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Via D'Amelio vent'anni dopo: "Mai abbassare la guardia contro la mafia"

Il 19 luglio di vent’anni fa in un attentato mafioso in via D’Amelio, persero la vita il giudice Paolo Borsellino e la sua scorta. “Ricordiamo tutti quel giorno terribile" afferma il Sindaco di Ravenna Fabrizio Matteucci

Il 19 luglio di vent’anni fa in un attentato mafioso in via D’Amelio, persero la vita il giudice Paolo Borsellino e la sua scorta. “Ricordiamo tutti quel giorno terribile  -  afferma il Sindaco di Ravenna Fabrizio Matteucci - . Eravamo ancora profondamente scossi  per  strage di Capaci avvenuta due mesi prima e quel secondo attentato criminale ci ha fatto sentire come se quell’orrore non potesse avere mai fine. Vent’anni dopo vogliamo onorare la memoria di Paolo Borsellino  e dei generosi uomini della sua scorta".
 
"Vogliamo onorare la memoria di tutti quegli onesti e coraggiosi  servitori dello Stato che hanno sacrificato la loro vita  per combattere  contro  mafia.  Ribadiamo la nostra affettuosa solidarietà alle famiglie delle vittime di mafia e il nostro convinto sostegno morale a quanti, magistrati e forze dell’ordine, sono in prima linea  nella lotta alla mafia. Confermiamo il nostro impegno a fare crescere la cultura della legalità e a non abbassare mai la guardia perché nessun territorio è immune, anzi  la mafia ha grande convenienza ad infiltrarsi nelle economie sane per riciclare denaro proveniente da profitti illeciti".
 
"Il  Comune di Ravenna promuove da quattro anni   un progetto educativo  ‘Liberi dalle Mafie’  che  nel 2012  ha coinvolto 1.600 studenti delle scuole medie.  Nel 2009 abbiamo conferito la cittadinanza  onoraria a  Roberto Saviano perché questo giovane giornalista e scrittore è il simbolo di chi non si vuole piegare ai ricatti della criminalità organizzata. E poi ci sono i protocolli sugli appalti che abbiamo siglato con le varie associazioni di categoria e con gli imprenditori. Vogliamo insomma fare la nostra parte,  cercando di rafforzare quei principi di legalità ed onestà che sono fortemente radicati nel nostro territorio e che sono un argine solido contro le  infiltrazioni mafiose” conclude Matteucci.
 

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