Niccolò a MasterChef 'scivola' sullo squacquerone, recupera sul raviolo e fa ridere tutti con le mentine
Il suo piatto 'La vita non ha senso' fa arrabbiare i giudici, ma chef Barbieri sdrammatizza: "Comunque vada sei una gran cartola!"
Il lungo viaggio di MasterChef Italia è partito ufficialmente, e con lui l'avventura del giovane medico ravennate Niccolò Califano. La rotta prevedeva partenza dalle postazioni piene di sorprese per la prima Mystery Box, Invention Test a tema mare con una sfida Tirreno vs Adriatico e le rispettive cucine, arrivo a Messina nella prova in esterna e poi ritorno ai fornelli per il traguardo di serata, un Pressure Test tesissimo al sapore di pasta ripiena. I primi due aspiranti chef hanno dovuto abbandonare il viaggio, guidato sempre dal trio irresistibile dei giudici Bruno Barbieri, Antonino Cannavacciuolo e Giorgio Locatelli, sono Chù e Fiorenza, che hanno tolto il grembiule rispettivamente all’Invention e al Pressure.
Prima “vera” Mystery Box per i cuochi amatoriali di quest’anno: a farla da protagonista un panino al salame, grande classico delle merende italiane. Per loro dieci ingredienti - coppa di maiale dei Nebrodi, cavolo riccio, formaggio Roquefort, nespole, finocchio, papaccella napoletana, fegato di vitello, melassa di melagrana, cipolla bianca di Margherita di Savoia e birra chiara - e l’obiettivo di creare un piatto, usando tutti o alcuni di questi alimenti, capace di riprodurre l’esplosione di sapori che un panino al salame crea in bocca. I giudici hanno scelto di assaggiare i piatti di Filippo, che ha proposto il suo Nella vita ci vuole fegato (fegato marinato in salsa di soia chutney di nespole e insalata di cavolo riccio e finocchio); Settimino con il suo Fegato alla contadina (fegato con cipolla, papacella, finocchi in agrodolce e crema di Roquefort); e di Eleonora con All my liver (fegato speziato alla birra con cipolle, finocchi gratinati con salsa di Roquefort, panna e latte). Quest’ultima si è aggiudicata la prova con relativa Golden Pin, a garanzia dell’immunità di una prova a sua scelta per le prossime settimane, e un vantaggio nel successivo Invention Test, una sfida tra i due grandi mari d’Italia, Tirreno e Adriatico, e i loro ingredienti: a lei il compito di dividere la classe in due, assegnando quindi i piatti di uno dei due versanti marini italiani.
A Niccolò tocca l'Adriatico, e quindi 15 minuti in meno rispetto agli sfidanti "tirrenici" per cucinare. Le cose non vanno molto bene, tanto che arriva a bruciare una padella. Il suo piatto con sgombro, salsa teriyaki e di cicoria non convince e - colmo per un romagnolo - "scivola" sull'uso dello squacquerone. E il nome del suo piatto dice tutto: "La vita non ha senso". Lo presenta ai giudici a testa bassa: "Rispecchia il casino che c'è nella mia testa", ammette. "E' un piatto un po' disfattista", lo critica Locatelli. Ci pensa Barbieri a sdrammatizzare: "Comunque vada sei una gran cartola! - lo fa sorridere - Ma almeno la salsa è di un bel verde speranza, quella che dovresti avere tu". Alla fine comunque Niccolò finisce tra i peggiori a causa del piatto sbagliato e del suo atteggiamento negativo. "Voglio vedere un altro atteggiamento - gli dice Locatelli -, per cui voglio darti un'altra possibilità". Alla fine della sfida i giudici hanno premiato il piatto dell’Adriatico di Antonio, Canocchie e Macco (purea di cicerchie con canocchie in umido e salsa di cicoria). Piatto peggiore quello di Chù, che ha abbandonato subito la cucina.
Trasferimento a Messina per la prima Prova in Esterna: gli aspiranti chef hanno dovuto cucinare per i 40 nuotatori che, per celebrare il 70esimo anniversario dalla prima traversata a nuoto dello Stretto, hanno ripetuto l’impresa. Antonio, vincitore dell’Invention Test, ha potuto comporre le due brigate scegliendo anche i rispettivi menù: grembiule rosso per lui - insieme a Deborah, Filippo, Eleonora, Niccolò, Alberto, Anna, Kassandra e Settimino - per preparare il Pidone di mare (una sorta di calzone fritto ripieno tipico della città), mezze maniche con le sarde e, a seguire, braciole di pesce spada con contorno a scelta; la brigata blu, capitanata da Lorenzo – affiancato da Marcus, Michela, Andrea, Beatrice, Fiorenza, Niccolò, Sara e Valeria - ha invece preparato il Pidone di terra, la Pasta ‘ncasciata messinese come primo e, come seconda portata, le braciole di carne con contorno a scelta.
I piatti di mare hanno vinto la prova, blu - e quindi il giovane ravennate - condannati al Pressure Test che aveva come protagonista la pasta ripiena. Gli sfidanti dovevano abbinare, uno per uno, diciotto tipologie di pasta al rispettivo ripieno; i primi a sbagliare sono dovuti passare allo step successivo, l’ideazione di un nuovo formato e di un nuovo ripieno per una vera e propria “pasta d’autore” inedita. Niccolò fa ridere tutti guardando gli ingredienti sul tavolo: "È da dieci minuti che mi chiedo in quale pasta vadano le mentine". E alla fine stupisce gli chef con la sua 'Pasta in camicia', un raviolone ripieno di ricotta, funghi champignon, prosciutto crudo e tuorlo d'uovo. Lui non sa di aver avuto un’idea molto simile a un genio della cucina come Nino Bergese, i cui Ravioli del San Domenico di Imola hanno scritto una pagina di storia della cucina italiana. "Non lo conosci?", gli domanda Cannavacciuolo. "No, sono povero", scherza lui.
Il commento dei giudici al piatto di Niccolò diventa così un momento di ilarità, soprattutto grazie alla sua sviolinata nei confronti di Barbieri. Il 26enne si salva e prosegue il suo percorso a Masterchef. Peggiore della prova Fiorenza, che ha dovuto abbandonare MasterChef Italia. Settimana prossima, giovedì 4 gennaio, sempre alle 21.15 su Sky e in streaming su Now continuerà il viaggio degli aspiranti chef tra i fornelli di MasterChef Italia, lottando per mantenere allacciato il proprio grembiule bianco, ma imprevisti e sorprese sono sempre pronti a scombussolare la Masterclass.