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Cronaca Sant'Alberto

Fanghi da Perugia a Sant'Alberto: "Nessun pericolo per la popolazione"

L'arrivo di fanghi di origine agroalimentare da fuori regione a Sant'Alberto ha destato, a fine agosto, allarme e preoccupazione nella popolazione. Si è appena conclusa l'ulteriore fase di analisi

L’arrivo di fanghi di origine agroalimentare da fuori regione a Sant’Alberto ha destato, a fine agosto,  allarme e preoccupazione nella popolazione. Si è appena conclusa l’ulteriore fase di analisi dei materiali conferiti. Provincia e Comune di Ravenna promuovono un’assemblea pubblica sul tema "Fanghi di Sant'Alberto"  per fornire informazioni dettagliate e definitive sulla vicenda. Giovedì, alle ore 20,45, alla Sala polivalente di S. Alberto (via Cavedone). Intervengono: Mara Roncuzzi, assessore provinciale all’ambiente, Guido Guerrieri, assessore comunale all’ambiente e tecnici della Sezione provinciale ARPA.

“La Provincia e il Comune di Ravenna intendono ricostruire la vicenda dello stoccaggio dei fanghi provenienti da Perugia – spiegano gli assessori all’ambiente di Provincia e Comune – per rassicurare la popolazione”. “Si tratta – aggiunge Mara Roncuzzi – di fanghi di origine agroalimentare, che, a patto di presentare determinate caratteristiche qualitative sinora riscontrate, possono essere utilizzati per la concimazione dei campi, evitando l’utilizzo di prodotti chimici per il medesimo scopo e lo smaltimento di tale materiale come rifiuto da incenerire o portare in discarica”.

“La Cooperativa agricola di San Biagio è in possesso di autorizzazione rilasciata nel 2008 dalla Provincia per lo stoccaggio di fanghi nel sito di via Forello, attività alla quale poteva procedere, come da prescrizioni, soltanto dopo aver ottenuto una specifica autorizzazione all’utilizzo agricolo dei fanghi, rilasciata dalla Provincia il 20 agosto. Dopo quella data, per poter procedere allo spandimento effettivo sul terreno, la Cooperativa ha compiuto ulteriori passaggi tecnico-amministrativi che ora l’autorizzano allo spandimento in campo”.

“E’ poi opportuno – precisa Roncuzzi - fare chiarezza sul sito di provenienza dei fanghi. Il Comune di Perugia, su indicazione di Arpa, in un’ordinanza consultabile su internet, ordinava che tali fanghi, entro 15 giorni, fossero rimossi da dove erano stati accumulati perché maleodoranti in quanto stoccati da troppo tempo e in quantità eccessive. Nell’ordinanza non si parla di materiali “inquinati” o di fanghi “tossici”; in tal caso infatti l’Arpa Umbra avrebbe dovuto sequestrali e metterli in sicurezza. Ci risulta invece che Arpa Umbria abbia effettuato campioni da cui non è emersa alcuna contaminazione dei fanghi”. “Non vi è quindi incompatibilità fra quanto deciso a Perugia e quanto autorizzato a Ravenna” concludono gli assessori, “ma restiamo a disposizione per eventuali ulteriori domande nel corso dell’assemblea”.

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