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Cronaca Faenza

Il Mei chiude dopo 25 anni, il patron Sangiorgi: "Serve una svolta, il futuro? Piattaforme digitali indipendenti"

Con il 2023 il Mei chiude un cerchio e, come confermato da Sangiorgi, arriva all'ultima edizione per come è stato concepito finora.

Ha portato per venticinque anni in città artisti esordienti che si sono poi affermati sul panorama nazionale e internazionale. Da Faenza e dal Mei, il Meeting delle etichette indipendenti, sono passati tra gli altri i Maneskin, in una delle prime esibizioni dal vivo della loro carriera. "E a quell'esperienza sono rimasti fortemente legati - ricorda Giordano Sangiorgi, patron e ideatore del meeting - hanno postato per più volte la loro foto sotto la Torre dell'Orologio, che oggi è sicuramente l'immagine di Faenza più famosa nel mondo". Con il 2023 il Mei chiude un cerchio e, come confermato da Sangiorgi, arriva all'ultima edizione per come è stato concepito finora.

Sangiorgi: "Momento per ripensare la mia attività"

"Dopo tutto questo tempo - spiega il patron - da un lato devo ripensare la mia attività musicale e credo che il momento giusto sia questo venticinquesimo compleanno del Mei. E poi nel 2023 scade la convenzione che abbiamo firmato con il Comune di Faenza e credo che anche da parte loro ci sia volontà di voler riflettere. Siamo pronti ad avviare un format nuovo, con idee nuove. Siamo orgogliosi che ancora oggi il Mei, che fa esibire nel suo cartellone il 90% di artisti agli esordi, abbia una forte presa sui giovani. A livello organizzativo, mi piacerebbe rafforzare la squadra con altri soggetti che si sono già dimostrati interessati, in modo da diminuire anche un po' il mio impegno. Anche perché - sottolinea - chi oggi propone eventi dal vivo, in particolare quelli diffusi come il nostro, è veramente un eroe a dover affrontare anche gli aspetti burocratici dell'organizzazione".    

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Sul palco Manuel Agnelli, Elisa e Dolcenera. Ampio spazio alla solidarietà per gli alluvionati

Intanto l'ultimo Mei sarà occasione per rivedere a Faenza artisti che qui sono transitati in questi venticinque anni. Il 6 ottobre sarà dato ampio spazio al mondo del liscio, il 7 si terrà il concerto che vedrà alternarsi sul palco, tra gli altri, Dolcenera. Mentre è previsto un incontro, sempre la sera del 7 ottobre, con Elisa. "Anche loro sono passate dal Mei una ventina d'anni fa - aggiunge Sangiorgi - e a chiudere i tre giorni sarà il gran concerto di Manuel Agnelli al quale verrà consegnato un importante riconoscimento". Un artista che, come sottolineato da Sangiorgi, col suo percorso rappresenta chi ha valorizzato la musica indipendente portandola al grande pubblico senza snaturare la sua identità.

Quest'ultima edizione del Mei è legata anche al tema dell'alluvione che, in due riprese, ha colpito Faenza. "Abbiamo proposto tante iniziative di sostegno del territorio - ricorda Sangiorgi - con raccolte fondi, campagne di sensibilizzazione, coinvolgimento di artisti del panorama nazionale che hanno mostrato la loro solidarietà alla Romagna. Abbiamo raccolto decine di migliaia di euro, ricevendo anche un ringraziamento dal Ministero della Cultura per l'impegno verso la scuola Sarti. In questi giorni sul palco presenteremo il libro "Faenza, tieni botta" e avremo anche i sindaci di Casola, Marradi, Tredozio, Modigliana a parlare delle loro comunità. Sono in calendario, inoltre, piccoli eventi da portare nelle aree alluvionate. Con l'obiettivo di tenere alta l'attenzione su quanto abbiamo vissuto".

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Dall'edizione con Battiato alla rivoluzione digitale: le tappe più significative del Mei

La chiusura del cerchio col Mei è per Sangiorgi anche occasione di ripercorrere alcune tappe fondamentali di questi venticinque anni. "Potrei citare, oltre ai Maneskin, tante altre realtà della musica italiana lanciate dal nostro meeting. Ma mi piace fissare due momenti. Il primo nel 2000, con la partecipazione di Franco Battiato in un periodo storico in cui musica pop ed etichette indipendenti non si amavano e frequentavano ambienti diversi. Fu un momento di sdoganamento delle etichette indipendenti che generò conseguenze positive a livello nazionale. Per l'occasione vennero anche il ministro Giovanna Melandri e Vittorio Sgarbi. E l'altra svolta, nel 2011, è stata capire come cambiava, con l'esplosione dello streaming, del download e di piattaforme come YouTube il modo di fruire della musica. Infatti ci siamo spostati in centro storico dalla fiera, dove avevamo 500 stand e tutti quegli spazi col digitale erano eccessivi. Adesso è il tempo di una nuova svolta che preveda la nascita di piattaforme digitali indipendenti", conclude Sangiorgi. 

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