offensive e sconsiderate, di persone, come Musumeci e Bignami, che si sono permesse di fare affermazioni discutibili verso la gente più solidale d'Italia". Per Bersani è chiara la politicizzazione della vicenda perché "se Bonaccini fosse stato di destra in due nanosecondi sarebbe stato nominato commissario. Anche perché per lavorare occorre essere sul territorio e non venirci una volta al mese".

Nel suo intervento Bersani ha affrontato anche altri temi, dal salario minimo che "in tutti i principali Paesi d'Europa stanno aumentando come misura anticrisi", alla sempre maggiore informatizzazione del lavoro per la quale "occorrono strumenti normativi che rafforzino la contrattazione". Importante anche il riferimento politico alla piattaforma progressista (che per Bersani comprende anche i Cinque stelle) "che si metta insieme su temi strutturali come la contrattazione, il salario minimo, la parità salariale tra uomo e donna, l'abbattimento della precarietà e la formazione continua da inserire nei contratti". E l'ultimo cenno sull'immigrazione, per la quale, "come si vede anche con gli sbarchi record di questi giorni, una ricetta facile non c'è e non serve sbandierare blocchi navali e inseguimenti di scafisti. Il Pd  - ha concluso - deve essere chiaro e non aver paura di dire che l'immigrazione serve e va regolamentata". 

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