Una curiosa lettera a Babbo Natale: "Riporta arte e cultura nella Ravenna ormai congelata"
Caro Babbo Natale, sappiamo che tu puoi tutto, o quasi, e puoi raggiungere anche questa nostra città avvolta da nebbia fitta. Non ti chiediamo regali costosi, e neppure ingombranti, perché sappiamo che le tue renne sono molto affaticate. Chiediamo solo il tuo aiuto per tentare di riportare arte e cultura in una città apparentemente distratta e smemorata. Da molto tempo, mesi, anni, cerchiamo di convincere i nostri governanti ad essere più attenti ai problemi culturali della città, ma ancora non ci sono state risposte adeguate. Sono molti i contesti che, con le dovute considerazioni, potrebbero rivelarsi grandi risorse per le nuove generazioni. Ricordiamo qui il Parco della Pace che potrebbe essere restaurato da Università e Accademia di Ravenna. Inoltre la Gipsoteca e le collezioni dei cartoni musivi giorno dopo giorno rischiano la distruzione in attesa di inventario, restauro e collocazione dignitosa. Vi sono, infine, il Museo Biagetti, un patrimonio unico che Ravenna non vuole, le sculture di Attilio Maltoni, il Grande Ferro Burri, edifici storici non utilizzati e altro ancora. Qualche tempo fa, in risposta a oltre 1200 firme consegnate pubblicamente all’assessora all’Istruzione, ci è stato promesso, e mai concesso, un confronto pubblico aperto al dialogo sul futuro delle scuole del mosaico a Ravenna. In altre occasioni abbiamo richiesto una migliore organizzazione della Biennale del Mosaico per la quale, a distanza di pochi mesi, non è ancora stata convocata nessuna commissione. Egregio babbo comunatale, eppure le nostre proposte non hanno costi per i cittadini, ma servirebbero a creare opportunità di lavoro e competenze per i giovani e per le scuole. Progetti molto più qualificanti degli impieghi nei grandi centri commerciali che circondano la città e ci proteggono più delle mura ormai in disuso e distrutte dalle malvagie piante di capperi. I centri commerciali allontanano i giovani e le famiglie dai negozi storici del centro che in altre città d’arte vengono tutelati e conservati con importanti agevolazioni. Che si realizzi finalmente quel “deserto” di cui parlava Antonioni? Gli ipermercati che ora assediano la città si sommano alle fabbriche di allora. Potranno mai divenire Patrimonio Unesco? Sappiamo di essere una minoranza, ma non possiamo sopportare che nel silenzio più assordante venga distrutto quello che i nostri antenati ci hanno faticosamente tramandato. Per queste ragioni ci rivolgiamo a te per chiedere collaborazione e riconoscimento. Vediamo affermarsi in situazioni molto meno accreditate, nobili iniziative, e non vogliamo rassegnarci all’immobilismo quando vediamo che la nebbia a Ravenna, in certi casi, favorisce torpore e sonnolenza. Sappiamo anche che raddrizzare una città ormai "storta" è impresa difficile perché come diceva Sidonio Apollinare all'amico Candidiano "Ravenna non è che una palude, dove tutte le forme della vita si presentano alla rovescia:.." Sempre dalla tua parte, caro Babbo Natale, in questa Ravenna congelata, attendiamo fiduciosi, in nostro soccorso, lo scampanìo della tua slitta.
Associazione Dis-Ordine dei cavalieri della Malta e di tutti i colori