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Ancisi (LpRa): "Danno e beffe al turismo dall'imposta di soggiorno"

Avvicinandosi la fine del 2013, alcune somme possono già essere tirate sui conti del Comune di Ravenna. Ad esempio, sulla grande novità del bilancio, introdotta quest’anno, dell’imposta di soggiorno

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

Avvicinandosi la fine del 2013, alcune somme possono già essere tirate sui conti del Comune di Ravenna. Ad esempio, sulla grande novità del bilancio, introdotta quest’anno, dell’imposta di soggiorno. Si viaggia su un simbolico aumento delle presenze turistiche (0,79%), dovuto però al mare (+2,63), dove la fanno da padrone i campeggi, che hanno un’imposta è molto lieve, a fronte del tracollo della città (-9,57), dove l’ospitalità è offerta dai più salassati alberghi e B&B.

Se si valuta che i volumi delle presenze non coprono la progressiva minore loro redditività, per le tariffe ribassate, allo scopo di fronteggiare la crisi economica e la più attrezzata concorrenza di altre città, e per le crescenti spese di gestione, risultano ampiamente certificati, nel 2013, il fallimento delle politiche turistiche del nostro Comune e la relativa concausa dell’imposta di soggiorno. Al danno inferto da questa imposta ad uno dei importanti settori dell’economia ravennate, si aggiunge la beffa dell’impiego di tale introito. Tutti ricordano le promesse del sindaco e dell’assessore Corsini, secondo cui l’imposta di soggiorno sarebbe servita a potenziare e a riqualificare l’offerta turistica in accordo con le associazioni di categoria del turismo.

IL POTENZIAMENTO DELL’OFFERTA TURISTICA - Sull’incasso previsto, ormai confermato, di un milione e 500 mila euro, Corsini limita, però, il “potenziamento” a 80 mila per il web marketing (impalpabile), 50 mila per la segnaletica turistica (al massimo meno peggio dell’esistente) e 50 mila per il wi-fi sui lidi (generoso quanto illegittimo regalo agli interessi di un pur benemerito settore privato):  210 mila euro per il quasi nulla. Nel Piano Esecutivo di Gestione (PEG) del 2013 per il turismo, aggiornato ad oggi, a fronte di una spesa prevista di due milioni di euro, le entrate sono di 850 mila euro. Manca l’entrata dall’imposta di soggiorno, evidentemente destinata a pareggiare i conti dell’ordinaria gestione del servizio turismo, con qualche margine per l’imprevisto. L’ineffabile assessore al turismo dichiara che il restante milione e 300 mila “serve per consolidare la spesa turistica”, traducibile, appunto, in “serve a pagare quello che già si faceva prima” o ancora meglio “serve a far cassa”.

…E LA RIQUALIFICAZIONE - Andiamo allora a vedere come si spendono i due milioni della spesa turistica “consolidata”. Se escludiamo le spese di apparato (personale, incarichi, viaggi, servizi affidati all’esterno, affitti, spese condominiali, assicurazioni, facchinaggio, trasporto, bolli e tasse) e di mero consumo o gestione (eliografia e tipografia, pubblicazioni, pubblicità, manutenzioni, mobili, arredi e attrezzature per gli uffici), resta ben poco, anche considerando a parte convegni e mostre (da non confondere con quelli del MAR o della  Classense, tanto per capirci sulla loro qualità).

Non ci resta, allora, che guardare in cosa consista l’“attività operativa”, descritta nel PEG, capace di produrre attrazione turistica. Presto detto: Mosaico di Notte/Ravenna Bella di Sera, evento di Sant’Apollinare, Notte d’Oro, Mare d’Inverno, la storica edizione della Mostra dei Mosaichi Antichi. Escluso il disastroso Mare d’Inverno, e per fortuna che sul sole d’estate non c’è da far niente, sono tutte manifestazioni volte a promuovere la città. Da cui, infatti, il dieci per cento dei turisti che nel 2012 vennero a soggiornarvi, nel 2013 hanno girato al largo. C’entrerà niente l’imposta di soggiorno? E le associazioni di categoria, d’accordo con le quali i suoi introiti sarebbero serviti a far crescere il turismo, sono d’accordo?

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