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Provincia, ex direttore generale. Le considerazioni di Spadoni (Udc)

In sede di consiglio provinciale proprio con riferimento al tema riguardante la situazione del personale interno, è stata affrontata martedì 27 scorso la nota questione dell’ex direttore generale

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

In sede di consiglio provinciale proprio con riferimento al tema riguardante la situazione del personale interno, è stata affrontata martedì 27 scorso  la nota questione dell’ex direttore generale. Nonostante le ragioni evidenziate dall’assessore competente, confermo la mia posizione espressa in  precedenza, sulla base delle seguenti considerazioni:

•    L’Ente avrebbe dovuto fare opposizione proprio per le perplessità evidenziate chiaramente nell’atto deliberativo della giunta, nel passaggio in cui si afferma, appunto,  come si renda “….necessario proseguire  nella verifica avviata per l’individuazione e accertamento di eventuali responsabilità da perseguire con adeguate azioni nei confronti del direttore per condotte da lui poste in essere negli anni in cui ha prestato servizio presso la Provincia”. Intanto non ci si oppone e si dà seguito al decreto ingiuntivo, smentendo in larga parte le osservazioni  scritte in delibera.

•    Non si fa opposizione al decreto ingiuntivo perché “...non si sono ravvisati seri argomenti di opposizione al decreto stesso….”: in altre parole  si ammette palesemente, dunque, che il direttore esercita un suo pieno diritto a  ottenere  i 63.609,24 euro oltre interessi e spese legali, affermando, ancora, che “...opporsi al giudice avrebbe solamente significato impegnare la Provincia in un contenzioso velleitario e oneroso…”. Quando sono in discussione gli interessi dell’ente, questi vanno tutelati e, prudenzialmente difesi! Per analogia, ad esempio, la Provincia recentemente si è costituita in giudizio a seguito di un atto di citazione promosso innanzi al tribunale da una società di impianti e l’ente  incarica un legale con un  costo, certo,  di 28.314,00. In questo caso gli aspetti meramente velleitari e onerosi non si considerano!?  

•    In tutta onestà ci si chiede, dunque, cosa possa fare l’ente provinciale, a fronte di un giudizio espresso dal precedente presidente della Giunta il quale, come noto, ha attribuito al citato direttore la valutazione di  “ottimo “ corrispondente all’erogazione del 100% della retribuzione di posizione. A proposito di questo, in ogni modo,  viene spontaneo chiedere perché tale giudizio non sia stato oggetto di valutazione da parte dell’apposito nucleo di valutazione, quando, peraltro, l’iter seguito presenta seri dubbi di legittimità. Oltretutto la questione contiene aspetti davvero singolari:  il direttore era a capo della  delegazione trattante, e proprio in tale veste non ha portato a positiva conclusione alcun accordo decentrato. Alla luce dei fatti, in sostanza, egli  è l’unico ad avere incassato quanto previsto dal contratto sul salario accessorio, proprio lui su cui la giunta evidenzia la necessità di verifiche sulle motivazioni dell’enorme ritardo sui pagamenti ai colleghi dipendenti.

•    Ai dirigenti mai è stata pagata l’indennità di risultato prima del pagamento della produttività ai dipendenti, per ovvi motivi di opportunità e proprio per tale motivo ai dirigenti stessi  non è ancora stata pagata la citata indennità di risultato 2009 e 2010. Perché tale principio non è stato applicato al direttore: si tratta forse dell’eccezione che conferma la regola!?

•    Com’è possibile, inoltre,  che nello specifico capitolo di bilancio siano impegnati circa 1.500.000 euro, sostanzialmente bloccati (fatta eccezione per il  direttore), quando il regolamento sulla produttività sottoscritto dall’amministrazione provinciale sancisce l’obbligo del pagamento della produttività ai dipendenti entro tre mesi dell’anno successivo. I dipendenti avranno dunque diritto di rivendicare gli interessi del ritardato pagamento quando questo avverrà effettivamente? Mi pare tutto questo rappresenti un atto dovuto: si tratta di riconoscere il minimo rispetto in relazione  quanto le stesse risorse umane dell’ente  hanno dovuto subire!

•    Oltre al più volte citato pagamento disposto dalla giunta al direttore (che continuo a non condividere), forse l’aspetto più inquietante riguarda i rapporti con le risorse umane della Provincia - dai livelli più bassi a quelli dirigenziali - . I dipendenti, per usare un eufemismo, sono in larga parte delusi e amareggiati, perché continuano a non vedere  rispettato questo istituto del contratto nazionale, persistono nel rilevare come non esistano uguali diritti e uguali opportunità nell’accesso alle risorse loro dovute;  evidenziano come siano fortemente in  discussione alcuni  principi quali l’uguaglianza, l’equità, la giustizia; e, ancora, costatano come prevalga sempre il più forte rispetto al diritto sacrosanto della ragione: insomma, in altri termini paga sempre il più debole!   

•    Di qui l’esigenza di rimettere al centro i rapporti e le relazioni feconde fra Amministrazione e il personale interno. Va recuperato, in sostanza, un clima sereno che nel tempo, via via si è gravemente  deteriorato.     
 

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