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Il nuovo volto della valle della Canna: in volo anche un raro falco pescatore

La folaga viene considerata, tra gli “inquilini” delle zone umide, particolarmente significativa, perché incapace di “soggiornare” in acque al di sotto di certi standard di qualità

Ventuno casarche, sette ibis sacri, un falco pescatore: sono solo alcuni, appartenenti alle specie più rare da avvistare, dei 3378 uccelli censiti nel mese di settembre nella valle della Canna. Tra le specie più comuni si possono invece citare le alzavole (1549), i germani reali (684) e le canapiglie (662). Gli addetti al censimento sono Giancarlo Mariani e Roberto Fantini, volontari Asoer, Associazione ornitologi dell’Emilia Romagna, ed eseguono le rilevazioni una volta al mese, da ottobre 2011, con permesso del Parco del Delta del Po, a disposizione del quale mettono poi i dati.

Se il censimento Iwc (International waterbird census) di gennaio 2011 contava 3 folaghe, quello di Asoer di gennaio 2012 ne registrava 526 (5.800 nell’intero anno), quello di gennaio 2013 arrivava a 1047 (6518 nell’intero anno), quello del gennaio di quest’anno 852 (37 a settembre, ultimo dato rilevato, ma il calo viene ritenuto fisiologico in quanto la folaga è un uccello che ha bisogno di stare in molta acqua e se ne prevede un aumento nei mesi più piovosi).

La folaga viene considerata, tra gli “inquilini” delle zone umide, particolarmente significativa, perché incapace di “soggiornare” in acque al di sotto di certi standard di qualità. Gli incrementi della presenza di avifauna si sono registrati a partire dall’autunno 2011, dopo che il Comune aveva provveduto al prosciugamento estivo e successivo riallagamento del bacino, allo scopo di avere un ricambio effettivo delle acque, che si presentavano molto torbide, e di ossidare la sostanza organica depositata sul fondale, per ridurre i fenomeni di anossia nel momento in cui viene nuovamente immessa acqua.

Questa operazione, che viene storicamente portata avanti in molte altre zone umide, è stata condotta nel 2011, 2012 e 2013, in accordo con il Parco del Delta del Po, e ha consentito al Comune di eseguire anche interventi di manutenzione del fondale, di riescavo dei canali sublagunari, di controllo della vegetazione. I benefici sono stati da subito visibili; tante specie che non frequentavano più il sito sono ritornate ed il canneto si sta allargando, a dimostrazione dell’efficacia delle azioni intraprese, che saranno negli anni riproposte, come previsto dal piano di gestione del Parco del Delta del Po.

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