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Uccide la moglie e tenta il suicidio, le associazioni femministe: "Femminicidi di donne anziane con problemi in aumento"

Le associazioni femministe del ravennate condannano l'omicidio di Maria Ballardini, 82enne uccisa giovedì dal marito Claudio Cognola, 77enne che ha poi tentato il suicidio e ora si trova in prognosi riservata all'ospedale Bufalini di Cesena

Le associazioni femministe del ravennate condannano l'omicidio di Maria Ballardini, 82enne uccisa giovedì dal marito Claudio Cognola, 77enne che ha poi tentato il suicidio e ora si trova in prognosi riservata all'ospedale Bufalini di Cesena. Un gesto che, ritiene la Procura - ma anche tanti vicini di casa -, sarebbe con ogni probabilità da addebitare alla disperazione dell'uomo, che ha accoltellato la compagna di una vita colpita da una malattia ai reni che le causava intensi dolori, tanto che viveva di fatto reclusa in casa a causa della disabilità. A dare l'allarme, infatti, è stato lo stesso marito, che si è poi lanciato dal terrazzo della loro abitazione condominiale di via Gardella.

"Con la puntualità che ormai conosciamo, è la diciottesima vittima di femminicidio del 2022. Una ogni 3 giorni - commentano dalla Casa delle Donne di Ravenna - Leggiamo sui giornali che Claudio Cognola era "provato dalle condizioni della moglie e forse anche dall'eccessivo carico che comportava la sua assistenza", pertanto le vittime sono due. Ecco, sentiamo l'esigenza di dire chiaramente che non è così. Maria Ballardini è l'unica vittima, uccisa dal marito che, con tutta la forza e tutta la violenza che gli è stato possibile scaricare sul suo corpo inerme, è l'unico responsabile. Siamo preoccupate e siamo consapevoli che dobbiamo stare attente. I femminicidi di donne anziane con problemi di salute sono in aumento, ma sono anche i femminicidi che rischiano di essere dimenticati e rischiano di essere archiviati, derubricati a tragedie famigliari di coppie anziane. Non sono mediaticamente abbastanza spendibili. Non ci sono foto né post sui social, non ci sono amanti, non ci sono denunce. Come dire che non c'è niente da dire, niente da aggiungere".

"E invece - ribadiscono - questi sono i femminicidi più importanti, perchè mettono a nudo il movente di tutti i femminicidi: l'idea dell'obbligo del lavoro e del ruolo di cura delle donne che, quando viene meno, quando si esaurisce, trascina con sé la vita stessa delle donne che si trasforma in un peso insopportabile e in un problema irrimediabile. Ma il problema non è la malattia delle donne, che si ammalano come si ammalano tutti e che hanno bisogno di essere curate, come tutti. Il problema è che gli uomini si sentono e si credono proprietari della vita delle donne e, se le donne sono ammalate, le loro vite non valgono niente e non servono a niente. Per noi Maria Ballardini, chiunque sia stata, è una di meno tra noi e in più da piangere, da ricordare e da proteggere". E a chi commenta difendendo la disperazione del marito sfinito di vederla soffrire, la Casa delle Donne risponde: "Quante donne anziane si prendono cura dei mariti anziani? Quante arrivano a ucciderlo per non volerlo più vedere soffrire? Se non ce la si fa più si chiede aiuto".

"È successo ancora. E questa volta nella nostra città - aggiungono da Linea Rosa in una nota sottoscritta, oltre che dalla Casa delle Donne, anche da Rete Donne Cgil Ravenna, Unione Donne in Italia Ravenna, Donne in Nero Ravenna e dal Coordinamento dei Centri Antiviolenza dell’Emilia-Romagna - La cultura del patriarcato ha mietuto una nuova vittima e ancora una volta è successo ad una anziana. I crimini contro le donne sono un’emergenza senza fine, una forma di violenza inaudita che non conosce limiti di età, etnia, religione. Unico comune denominatore: la voglia di prevaricare la vittima, privandola della propria libertà fino al gesto più estremo". Commenta così Alessandra Bagnara, presidente di Linea Rosa: “Purtroppo un ennesimo caso di femminicidio, questa volta a Ravenna, che ci addolora e ci rammarica, proprio all'indomani della celebrazione della giornata della donna, dove eventi e varie iniziative ci hanno viste protagoniste sul fronte della lotta alla violenza di genere. Nulla ferma la nostra volontà di rivendicare il diritto all’autodeterminazione di tutte le donne e non ci fermiamo proprio perché vogliamo che episodi come questi non avvengano più".

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