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Porto, Di Marco insiste sulle casse a mare: "Se le bocciano esigo alternative"

Di Marco ha illustrato le tre ipotesi di rimodulazione, sottolineando di prediligere quella di mezzo tra la massima e la minima, con le casse di colmata a mare

 Le casse a mare "sono una follia? Le preferisco, ma non le ho sposate. Decide la politica". Un'affollata sala consiliare ha ospitato martedì pomeriggio la seduta congiunta delle commissioni sul futuro del porto. Ad ascoltare il presidente di Autorita'' Portuale, Galliano Di Marco, sono venuti in molti di quelli che sul Candiano lavorano. Non erano presenti nè il sindaco Fabrizio Matteucci, nè il vice Giannatonio Mingozzi che ha la delega al Porto. Assenza stigmatizzata dai consiglieri di opposizione, anche se la giunta è stata rappresentata dal titolare dell''Urbanistica, Libero Asioli. In poco meno di 50 minuti Di Marco ha illustrato le tre ipotesi di rimodulazione, sottolineando di prediligere quella di mezzo tra la massima e la minima, con le casse di colmata a mare. Comunque, ha ribadito, "ci atterremo alle decisioni del tavolo tecnico del ministero dei Trasporti. Se dice no, le casse a mare non si fanno. Non sono l''uomo che le vuole per forza. Ma ho fatto delle proposte e pretendo delle risposte o delle alternative". Di certo, ha aggiunto, e'' un "progetto strategico per l''Italia e lavoro per non perdere i finanziamenti faticosamente portati a Ravenna", i 120 milioni di euro della Bei compresi.

Nel dettaglio delle tre ipotesi, tutte da realizzare a stralci con il primo da presentare al Cipe entro luglio, quella massima prevede di scendere a 15 metri in avamporto e poi a 13,5, con i 7,3 milioni di metri cubi di fanghi da depositare nelle aree in mezzo al mare, nelle casse di colmata a mare e nelle aree logistica 1 e 2 e logistica S3. Costo complessivo 310 milioni di euro, senza l''ultimo stralcio per il terminal container per cui non si puo'' fare il bando essendo l''area sotto sequestro, senza dimenticare che in materia di contenitori il ministero chiede a Ravenna, Trieste e Venezia di coordinarsi tra loro. Ecco perche'' Di Marco preferisce la soluzione di mezzo con le casse a mare e le aree L1, L2, che costa meno, 236 milioni, e "ce li abbiamo". Infine la soluzione di minima senza casse a mare e le aree S3 L1 e L2, per 227 milioni di euro. Di Marco ha ricordato che il progetto è previsto dalla Legge obiettivo e ci sono procedure di Via agevolate. Comprende inoltre il rifacimento delle banchine. Di Marco vuole portare a casa un pacchetto complessivo, con impianti di trattamento e dragaggio. E, manda a dire, "nessuno dica che non voglio dragare. Ho cercato di fare un''azione di coordinamento e capire se il dragaggio interessa a qualcuno. A me sì e lavoro per questo". Infine al monito della Cgil sul bandire le polemiche replica di avere risposto quando attaccato con accuse infondate. "Nessuno - ha concluso - conosce il porto come il sottoscritto", banchine comprese che sono tutte diverse, per cui il progetto di adeguamento e'' "complicato. Serve un bando internazionale pubblico che fa perdere 4-5 mesi di procedura". Si apre così il dibattito. 

Già in apertura di seduta Alberto Ancarani di Forza Italia aveva definito la scelta di Mingozzi di non esserci "estremamente scorretta. E'' una mancanza di rispetto istituzionale". Dello stesso avviso Francesca Santarella del Movimento 5 Stelle. "Il Comune - ha ricordato - in Comitato Portuale il 21 settembre ha approvato il progetto con le casse a mare, ma il verbale non ce l''hanno mandato. E'' una mancanza di trasparenza intollerabile. Il Comune non sta rappresentando i cittadini". Per Alvaro Ancisi di Lista per Ravenna la soluzione migliore e'' quella di minima, "si puo'' partire anche subito", con i fondali a 12,50 metri, anche se "le proposte sono tutte razionali. Folle è chi dice che sono folli". Certo le casse a mare sono tecnicamente valide "se fossimo su un'isola con attività logistiche e produttive. Lì non si possono fare". Comunque il Comune le ha approvate, conclude Ancisi, e deve dire se ha cambiato idea, portando l''alternativa.  (Fonte Dire)

REPLICA MINGOZZI - “Non so a chi possa interessare il motivo della mia assenza dalla commissione consiliare di ieri, dedicata all’escavo dei fondali portuali – dichiara il vicesindaco Giannantonio Mingozzi rivolgendosi in particolare ai consiglieri Pietro Vandini, Alberto Ancarani e Francesca Santarella - ma essendo stato accusato di scorrettezza e scarso rispetto non posso far finta di niente. C’è un giorno dell’anno nel quale a Ravenna si svolgono numerose iniziative dedicate alla storia patria e alla costituzione mazziniana: si tratta del 9 febbraio, tradizionale festa dei repubblicani e di molti cittadini. A quelle iniziative partecipo sempre, non per ritualità, ma perché profondamente convinto che in quel periodo storico e nei valori che ha saputo esprimere ci siano le radici della nostra democrazia, la stessa che ci consente di confrontarci ogni giorno sui problemi della città. Guarda caso il consigliere Vandini, che mi invita a vergognarmi, ha convocato la commissione senza concordare nulla preventivamente né chiedere la disponibilità della giunta, come corretta prassi istituzionale d’abitudine prevede. Non credo che sarebbe stato impossibile individuare un’altra giornata; forse però che qualcuno della giunta potesse o meno essere presente a Vandini, che mi è sembrato più interessato a polemizzare, non importava. Il rispetto e la lealtà sono una cosa seria, per chi ci crede veramente. Ritengo invece che chi sembra solo prenderli a pretesto per dare vita a polemiche ridicole dovrebbe farsi un esame di coscienza”.

VANDINI REPLICA - Dura la replica di Vandini: "La vergogna potrebbe essere molto utile se la si conoscesse. Il vicesindaco Mingozzi oltre a non conoscerla, si diverte anche a mentire. La convocazione della  commissione svolta è stata inoltrata al segretario, ai presidenti delle altre commissioni (Tarroni e Stampa), al sindaco, al vicesindaco e a tutti gli assessori competenti,  il giorno 26 gennaio; il segretario è passato di persona più volte dagli uffici del vicesindaco informando le segretarie sulla volontà di convocarla e in quali date farlo. Il vicesindaco Mingozzi non ha mai segnalato alcuna contrarietà ed eventuale data  alternativa se non martedì mattina. Questa è la realtà dei fatti, il resto sono solo bugie  raccontate da chi non ha nemmeno più gli specchi sui quali arrampicarsi".

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