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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Niccolò a MasterChef 'scivola' sullo squacquerone, recupera sul raviolo e fa ridere tutti con le mentine

Il suo piatto 'La vita non ha senso' fa arrabbiare i giudici, ma chef Barbieri sdrammatizza: "Comunque vada sei una gran cartola!"

Il lungo viaggio di MasterChef Italia è partito ufficialmente, e con lui l'avventura del giovane medico ravennate Niccolò Califano. La rotta prevedeva partenza dalle postazioni piene di sorprese per la prima Mystery Box, Invention Test a tema mare con una sfida Tirreno vs Adriatico e le rispettive cucine, arrivo a Messina nella prova in esterna e poi ritorno ai fornelli per il traguardo di serata, un Pressure Test tesissimo al sapore di pasta ripiena. I primi due aspiranti chef hanno dovuto abbandonare il viaggio, guidato sempre dal trio irresistibile dei giudici Bruno Barbieri, Antonino Cannavacciuolo e Giorgio Locatelli, sono Chù e Fiorenza, che hanno tolto il grembiule rispettivamente all’Invention e al Pressure.

Prima “vera” Mystery Box per i cuochi amatoriali di quest’anno: a farla da protagonista un panino al salame, grande classico delle merende italiane. Per loro dieci ingredienti - coppa di maiale dei Nebrodi, cavolo riccio, formaggio Roquefort, nespole, finocchio, papaccella napoletana, fegato di vitello, melassa di melagrana, cipolla bianca di Margherita di Savoia e birra chiara - e l’obiettivo di creare un piatto, usando tutti o alcuni di questi alimenti, capace di riprodurre l’esplosione di sapori che un panino al salame crea in bocca. I giudici hanno scelto di assaggiare i piatti di Filippo, che ha proposto il suo Nella vita ci vuole fegato (fegato marinato in salsa di soia chutney di nespole e insalata di cavolo riccio e finocchio); Settimino con il suo Fegato alla contadina (fegato con cipolla, papacella, finocchi in agrodolce e crema di Roquefort); e di Eleonora con All my liver (fegato speziato alla birra con cipolle, finocchi gratinati con salsa di Roquefort, panna e latte). Quest’ultima si è aggiudicata la prova con relativa Golden Pin, a garanzia dell’immunità di una prova a sua scelta per le prossime settimane, e un vantaggio nel successivo Invention Test, una sfida tra i due grandi mari d’Italia, Tirreno e Adriatico, e i loro ingredienti: a lei il compito di dividere la classe in due, assegnando quindi i piatti di uno dei due versanti marini italiani.

A Niccolò tocca l'Adriatico, e quindi 15 minuti in meno rispetto agli sfidanti "tirrenici" per cucinare. Le cose non vanno molto bene, tanto che arriva a bruciare una padella. Il suo piatto con sgombro, salsa teriyaki e di cicoria non convince e - colmo per un romagnolo - "scivola" sull'uso dello squacquerone. E il nome del suo piatto dice tutto: "La vita non ha senso". Lo presenta ai giudici a testa bassa: "Rispecchia il casino che c'è nella mia testa", ammette. "E' un piatto un po' disfattista", lo critica Locatelli. Ci pensa Barbieri a sdrammatizzare: "Comunque vada sei una gran cartola! - lo fa sorridere - Ma almeno la salsa è di un bel verde speranza, quella che dovresti avere tu". Alla fine comunque Niccolò finisce tra i peggiori a causa del piatto sbagliato e del suo atteggiamento negativo. "Voglio vedere un altro atteggiamento - gli dice Locatelli -, per cui voglio darti un'altra possibilità". Alla fine della sfida i giudici hanno premiato il piatto dell’Adriatico di Antonio, Canocchie e Macco (purea di cicerchie con canocchie in umido e salsa di cicoria). Piatto peggiore quello di Chù, che ha abbandonato subito la cucina.

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Trasferimento a Messina per la prima Prova in Esterna: gli aspiranti chef hanno dovuto cucinare per i 40 nuotatori che, per celebrare il 70esimo anniversario dalla prima traversata a nuoto dello Stretto, hanno ripetuto l’impresa. Antonio, vincitore dell’Invention Test, ha potuto comporre le due brigate scegliendo anche i rispettivi menù: grembiule rosso per lui - insieme a Deborah, Filippo, Eleonora, Niccolò, Alberto, Anna, Kassandra e Settimino - per preparare il Pidone di mare (una sorta di calzone fritto ripieno tipico della città), mezze maniche con le sarde e, a seguire, braciole di pesce spada con contorno a scelta; la brigata blu, capitanata da Lorenzo – affiancato da Marcus, Michela, Andrea, Beatrice, Fiorenza, Niccolò, Sara e Valeria - ha invece preparato il Pidone di terra, la Pasta ‘ncasciata messinese come primo e, come seconda portata, le braciole di carne con contorno a scelta.

I piatti di mare hanno vinto la prova, blu - e quindi il giovane ravennate - condannati al Pressure Test che aveva come protagonista la pasta ripiena. Gli sfidanti dovevano abbinare, uno per uno, diciotto tipologie di pasta al rispettivo ripieno; i primi a sbagliare sono dovuti passare allo step successivo, l’ideazione di un nuovo formato e di un nuovo ripieno per una vera e propria “pasta d’autore” inedita. Niccolò fa ridere tutti guardando gli ingredienti sul tavolo: "È da dieci minuti che mi chiedo in quale pasta vadano le mentine". E alla fine stupisce gli chef con la sua 'Pasta in camicia', un raviolone ripieno di ricotta, funghi champignon, prosciutto crudo e tuorlo d'uovo. Lui non sa di aver avuto un’idea molto simile a un genio della cucina come Nino Bergese, i cui Ravioli del San Domenico di Imola hanno scritto una pagina di storia della cucina italiana. "Non lo conosci?", gli domanda Cannavacciuolo. "No, sono povero", scherza lui.

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Il commento dei giudici al piatto di Niccolò diventa così un momento di ilarità, soprattutto grazie alla sua sviolinata nei confronti di Barbieri. Il 26enne si salva e prosegue il suo percorso a Masterchef. Peggiore della prova Fiorenza, che ha dovuto abbandonare MasterChef Italia. Settimana prossima, giovedì 4 gennaio, sempre alle 21.15 su Sky e in streaming su Now continuerà il viaggio degli aspiranti chef tra i fornelli di MasterChef Italia, lottando per mantenere allacciato il proprio grembiule bianco, ma imprevisti e sorprese sono sempre pronti a scombussolare la Masterclass.

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