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Tenta l'omicidio 'perfetto' sciogliendo farmaci nel caffè dell'ex moglie: il video che lo incastra

Nel video filmato dalle telecamere nascoste dai militari nella cucina, l'uomo viene ripreso mentre prepara il caffè versando nella tazzina i medicinali

Secondo gli inquirenti avrebbe potuto essere l'omicidio "perfetto". Ma fortunatamente non lo è stato. Nei giorni scorsi i Carabinieri del Nucleo investigativo del comando provinciale di Ravenna hanno fermato un uomo del faentino che avrebbe cercato di avvelenare la ex moglie offrendole quotidianamente del caffè al cui interno aveva precedentemente inserito dei medicinali anticoagulanti (medicine che la donna assumeva sotto prescrizione medica).

Sabato, durante l’udienza di convalida, il Giudice per le indagini preliminari ha disposto un’ordinanza di custodia cautelare in carcere concordando con la gravità di indizi a carico dell'uomo per le tre tipologie di reato ad egli contestate - tentato omicidio, violenza sessuale aggravata e maltrattamenti. L’uomo, attualmente ristretto nel carcere di Modena, risulta percettore di reddito di cittadinanza, motivo per il quale è stata avanzata dai militari una segnalazione alle autorità competenti per la cessazione dell’erogazione del beneficio, così come previsto dalla legge.

Nel video filmato dalle telecamere nascoste dai militari nella cucina, l'uomo viene ripreso mentre prepara il caffè versando nella tazzina un’ulteriore tipologia di medicinale, questa volta una doppia dose di un vasodilatatore: l’obiettivo era, secondo gli inquirenti, far assumere in maniera occulta e in sovradosaggio dell’anticoagulante all'ex moglie per procurare delle emorragie cerebrali, sostanze miscelate successivamente a vasodilatatori che avrebbero reso queste emorragie inarrestabili nel giro di pochi minuti. E' stata la stessa vittima a denunciare al Comando dei Carabinieri dell'entroterra faentino le violenze fisiche e verbali subìte dall'ex coniuge, riferendo poi un inquietante sospetto: quello di essere vittima di un avvelenamento. Una denuncia che ha subito messo in moto le indagini dell'Arma.

Secondo la tesi degli investigatori, l'avvelenamento andava avanti da almeno una ventina di giorni. L'uomo era improvvisamente diventato gentile e offriva ogni mattina il caffè all'ex moglie. Così sarebbe iniziata la progressiva somministrazione di anticoagulanti sciolti nel caffè. Le analisi tossicologiche hanno poi riscontrato un aumento di dosaggio nell'ultimo periodo; una circostanza che ha spinto gli investigatori a fermare l'uomo e a mettere la donna sotto protezione. Le indagini hanno inoltre consentito di accertare, in un contesto stratificato nel tempo, maltrattamenti fisici e psicologici e due episodi di violenza sessuale nonostante la già avvenuta separazione tra l’uomo e la donna. I due, infatti, continuavano a frequentarsi per via della loro figlia.

Come riferito dagli investigatori la donna, dopo le prime sensazioni di malessere accusate in seguito all'assunzione del caffè, ha cercato di notare se ci fosse qualche "diversità" nella composizione dello zucchero all'interno della tazzina. Accorgendosi di qualcosa che non andava ha poi riferito tutto ai Carabinieri. Da qui sono partite le analisi, ma anche il contatto continuo fra la donna e gli agenti delle forze dell'ordine per costruire un flusso informativo costante e dare un sensazione di sicurezza alla vittima.

Secondo una prima ricostruzione effettuta dal medico legale in base alle analisi tossicologiche, il rischio sarebbe stato quello di trovarsi di fronte a una morte inspiegabile, a un omicidio perfetto. Questo perché sarebbe stato impossibile determinare che l'eventuale emorragia cerebrale o ictus fossero stati causati dal sovradosaggio di un farmaco che la signora già prendeva per questioni pregresse.

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