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Ponte di Grattacoppa, nessuna penale sui lunghi ritardi. Ancisi (LpRa): "Il conto lo pagano i cittadini"

Il Collegio consultivo tecnico, infatti, ha concluso i lavori dando ragione all’impresa

Alla fine non ci sarà alcuna penale per i ritardi del cantiere del ponte di Grattacoppa, che ha occupato gli spazi della cronaca per anni. Il Collegio consultivo tecnico, infatti, ha concluso i lavori dando ragione all’impresa, affermando che solo dopo la determinazione dirigenziale del 12 ottobre 2022 “l’Impresa è stata posta formalmente nelle condizioni di eseguire le nuove lavorazioni, e l’Amministrazione nelle condizioni di ingiungerne l’esecuzione […].Parimenti ne consegue un differimento dei termini contrattuali […]”.

Il 10 settembre 2021 l’impresa aveva notificato al Comune l’impossibilità di rispettare la data di scadenza, allora fissata nel 22 febbraio 2022, a causa di alcune opere aggiuntive richieste, tra cui, molto impegnative,  le “terre armate” (o “rinforzate”) da realizzare, in luogo dei muri di calcestruzzo, sulle rampe laterali del fiume, alquanto da rialzare. A tal riguardo, il Comune stesso aveva espresso “la necessità di modificare quanto previsto nel progetto a base di gara, con la conseguente redazione di nuovi elaborati e nuovi prezzi, quindi di una Variante in corso d’opera”. Rifiutandosi l’impresa di eseguire questi lavori in assenza della variante, Lista per Ravenna sollecitò più volte che fosse adottata urgentemente. Il 17 marzo 2022, sei mesi dopo, il Comune affidò a una società l’incarico di progettarla, “lato Torri in pietrame, lato Grattacoppa in terra rinverdita”. Approvata dalla Giunta comunale il 21 giugno col nome di variante n. 2, è stata resa esecutiva con una determinazione dirigenziale il 12 ottobre, 13 mesi dopo le eccezioni sollevate dall’impresa. Di qui l’origine delle maggiori lungaggini a catena.

"Il Comune avrebbe potuto non accettare il verdetto del Collegio, proseguendo per vie giudiziarie, ma è andata a finire che le penali, quantificate in 246.000 euro, non sono state applicate - spiega il capogruppo di Lista per Ravenna Alvaro Ancisi - Che tecnicamente finisse a tarallucci e vino l’avevo previsto. Il problema è che nessuno risponderà alle domande cruciali sollevate più volte da molte parti, anche dalla gente: perché il progetto è stato sbagliato; chi lo ha sbagliato o non se n’è accorto; perché l’impresa, per porvi rimedio attraverso la variante n. 2, ha dovuto aspettarla 13 mesi dopo averla formalmente richiesta. Unica certezza è che il conto lo pagano i cittadini".

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