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Cronaca Faenza

Faenza, continua la morìa di tortore 'dal collare'

La moria di tortore dal collare a vita libera, di cui furono rinvenute circa 3.000 carcasse nelle prime due settimane di gennaio 2011 a Faenza (Ra), nei pressi di una zona industriale, non sarebbe cessata

La moria di tortore dal collare a vita libera, di cui furono rinvenute circa 3.000 carcasse nelle prime due settimane di gennaio 2011 a Faenza (Ra), nei pressi di una zona industriale, non sarebbe cessata, anche se il fenomeno si presenterebbe in misura minore. Ne dà notizia il consigliere regionale Giovanni Favia (Mov5stelle) in un’interrogazione, in cui sottolinea che una moria di quelle proporzioni “non può essere spiegata, se non come concausa, con l’ipotesi virale”.

Il consigliere, che già aveva presentato un’interrogazione su questo tema lo scorso gennaio, oltre a riportare i risultati degli esami e delle varie indagini eseguite sulle carcasse e su tortore vive catturate nello stesso sito, afferma che sarebbe importante accertare come “un’eventuale sostanza tossica presente o comunque collegata al sito industriale, che è in parte di tipo agroalimentare, possa essere entrata nella catena alimentare della popolazione locale delle tortore dal collare”.
Favia chiede quindi alla Giunta regionale se vi siano elementi di novità, oltre a quelli già noti, se si intendano eseguire ulteriori indagini per stabilire se concause infettive o alimentari possano aver contribuito alla comparsa del quadro clinico osservato e se non ritenga opportuno effettuare, tramite Arpa e Ausl, veri controlli a campione, più circostanziati di quelli fatti successivamente al picco della moria.

Il consigliere vuole anche sapere se le tortore trovate morte all’interno delle aziende lì ubicate vengano smaltite all’interno dello stesso sito, in violazione della delibera di giunta 2966/2001, sul recupero della fauna selvatica, se si intenda intervenire sul versante della prevenzione, cercando un accordo con le aziende presenti nel sito industriale per stoccare materie prime e sottoprodotti di lavorazione in luoghi confinati, e quali proposte o progetti siano stati avanzati dalle stesse aziende sia per la tutela della popolazione delle tortore dal collare, sia per la diminuzione del “rilevante inquinamento odorigeno”.

 

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