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Cronaca

Processo Mauro Guerra, i sostenitori in centro: "I capi d'imputazione scendono da 27 a 22"

Tanti sostenitori del veterinario ravennate in centro. Viene chiesta intanto l'autorizzazione ad aprire l'ambulatorio

Calano da 27 a 22 i capi d'imputazione nei confronti di Mauro Guerra, il veterinario di Sant'Antonio attualmente a processo per maltrattamento e uccisione di animali, detenzione illegale di farmaci, smaltimento illecito di rifiuti speciali, falsificazione di libretti sanitari, frode in commercio e reati tributari. A dirlo attraverso una telefonata direttamente ai suoi sostenitori è l'avvocato Giuliano Lelli Mami, legale del gruppo Facebook "Io sto con Mauro Guerra". La notizia viene accolta con esultanza dalle tante persone presenti martedì mattina in piazza XX Settembre a Ravenna con cartelli e striscioni per testimoniare la propria vicinanza a Guerra. Un ritrovo spostatosi alle spalle del Comune per difendere il veterinario che, nel frattempo, punta ad aprire un nuovo ambulatorio per visitare gli animali. Permane, al momento, il sequestro dell'ambulatorio di Guerra a Sant'Antonio.

I sostenitori di Mauro Guerra in piazza XX Settembre (foto Massimo Argnani)

Le accuse contro il veterinario

Le indagini, dirette dal pubblico ministero Marilù Gattelli, hanno portato alla iniziale formulazione di 27 capi di imputazione: oltre al maltrattamento e all’uccisione di animali, il veterinario è indagato per detenzione illegale di farmaci, smaltimento illecito di rifiuti speciali, falsificazione di libretti sanitari, frode in commercio e reati tributari. In particolare, l'accusa rileva una “totale assenza di necessità non solo terapeutica, ma anche etica, di infliggere inutile sofferenza a esemplari animali ogni qual volta un tale supplizio può essere evitato”. I clienti del veterinario “hanno optato per l'eutanasia, ritenendo così di risparmiare del dolore alla propria bestiola, eppure…” è stato “procurato al proprio amico di famiglia l'ultimo dolore, il più inutile, lungo e lancinante”. Non solo, la Procura accusa il veterinario anche di smaltimento illecito di rifiuti (nel faldone del procedimento si legge di carcasse feline ritrovate all'interno di una doccia), esercizio abusivo della professione di farmacista legato alla produzione e vendita 'sottobanco' di medicinali, ma anche della produzione di miele senza i necessari standard igienici. A questo si aggiunge l'accusa di una maxi evasione fiscale posta in essere dal veterinario dal 2014 ad oggi, quantificata in oltre un milione di euro di imposte evase, che ha portato al rinvenimento di ben 619mila euro in contanti nascosti nel garage dell'abitazione del professionista.
 

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