rotate-mobile
Cronaca

Studenti del liceo a lezione di cyberbullismo e sicurezza online con la Polizia Postale

L’incontro intendeva affrontare il tema emergente dei pericoli della rete con particolare riferimento al cyberbullismo

Mercoledì gli studenti del Liceo artistico Nervi Severini di Ravenna, delle classi: 3A, 3B, 3C, 3D, 3H, in presenza, e 3E, 3F, 3G, unitamente al biennio, tramite collegamento Meet, hanno accolto in Aula Magna gli Ispettori della Polizia Postale e delle Comunicazioni Michela Izzo e Antonio Scodalupi. L’incontro, organizzato dalla professoressa Elena Bonaldo, referente scolastica per il bullismo e il cyberbullismo, intendeva affrontare il tema emergente dei pericoli della rete con particolare riferimento al cyberbullismo, e si è inserito nel più ampio percorso di educazione alla legalità che la scuola persegue e riconosce come primaria frontiera formativa per le giovani generazioni.

L’evoluzione tecnologica crescente e la rapida diffusione dell’uso di Internet hanno evidenziato i punti di debolezza della rete stessa, con particolare riferimento alla sicurezza informatica. In questo scenario, la Polizia Postale e delle Comunicazioni si pone all’avanguardia nell’azione di prevenzione e contrasto alla criminalità informatica e come garante dei valori costituzionali della segretezza, della corrispondenza e della libertà di ogni forma di comunicazione. Il principale sforzo operativo è nel continuo aggiornamento delle conoscenze informatiche per fornire adeguate risposte ai nuovi ‘‘lati oscuri’’ della digitalizzazione, frutto di tecniche di attacco sempre più sofisticate.

L’ispettore Scodalupi, descrivendo le competenze specifiche di questo settore della Polizia, ha sensibilizzato gli studenti a considerare che la rete, oltre ad offrire loro immense potenzialità comunicative, va ‘‘esplorata’’ con consapevolezza, prudenza e atteggiamento critico, per gli innumerevoli rischi a cui li espone, non ultimi la perdita della libertà e il danno alla reputazione. Truffe informatiche, violazione della privacy, caricamento di contenuti inappropriati, adozione di comportamenti scorretti o pericolosi per sé e per gli altri, pedopornografia digitale, cyberbullismo e molestie sessuali, rappresentano una parte dei reati che più frequentemente alimentano la rete, comportando gravi conseguenze per chi li pone in essere.

La proiezione di video ha dato una dimensione della realtà giovanile molto calzante e fruibile agli studenti, identificando perfettamente i connotati di una generazione digitale ancora troppo inconsapevole sul web. In particolare l’emergenza dilagante del cyberbullismo ha reso necessario l’intervento del legislatore con la legge 71 del 2017 che ha provveduto, con disposizioni a tutela dei minori, alla prevenzione e al contrasto del fenomeno come la possibilità di richiedere al gestore del sito o al titolare del social network, l’immediato oscuramento, il blocco o la rimozione dei contenuti illeciti pubblicati online. Sono stati indicati dall’Ispettore i comportamenti più rappresentativi del cyber-bullo, con la precisazione della necessità di una reiterazione dell’azione lesiva, perché si possa identificare il reato come tale. Tra gli atti illeciti più diffusi che comportano la violazione del codice penale, si sono evidenziati la diffamazione online e gli atti persecutori seguiti anche dal ricatto. Si aggiungono le minacce, la sostituzione di persona, la molestia e altri reati, che le slide proiettate hanno evidenziato con grande chiarezza.

Le dipendenze a cui si espongono le giovani generazioni oggi riguardano inoltre la visualizzazione di filmati e la possibilità della loro fruizione in qualsiasi momento del giorno e della notte. La dipendenza dai social crea quindi anche fenomeni che possono compromettere la salute come la nomofobia, la paura di essere tagliati fuori dai contesti sociali, l’alterazione del ciclo del sonno e il modificarsi di alcuni tratti caratteriali. Le autorizzazioni che spesso concediamo alle app sui telefonini pongono le immagini in esse contenute ad alto rischio di diffusione con particolare attenzione alla pericolosità dell’invio di messaggi e contenuti dall’esplicita connotazione sessuale. È dunque fondamentale al riguardo il richiamo alla massima prudenza.

Sono stati spiegati i rischi connessi all’uso non consapevole di applicazioni social come Facebook, Instagram, TikTok o Whatsapp ed è emerso quanto sia importante far conoscere ai giovani quali siano i mezzi migliori per proteggersi dai pericoli, connessi ad un uso distorto delle tecnologie. L’Ispettore ha sottolineato quanto sia necessario denunciare tempestivamente il fatto accaduto ad adulti, genitori o insegnanti e nei casi più gravi alle forze dell’ordine, tutelando la propria persona. Inoltre, è possibile servirsi della app Youpol che permette di trasmettere in tempo reale messaggi, immagini, testo, audio e video agli operatori della Polizia, anche in forma anonima, spesso usato per contrastare la violenza di genere.

Tra i preziosi consigli dati, vanno ricordati la conservazione di tutto ciò che può essere utile alle Forze di Polizia per identificare l’autore del presunto reato; non condividere le password, perché questo significa consegnare la tutela delle proprie informazioni, immagini e video ad altra persona che in futuro potrebbe disporne in modo illecito; non rendersi complici di azioni illecite poste in essere da altri.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Studenti del liceo a lezione di cyberbullismo e sicurezza online con la Polizia Postale

RavennaToday è in caricamento