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Economia

Nuovo Museo di Classe: "Entro 15 anni porterà turisti e benefici economici per 22 milioni di euro"

Dopo la presentazione del nuovo Museo di Classe "Classis", la Fondazione RavennAntica ha presentato lo studio condotto dagli esperti di Cles sull'impatto economico e sociale del nuovo museo

Dopo la presentazione, avvenuta quale giorno fa, del nuovo Museo di Classe "Classis" che aprirà i battenti al pubblico il 1 dicembre 2018, mercoledì la Fondazione RavennAntica ha presentato lo studio condotto dagli esperti di Cles sull'impatto economico e sociale del nuovo museo.

Il nuovo Museo di Classe: le immagini in anteprima

"Le analisi dello studio evidenziano come il settore culturale rappresenterà anche per i prossimi anni un asset fondamentale del sistema economico italiano, sia in termini di valore aggiunto che come volano sugli altri settori produttivi - spiega il titolare dello studio Cles Alessandro Lèon - Basti un dato: più di un terzo della spesa turistica nazionale si deve alla cultura. Per quanto riguarda Ravenna la frammentarietà gestionale, con circuiti di visita e bigliettazione e strategie di promozione non omogenee può rappresentare un parziale vincolo al pieno sviluppo turistico-culturale di una città dall'offerta culturale ricca e variegata. In quest'ottica, l'apertura del nuovo Museo della Città e del Territorio di Ravenna è un'iniziativa ambiziosa: la creazione di un vero e proprio portale di ingresso alla città e alla sua storia, che sarà in grado di suggerire percorsi e approfondimenti al visitatore, in un'ottica di sistema integrato".

Per realizzare ciò, la Fondazione RavennAntica ha intrapreso un'operazione complessa e di grande rilievo per la collettività ravennate. Sul fronte dell'investimento iniziale, la ristrutturazione dell'ex zuccherificio e l'allestimento del percorso museale hanno comportato una spesa complessiva di circa 22 milioni di euro. Si tratta di un investimento rilevante, supportato in gran parte da risorse pubbliche, "ma tuttavia non particolarmente ingente se si considerano gli effetti economici potenziali del progetto - aggiunge l'assessore alla cultura Elsa Signorino - Peraltro, il costo dell'operazione risulta contenuto anche in relazione ad altri progetti realizzati negli ultimi anni in Italia e all'estero in questo settore. La ristrutturazione del Museo dell'Automobile di Torino, completata nel 2011, ha comportato una spesa di oltre 33 milioni, mentre per il nuovo Museo dell'Ebraismo di Ferrara, tuttora in corso, sono stati finora spesi oltre 50 milioni di euro".

Sul piano dei costi di gestione, la Fondazione RavennAntica "potrà applicare un modello organizzativo che si è già dimostrato molto efficace e la gestione del Museo potrà beneficiare di notevoli economie di scala, potendo condividere parte delle funzioni direzionali e amministrative già operative nella struttura della Fondazione - spiega il presidente della fondazione Giuseppe Sassatelli - Secondo le stime, il Museo impiegherà fino a 13 nuovi addetti con funzioni di accoglienza, informazione e sorveglianza, per un costo di gestione annuale di circa 540 mila euro l'anno, a fronte di un flusso di ricavi diretti (legati a biglietti e servizi: guide, audioguide, didattica, bookshop) che lo studio quantifica prudenzialmente in 215 mila euro l'anno. Un conto finale di circa 300.000 euro l'anno, quindi, per un progetto che nel complesso, confrontando costi (investimento e gestione), ricavi e impatto potenziale sull'economia locale presenta ampi margini di sostenibilità economica. Sulla base delle stime di domanda attesa, infatti, l'apertura del nuovo Museo potrebbe generare una spesa per consumi di servizi turistici e culturali (hotel, musei, guide, trasporti, ristorazione, prodotti locali) variabile tra gli 1,9 e i 2,4 milioni di euro l'anno. A fronte dell'investimento iniziale e considerando un orizzonte temporale (15 anni) relativamente limitato per un progetto di questa natura, il Valore Attuale Netto Economico del progetto stimato (misura sintetica adottata per valutare la capacità di un progetto di generare benefici economici e, quindi, di risultare sostenibile/desiderabile per la collettività) sarebbe pari ad almeno 17 milioni di euro (quasi 25 nello scenario più ottimistico)".

La creazione del nuovo Museo di Classe, in conclusione, mira principalmente a rafforzare il percorso di sviluppo turistico-culturale intrapreso dalla città di Ravenna negli ultimi decenni. "La città vanta un sistema turistico ampio che, almeno fino agli anni novanta, è stato quasi esclusivamente orientato alla fruizione della costa, e ha assunto di conseguenza un profilo da "turismo di massa" e caratteristiche di forte stagionalità - aggiunge l'assessore - La valorizzazione dell'immenso patrimonio culturale della città, soprattutto laddove realizzata in un'ottica di sistema integrato, offre alla città un fattore di destagionalizzazione e un'alternativa valida rispetto al sistema turistico costiero, più soggetto alla concorrenza e alle dinamiche economiche esterne. Il turismo culturale, tra l'altro, favorisce l'afflusso di visitatori a elevata capacità di spesa, prevalentemente stranieri e stimola un miglioramento dell'offerta di servizi nelle città, alimentandone il processo di valorizzazione non solo culturale (su scala urbana e territoriale più ampia). Tale impatto si riferisce al solo turismo generato dalla valorizzazione culturale; non si tengono in considerazione altri effetti, pur documentati, legati alla valorizzazione immobiliare, ai benefici comunitari e ad altri vantaggi competitivi (legati, come visto, anche ai comparti manifatturieri). Non va dimenticato che il nuovo Museo sorge in un'area che, a seguito dell'abbandono dello zuccherificio, era divenuta pericolosa e degradata, causando un danno notevole alla comunità di Classe destando allarme sociale. L'inaugurazione di Classis sarà il compimento di un progetto di riqualificazione urbana, un nuovo stimolo culturale e, con il coinvolgimento di tutti coloro che operano nel settore del turismo locale, anche un nuovo volano per l'economia del territorio".

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