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Cronaca Lidi ravennati

Demolita l'ex caserma a Lido di Dante, al suo posto delle villette. Italia Nostra: "Un fallimento del Comune"

Secondo l'associazione il Comune sarebbe stato "incapace di programmare il recupero di un bene appartenente al proprio patrimonio". Per tanti cittadini però si trattava di un edificio ormai fatiscente

La "Vecchia Finanza" di Lido di Dante è ormai storia passata. In questi giorni è stata infatti portata a termine la demolizione dell'ex caserma della Guardia di Finanza presente in via Marabina, proprio nel cuore della località balneare ravennate. Un'operazione ormai inevitabile dopo che l'edificio era stato venduto all'asta alla società Tecno Srls di Cotignola, azienda edile che si occupa della costruzione di edifici residenziali e non. E del resto quello di radere al suolo il complesso, era già l'intenzione del Comune di Ravenna: come aveva spiegato l'assessora Federica del Conte, l'obiettivo era creare nuovi edifici residenziali "per restituire decoro alla zona e valorizzare la vocazione turistica della località".

Ora la demolizione è divenuta realtà e al bordo del cantiere un cartellone illustra, attraverso un'immagine di rendering, la realizzazione del futuro complesso denominato Residenze Beatrice. Diversi abitanti hanno vissuto questo momento con un po' di nostalgia, ma anche con soddisfazione. L'edificio era in effetti pericolante, fatiscente, insomma un elemento di degrado nel contesto della località. Tanto che anche la Pro Loco richiedeva da tempo una sua riqualificazione.

Il rendering delle future villette nel cantiere della vecchia finanza a Lido di Dante-2

La notizia non è stata invece ben accolta dalla sezione ravennate di Italia Nostra. "Un edificio pressoché centenario, quello principale, molto caratteristico e con una sua grazia architettonica, lasciato andare a rudere dal Comune di Ravenna che lo aveva ricevuto in proprietà dallo Stato circa una decina di anni fa - commenta l'associazione - nel 2018, anziché valutare un progetto di recupero o comunque mantenerne la classificazione, o eventualmente consentire ad eventuali acquirenti il suo recupero in caso di vendita, l’edificio più antico del complesso della Caserma viene declassificato e mandato all’asta, con l’obiettivo finale non la salvaguardia di un bene comune, ma la sua distruzione. Non dimentichiamo anche lo 'zampino' della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio nella vicenda".

"Un paradosso che presso un Comune che avesse coscienza del valore dei beni collettivi quali sono gli edifici di pregio, per di più di sua proprietà, non sarebbe possibile, ma che a Ravenna è prassi consolidata - accusa Italia Nostra - Il Comune, incapace di manutentare e di programmare il recupero di un bene appartenente al proprio patrimonio, cioè alla collettività, se ne è quindi disfatto senza battere ciglio, a favore del lucro privato. Un diritto garantito anche dalla Costituzione, quello della tutela dei beni storici, artistici e testimoniali. Lido di Dante perde il suo unico edificio antico, il quale, una volta conservato nelle sue forme e restaurato, sarebbe potuto diventare un bellissimo e qualificante biglietto da visita, magari come sede di servizi pubblici, pressoché assenti al Lido. Ma tant’è. Tanto il degrado e l’incapacità, da far sì che la distruzione e la perdita di un bene già pubblico diventino motivo di gioia per i cittadini stessi che ne vengono privati".

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