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Cronaca

Nonna Raveliana compie 100 anni: salvò dalla fucilazione dei tedeschi il suo futuro marito

“Raveliana ha affrontato la vita sempre con la determinazione e la forza che ancora le si leggono negli occhi", ha detto il vicesindaco Fusignani portandole gli auguri

Giovedì 29 febbraio il vicesindaco Eugenio Fusignani ha fatto visita a Filetto alla signora Raveliana Brenaggi, che ha compiuto cento anni. La neo centenaria, circondata dai familiari, ha ricevuto da Fusignani gli auguri da parte di tutta l'Amministrazione comunale accompagnati dal dono di un mazzo di fiori e da una pergamena. Alla festa erano presenti le figlie (Laura e Loretta), il fratello Edverardo che le ha regalato uno splendido mazzo di 100 rose rosse, tutti i nipoti e i pronipoti.

“Raveliana ha affrontato la vita sempre con la determinazione e la forza che ancora le si leggono negli occhi - ha detto il vicesindaco Fusignani – soprattutto per la sua storia che la vide protagonista nel 1944, all'indomani dell'8 settembre e contenuto anche nella storia della loro famiglia scritta dal fratello. Anche per questo merita tutto il nostro rispetto e il nostro affetto, con i migliori auguri della comunità ravennate perché possa continuare la sua vita con la serenità e l’amore che oggi la famiglia, gli amici e i cittadini tutti le hanno riservato".

Raveliana nasce a Villafranca di Forlì il 24 febbraio 1924 ed è vissuta sempre a Filetto. Dopo lo sbando dell'esercito rimasto senza direttive, moltissimi furono i giovani militari che lasciarono il fronte e tentarono di tornare alle loro case. Durante il tragitto erano costretti a nascondersi perché, se scoperti dai fascisti o dai tedeschi, rischiavano l'arresto e la fucilazione. La stessa cosa sarebbe accaduta per chi dava loro aiuto e ospitalità. Alcuni di questi giovani erano stati nascosti in gran segreto in un casolare a Filetto, lontano dalla strada, in mezzo ai campi, vicino al fiume Montone. Ma qualcuno che li aveva visti li denunciò e denunciò la famiglia che li aveva ospitati.

Il capofamiglia e due figli, tra i quali c'era il futuro marito di Raveliana, vennero arrestati, portati a Villafranca di Forlì, dove c'era la sede del Comando tedesco di zona e condannati alla fucilazione. La mattina dopo l'arresto, il padre fu costretto a scavare tre fosse nell'orto di un'abitazione vicina. Raveliana non cedette alla disperazione e cominciò, nonostante la situazione estremamente pericolosa, una lunga battaglia per cercare aiuto e testimoni che in qualche modo scagionassero gli arrestati. Tanto fu la sua tenacia e il suo coraggio che riuscì a fare liberare il futuro marito e i suoi familiari.

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