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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Rotonda tra l'Adriatica e la Ravegnana, i dubbi di Ancisi: "Possibili problemi tecnici"

Il capogruppo in consiglio comunale di Lista per Ravenna, Alvaro Ancisi, avanza dubbi sulla realizzazione di una rotonda entro il 2014 tra la Ravegnana e l'Adriatica

Il capogruppo in consiglio comunale di Lista per Ravenna, Alvaro Ancisi, avanza dubbi sulla realizzazione di una rotonda entro il 2014 tra la Ravegnana e l'Adriatica. "Sarebbe stato firmato un protocollo d’intesa tra Anas, Regione e Comune, in base a cui l’Anas si è impegnata a mettere in sicurezza l’incrocio, realizzandovi una piccola rotonda, del diametro di circa 40 metri (del tipo recentemente attuato all’incrocio tra la Romea Dir e via Sant’Alberto)", evidenzia l'esponente della lista civica.

"Appalto dei lavori entro quest’anno - continua Ancisi -. Inaugurazione entro il 2014. Non ne sa niente il consiglio comunale, di cui il sindaco, da quando non esiste più il podestà, è organo esecutivo. L’annuncio mi convince poco e mi riservo ogni valutazione. Il compiacimento del sindaco, oltre ad essere prematuro, è però ingiustificato".

LE COLPE NON SONO DELL’ANAS - Sottolinea Ancisi: "Il cavalcavia sulla Ravegnana - dice da sempre il sindaco - è tramontato perché non ci sono i soldi. Diciamo che non ci sono più, dato e non concesso che siano stati spesi per il meglio. Ma il progetto del cavalcavia risale al secolo scorso, in epoca di vacche grasse, esattamente al 1996. Fu allora che il Comune di Ravenna lo commissionò al prof. Alberto Bucchi al prezzo di circa 150 milioni di lire, aggiornato poi dallo stesso progettista al prezzo ulteriore di quasi centomila euro. Prevedeva di spostare l’incrocio ad ovest, per evitare la contiguità col fiume Ronco, realizzando uno svincolo a due livelli: una grande rotatoria di base per il traffico nord-sud sulla Ravegnana e un cavalcavia per il traffico est-ovest sulla Classicana. Già nel 2003 l’ANAS aveva inviato a tutti gli agricoltori proprietari dei terreni agricoli coinvolti un preavviso di esproprio. Il progetto, addirittura esecutivo, era stato approvato da tutti gli enti interessati e avrebbe richiesto solo dei semplici adeguamenti al nuovo codice dei contratti e alla zonizzazione sismica".

"Colpa dell’Anas - trattandosi di viabilità statale – se il progetto non è stato realizzato? - si chiede Ancisi -. No assolutamente, perché vige da decenni un accordo, stabilito dalla Conferenza Stato-Regioni, secondo cui, sul monte della spesa d’investimento per lavori straordinari iscritta nei bilanci annuali dell’ANAS, spetta ad ogni Regione una percentuale fissa su cui è la Regione stessa a decidere a quali opere del proprio territorio debba essere destinata. Per l’Emilia-Romagna la percentuale è del 6,25 per cento. Se il cavalcavia sull’incrocio Classicana/Ravegnana non è stato inserito, in tutti questi 17 anni, in nessuno degli elenchi annuali delle opere prioritarie da realizzare in Emilia-Romagna, è perché la Regione ha fatto altre scelte, quasi sempre a favore dell’Emilia e a svantaggio della Romagna. Penalizzata è stata soprattutto Ravenna, visto che Cesena e Forlì le loro tangenziali nuove di zecca le hanno fatte, mentre Ravenna ne conserva una da terzo mondo, risalente agli anni ’60, fuori sezione e con incroci semaforici pericolosissimi; per non dire delle varianti, mai neppure progettate, della statale 16 a Fosso Ghiaia e tra Ravenna e Mezzano, su tratti anch’essi maledetti. Sulla Classicana, la Regione ha dato la priorità all’accesso al Consar Grar. Si capisce bene perché".

INAUGURAZIONE SOBRIA - "Problemi di governabilità della Regione o di rapporti della Regione con Ravenna? - chiosa ancora il consigliere comunale -. La Regione Emilia-Romagna è da sempre dominata da PCI-PDS-DS-PD e dal 1999 è governata da Vasco Errani, ravennate come i sindaci Mercatali e Matteucci, suoi compagni di partito. Per questa ragione, consiglio fin d’ora che, se e quando la rotondina sarà inaugurata, ne facciano una cerimonia sobria, in memoria di quanti lì ci hanno lasciato la vita".

SPADONI - Il consigliere provinciale dell'Udc, Gianfranco Spadoni, condivide l'analisi di Ancisi. "Infatti, in tutti questi  decenni,  si sarebbe dovuto  mettere in sicurezza questo incrocio per la sua costante pericolosità, ma  pur disponendo negli ultimi decenni  abbondanti risorse di provenienza statale e della Comunità Europea,  non solo non  abbiamo messo in sicurezza le zone  più a rischio, ma non siamo riusciti nemmeno a  sviluppare  la rete stradale,  né tanto meno si sono utilizzate le risorse per rafforzare il trasporto ferroviario rimasto, come le strade del resto,  in una situazione  da dopoguerra", afferma Spadoni.

Sulla questione Ravegnana, secondo Spadoni "la Regione ha molte responsabilità per non avere mai inserito tale opera in posizione prioritaria e di fattibile realizzazione, nella pianificazione dei Trasporti e in quella della programmazione delle  Opere pubbliche, ma vi sono altrettante colpevolezze, non meno gravi, anche da parte della Provincia e del Comune, i quali dovevano adoperarsi con maggiore vigore nei confronti dell’ente bolognese per sollecitare l’opera in questione. D’altra parte se non cambiano le procedure, sino a oggi  gli enti locali riempivano  interi volumi (parte previsionale degli investimenti) colmi di  proposte, progetti, indicazioni di lavori, piani e programmazione di interventi, costruzioni e ristrutturazioni, sapendo bene che effettivamente si sarebbe attuata una minima parte e le rimanenti proposte  rappresentavano solo un tomo d’effetto, ma unicamente un bel libro dei sogni".

"La rotonda che verrà, dunque, porterà indubbi benefici, ma occorre prestare attenzione alle sue limitate dimensioni, poiché potrebbero rappresentare la causa di altri tipi d’ incidente proprio per il limitato diametro - conclude il consigliere dell'Udc -. D’altra parte queste rotatorie assolvono la funzione di moderazione e snellimento del traffico, ma se il diametro è troppo limitato,  può  essere anche causa di tamponamenti".

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