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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Soppressione dell'Ufficio Difensore Civico: Guerra (LN): "Lesi i diritti dei cittadini"

Sulla soppressione dell'Ufficio del Difensore Civico territoriale intervniene il capogruoppo della Lega Nord, Paolo Guerra: "Per chi comprende lo scopo e l'importanza di questa figura, la vicenda ha dell'incredibile"

Sulla soppressione dell’Ufficio del Difensore Civico territoriale intervniene il capogruoppo della Lega Nord, Paolo Guerra: "Per chi comprende lo scopo e l'importanza di questa figura, la vicenda ha dell'incredibile e vede nuovamente lesi i diritti dei cittadini (in tal caso di Ravenna) in nome del risparmio sulla spesa pubblica che dovrebbe invece riguardare altre voci e non quelle che mirano a tutelare e garantire il cittadino nei confronti dei soprusi della pubblica amministrazione".

"In Italia oggi sopravvive solamente e faticosamente la figura del Difensore civico regionale che, in virtù di specifici accordi con gli Enti locali, sfocia nel ruolo di Difensore territoriale attraverso la presenza sporadica nei capoluoghi di provincia. Il Difensore territoriale di fatto: è l’unico organismo che tutela i diritti dei cittadini nei confronti della pubblica amministrazione, dal momento che il difensore civico comunale è stato soppresso con la finanziaria del 2010 e il difensore civico nazionale non è mai stato istituito; offre un servizio diretto ai cittadini sia in termini di intervento attivo/correttivo rispetto alle disfunzioni della p.a., sia in termini di consulenza e verifica su problemi specifici dei privati nei confronti della p.a.; ha competenze generali rispetto a quelle dei garanti che agiscono invece in ambiti circoscritti (detenuti, minori, contribuente, malato etc); determina sensibili risparmi per i cittadini e per le p.a., grazie alla sua azione di mediazione e informale risoluzione di controversie, producendo una evidente deflazione del contenzioso giurisdizionale; è facilmente accessibile a tutti e non comporta costi a carico del cittadino - spiega Guerra -. Va precisato che sull’ampio territorio ravennate era resa possibile la presenza del Difensore Civico per sole due mezze giornate al mese grazie ad una Convenzione fra il Comune e la Provincia di Ravenna al costo di 11mila Euro annui versati alla Regione Emilia Romagna. L’attività del Difensore civico territoriale è offerta ai cittadini del Comune di Ravenna e di Cervia e dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna (Alfonsine, Bagnara di Romagna, Bagnacavallo, Conselice, Cotignola, Fusignano, Lugo, Massa Lombarda, Russi e Sant’Agata sul Santerno)".

"Nella relazione del Difensore civico del 2013 - prosegue il capogruppo - sono state seguite, a favore di cittadini che lo hanno interpellato per reali o presunte ingiustizie, ben 671 casi in tutta la Regione Emilia Romagna in prevalenza ripartiti sul pagamento dei tributi nel 22% dei casi; sugli enti pubblici nel 12% del totale; sui casi ambientali, sulle politiche sociali e sulle attività produttive anche legate al turismo rispettivamente in misura dell’11% su ciascuno. Dei 671 casi regionali del 2013, tralasciando i 250 provenienti dal territorio bolognese, ben 165 sono stati avanzati dal territorio ravennate, secondo in regione per numero di richieste. Il territorio di Ferrara risulta terzo e distaccato con 48 richieste A seguire tutti gli altri. L’ampiezza del territorio ravennate, l’entità della popolazione e il numero di richieste inoltrate evidenziano come il nostro territorio sia fortemente penalizzato dalla definitiva soppressione della presenza in loco del Difensore civico. Si tenga difatti presente che delle 165 pratiche gestite a Ravenna nel 2013, ben 130 sono originate da contatti ed accessi diretti all’interno dell’Ufficio che era allestito per sole 2 mezze giornate al mese nel Palazzo della Provincia sito in Piazza Caduti della Libertà. Le materie sulle quali si sono registrati gli interventi di maggiore spessore attengono ai servizi pubblici (Hera, Enel) e ai tributi locali (IMU in particolare). A queste si aggiungono le tematiche connesse, relative ai servizi sociali e all’Acer. Da ultimo le tematiche di inquinamento acustico e in materia di accesso agli atti". 

Poi Guerra arriva al punto: "Essendo emersa la decisione di chiudere definitivamente l’Ufficio del Difensore civico territoriale a Ravenna, e ritenendo tale atto profondamente ingiusto e lesivo nei confronti dei cittadini vittime di ingiustizie ho presentato una circostanziata interrogazione al Sindaco e alla Giunta comunale in quanto nell’assoluto silenzio di questa vicenda chiedo: le motivazioni per le quali non sia stato richiesto formalmente alla Regione Emilia Romagna il mantenimento di un Presidio sul territorio, ovvero l’apertura dell’ufficio nel Comune di Ravenna in virtù dell’attitudine e della necessità di ricorso a questa figura da parte dei cittadini ravennati; le motivazioni per cui non siano stati presi contatti con gli altri Comuni romagnoli chiedendo l’introduzione e la condivisione della figura e dei costi del Difensore Civico per la Romagna attivabile nei territori di Forlì e Cesena, Rimini e Ravenna considerando che ciascuno di questi, nel 2013, ha “partorito” rispettivamente 55, 15 e 165 pratiche al punto da giustificare una presenza distribuita quanto meno nel comprensorio; se, come da tempo auspicato dalle Istituzioni preposte, siano state attivate procedure per la formazione del personale comunale dedicato al ricevimento del pubblico e ad una prima istruttoria dei casi oggetto di contenzioso. E’ difatti caldeggiato dagli stessi Difensori civici come gli enti locali dovrebbero diventare i front office di un sistema a rete, modellato sulla falsariga dello SUAP, per veicolare e facilitare l’inoltro delle pratiche avanzate dai cittadini presso l’Ufficio del Difensore civico regionale; se siano state accantonate risorse comunali per la realizzazione di un protocollo informatico che permetta di inviare le istanze dei cittadini dagli uffici del Comune (URP, etc,) all’Ufficio centrale del Difensore civico regionale, così come auspicato dalle stesse Istituzioni". 

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