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Cronaca

Operaio morto sul lavoro: sciopero in tutti i turni di lavoro per 24 ore, le sirene del porto suoneranno in memoria di Hysa

Lo sciopero è stato proclamato dai sindacati Cgil Cisl, Uil, Usb e dalla rappresentanza sindacale dell'azienda: "Occorrono provvedimenti per far cessare incidenti di tale gravità"

Dopo il tragico incidente sul lavoro di giovedì mattina che è costato la vita a un operaio della Cofari presso il Centro servizi dello stabilimento Marcegaglia di Ravenna, i sindacati Cgil Cisl e Uil, unitamente alla rappresentanza sindacale unitaria (Rsu) di Marcegaglia e alle categorie di tutti i lavoratori presenti nell'azienda, proclamano 8 ore di sciopero per tutta la giornata di giovedì e per tutti i turni di lavoro, bloccando così il porto per 24 ore. "È necessario che la direzione aziendale e la direzione di Cofari convochino immediatamente le organizzazioni sindacali, la Rsu e gli Rls per comprendere le dinamiche dell’accaduto e porre in essere ogni provvedimento utile affinché cessino eventi di tale gravità", affermano Cgil, Cisl e Uil.

Scrivono Marinella Melandri (Cgil), Roberto Baroncelli (Cisl) e Carlo Sama (Uil): "Hysa Bujar di 63 anni è morto questa mattina a causa di un infortunio sul lavoro che si è verificato presso il Centro Servizi dello stabilimento Marcegaglia di Ravenna. Hysa lavorava per la cooperativa di facchinaggio Co.Fa.Ri. L’infortunio mortale sembra avere sinistre analogie con un altro infortunio mortale avvenuto in Marcegaglia nel 2014, dove trovò la morte Lorenzo Petronici. Solo un anno fa, in IFA, un altro terminal ravennate, ha trovato la morte Franco Pirazzoli anche lui in un infortunio ancora da chiarire e sul quale sono aperte le indagini della magistratura. Una scia di sangue che non si arresta, nonostante i MAI PIÙ. Hysa lascia la moglie, 2 figli e i nipoti ai quali porgiamo le nostre condoglianze e la nostra promessa di fare ogni cosa sia in nostro potere perché la morte del proprio congiunto non sia vana. CGIL CISL UIL, unitamente alla RSU Marcegaglia ed alle Categorie di tutti i lavoratori impegnati a qualsiasi titolo negli stabilimenti Marcegaglia di Ravenna hanno proclamato lo sciopero per tutti i turni di lavoro delle giornate del 15 e del 16 luglio. Domani i lavoratori del porto di Ravenna si fermeranno per 24 ore e alle 12 le sirene del porto suoneranno in segno di protesta per queste morti e di solidarietà con la famiglia. Durante l’incontro avvenuto nel primo pomeriggio con la direzione aziendale di Marcegaglia le rappresentanze sindacali, dopo un sopralluogo nel sito della tragedia, hanno ribadito problematiche inerenti le carenze di personale, gli spazi angusti di lavoro ed impegni orari eccessivamente prolungati per i lavoratori impegnati negli appalti. Lasciamo alla magistratura il compito di accertare le responsabilità di ciò che è accaduto. Alla città, alle istituzioni, agli organismi di controllo ed alle associazioni di rappresentanza la responsabilità di uno sforzo straordinario per il consolidamento di un sistema che discrimini chi non è in grado di garantire i più alti standards di sicurezza. In questo senso, il rinnovo del protocollo sulla sicurezza del porto, che prenderà avvio nei prossimi giorni, sarà l’occasione per misurare la reale volontà degli attori economici dell’ambito portuale per mettere al primo posto la sicurezza dei lavoratori".

