rotate-mobile
Politica

Provincia unica, Spadoni (Udc): "Si guarda a interessi secondari"

"Va garantita un'attività democraticamente condivisa che dal basso concorra a tracciare le basi di un nuovo modello di ente, non inteso come mera sommatoria di tre province"

La Regione Romagna è ormai una realtà, tuttavia il grosso lavoro di avvio dovrà cominciare al più presto. Non mi pare di cogliere negli amministratori pubblici e nella politica in generale, l’intento di progettare un nuovo soggetto inteso come opportunità e in netta discontinuità con le esperienze maturate in questi decenni, con l’impegno di ricercare obiettivi di razionalizzazione e di contenimento delle spese, nel tentativo di riempire di contenuti innovativi e di precise funzioni questo ente intermedio". Sono le parole di Gianfranco Spadoni, consigliere provinciale dell'Udc.

"Si continua, piuttosto, nell’ ostinata rincorsa verso interessi assolutamente secondari rispetto al progetto complessivo. Sino a oggi le preoccupazioni principali sembravano essere la definizione del capoluogo, ormai stabilita, oltre all’occulta individuazione del nuovo presidente, rispetto, invece, alla complessa gestione transitoria che precede il decollo definitivo del nuovo ente - evidenzia Spadoni -. Nello spirito della nuova legge e in questo progetto di riordino, peraltro, non c’è più spazio per la democrazia e uno dei rischi più evidenti resta quello di cancellare la normale dialettica tra maggioranza e opposizione".

"La giunta sarà azzerata ed è inevitabile che anche per il consiglio provinciale non si attenda la normale scadenza della consiliatura, in ossequio ai principi fondamentali della rappresentanza e della democrazia! I partiti, insomma, avranno il compito di scegliere i futuri amministratori espropriando, di fatto, il cittadino di un proprio legittimo diritto di scelta della persona delegata ad amministrarlo - prosegue il consigliere provinciale -. Per gestire questa fase di transizione l’ Udc non intende abdicare prima del tempo, rinunciando a esprimere la propria funzione di indirizzo rispetto ai numerosi temi all’ordine del giorno. A cominciare ad esempio dalla dovuta attenzione al posto di lavoro per i dipendenti in un’ottica di area vasta, alle modalità operative e funzionali per organizzare l’integrazione fra gli enti, sino a ridisegnare un nuovo soggetto snello e con meno lacci burocratici".

"In altre parole va garantita un’attività democraticamente condivisa che dal basso concorra a tracciare le basi di un nuovo modello di ente, non inteso come mera sommatoria di tre province, ma piuttosto come nuova istituzione funzionale allo sviluppo sociale ed economico del territorio. In questo senso si proceda, dunque, nella direzione di tracciare tutti assieme una governance di area vasta, ma con lo sforzo di affrontare con serietà e senso di responsabilità una revisione vigorosa dell’intelaiatura che sovrintende al governo dei nostri territori, abbandonando le rendite di posizione, i nefasti campanilismi e, soprattutto, dimenticando che la situazione socio economica è completamente cambiata e non sarà più quella del passato", conclude Spadoni.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Provincia unica, Spadoni (Udc): "Si guarda a interessi secondari"

RavennaToday è in caricamento