"In Marcegaglia si è consumata l’ennesima tragedia. Giovedì mattina un lavoratore di 60 anni dipendente di una ditta in appalto è deceduto, da una prima ricostruzione dei fatti, rimanendo schiacciato sotto un nastro di acciaio - afferma il sindacato Usb (Unione sindacale di base) - Un altro infortunio mortale era avvenuto nel 2014. Come USB avevamo proclamato il 27 maggio scorso uno sciopero di 4 ore, dopo che una pinza di 3 tonnellate si era staccata dal punto di fissaggio rovinando al suolo. Allora scrivevamo “La sicurezza è una cosa seria!”, tanto seria che in mancanza si muore!  Non è più tollerabile la continua mattanza di lavoratrici e di lavoratori nei luoghi di lavoro! Il profitto non può venire prima della salute e della sicurezza di chi lavora".

"Non si può morire di lavoro! Basta morti sul lavoro: da mesi la Uil e la Uil Emilia Romagna, in solitaria, hanno avviato la campagna #ZeroMortiSulLavoro - dichiara il segretario generale Uil Emilia Romagna e Bologna, Giuliano Zignani -Basta anche parlare di fatalità: qui ci sono responsabilità che vanno oltre il singolo episodio. Sono quanto mai urgenti assunzioni di personale agli Ispettorati di Lavoro, all’Ausl per avviare un sistema di controlli a tappeto sui luoghi di lavoro. Occorre anche che la Magistratura faccia la sua parte arrivando, in tempi certi, a condanne esemplari per quei datori di lavori che non rispettano le norme di sicurezza, previsti da accordi e contratti di lavoro".

"Infine, occorre un’evoluzione, in senso più stringente, delle normative sulla sicurezza perché non si può sacrificare una vita al profitto - conclude Zignani - I nostri rappresentanti alla sicurezza, nelle singole imprese, sono vigili, attenti e segnalano ogni violazione, ma non basta. Occorre uno sforzo corale di tutti. Dalle Istituzioni alle imprese. La Uil Emilia Romagna si stringe in un abbraccio affettuoso alla famiglia del lavoratore morto".

Si unisce alla protesta anche la FLM Uniti Marcegaglia Romagna che programma per venerdì 8 ore di sciopero per ogni turno in tutto lo stabilimento Marcegaglia, sia per i lavoratori Marcegaglia sia per quelli delle ditte esterne in appalto e subappalto. "La RLS e la RSU in Marcegaglia ormai sono inesistenti in quanto infortuni lievi, gravi oppure mortali come quello di oggi, sono all'ordine del giorno. L'amministrazione pubblica ed il Sindaco de Pascale, che aveva indetto un Osservatorio per la legalità e la sicurezza sul lavoro mai realmente in funzione, dove sono in tutto questo? Dove sono i controlli degli ispettorati? Un'azienda come Marcegaglia, in cui gli incidenti gravi o mortali sono così frequenti, dovrebbe avere controlli continui, per verificare l'effettiva applicazione di norme per la sicurezza sul lavoro, pena multe salatissime. Quanti morti dobbiamo ancora attendere affinché il Sindaco in persona si prenda carico di un problema di tale gravità? Gli interessi del Partito Democratico a mantenere ottime relazioni con i vertici aziendali sono forse più importanti dell'ennesimo lavoratore ucciso sul lavoro?".

"Vogliamo inoltre ricordare - continua la Flm Uniti - che nel 2014, al lavoratore Lorenzo Petronici è toccata la stessa tragica sorte, con una dinamica molto simile. Il capitalismo continua ad uccidere i lavoratori. Non è più possibile, oramai, catalogare questi fatti come "incidenti". Questi sono omicidi veri e propri, in nome del profitto di pochi, con la complicità di un sistema politico che non fa nulla per prevenire queste morti, pur di non urtare la sensibilità dei padroni di turno e di non violare la loro libertà allo sfruttamento e al profitto ad ogni costo. E' ora di dire basta a questa mattanza! Sono 306 i morti sul lavoro nei primi 4 mesi del 2021 in Italia, 3 morti ogni giorno lavorativo".

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