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Cronaca

In centinaia davanti al tribunale per il veterinario Mauro Guerra: "Accuse ingiuste, dava fastidio a qualcuno"

Tante persone erano presenti davanti al Tribunale per la nuova udienza del processo contro il veterinario di Sant'Antonio. Per molti le accuse sarebbero mosse "da motivi economici. Si faceva pagare poco, per questo dava fastidio"

"Le accuse sono ingiuste, senza senso. Mauro è un uomo buono". Questa è solo una delle tante testimonianze raccolte durante il presidio organizzato martedì mattina dai sostenitori di Mauro Guerra, il veterinario di Sant'Antonio attualmente a processo per maltrattamento e uccisione di animali, detenzione illegale di farmaci, smaltimento illecito di rifiuti speciali, falsificazione di libretti sanitari, frode in commercio e reati tributari. Centinaia di persone, riunite dal gruppo Facebook "Io sto con Mauro Guerra", si sono radunate davanti al Tribunale, nell'area verde che separa viale Randi da viale Falcone. Persone di ogni età con magliette e cartelli erano presenti per testimoniare solidarietà e chiedere giustizia per il veterinario in occasione della nuova udienza del processo.

Presenti in gran numero le forze dell'ordine per gestire una manifestazione che si è svolta in maniera civile. "Mauro è una brava persona, un veterinario sempre disponibile", "Io gli ho affidato i miei cuccioli, perché so di potermi fidare di lui", "Ha visitato la mia gatta alle 11 di notte": spiegano alcuni partecipanti al presidio. Tutti certi che le accuse mosse contro il veterinario o "il doc", come molti lo chiamano, siano false. "Lui ama gli animali, come possono muovergli certe accuse?", si chiede una donna. "Lo hanno criticato perché faceva stare i padroni presenti in ambulatorio mentre operava gli animali. Ma per noi era importante", testimonia un'anziana. Fra loro c'è anche un giovane che si è rivolto a Guerra da appena un anno, cioè quando il caso contro il veterinario era già stato aperto: "Mi sono affidato a lui, perché in tanti me ne hanno parlato bene. Lo ho aspettato due mesi per visitare i cuccioli appena nati, perché non volevo rivolgermi ad altri".

Tanti manifestanti davanti al tribunale per sostenere il veterinario Mauro Guerra (foto Massimo Argnani)

E le emozioni dei partecipanti si sono trasformate in autentica commozione quando Guerra è passato in furgone nei viali di fronte al Tribunale. In molti avevano il viso rigato dalle lacrime in seguito al passaggio dal veterinario, anche lui con una mano davanti alle labbra, forse per trattenere la commozione. Tanti poi raccontano di come Guerra si stia impegnando con le visite a domicilio. "Sempre disponibile, anche se senza i macchinari del suo ambulatorio cosa può fare?". Presente tra la folla anche una suora: "Non si accorgono del danno che fanno a tutti i suoi animali? Noi non ci vogliamo rivolgere a un altro veterinario, vogliamo Mauro". Non solo clienti, ma anche amici e conoscenti sono presenti: "Lo conosco da trent'anni. E' una bravissima persona e proprio per la sua disponibilità lo stanno punendo".

Si arriva quindi al nucleo della questione: da dove nascono le accuse e anche il provvedimento disciplinare della radiazione dall'Ordine dei medici veterinari della provincia di Ravenna, poi impugnata? Per i manifestanti, le accuse sarebbero mosse "da motivi economici". Guerra, come raccontano diversi partecipanti, avrebbe sempre chiesto ai propri clienti prezzi modici e in alcuni casi "non si faceva nemmeno pagare". Una situazione che sarebbe quindi partita, a detta di alcuni sostenitori, all'interno della categoria. "Il suo operato dava fastidio", dichiara una donna che viene dalla provincia di Ferrara per far curare il proprio animale da Guerra. "Non vogliamo altri veterinari".

Tra la folla è presente anche l'avvocato Giuliano Lelli Mami, in qualità di legale del gruppo Facebook "Io sto con Mauro Guerra". Come spiega l'avvocato "il gruppo vuole tutelare l'interesse dei clienti di Mauro Guerra, che vogliono vedere i propri animali curati nel miglior modo possibile. Come? Devono essere curati dal dottor Mauro Guerra". Lelli Mami poi mette in luce le "conseguenze" del processo penale e della procedura disciplinare nei confronti del veterinario che ha comportato il sequestro del suo ambulatorio. La radiazione (non definitiva poiché impugnata), secondo il legale del gruppo, "è stata fatta con una grave violazione del regolamento. Non si è aspettata nemmeno una sentenza di condanna". Rispetto al sequestro dell'ambulatorio e degli strumenti del veterinario poi "ci sono delle conseguenze gravi, perché gli animali che hanno cominciato una terapia non possono essere curati. Molti hanno aggravato le proprie condizioni di salute e addirittura alcuni sono morti". 

"In questi 25 anni ho sempre fatto del mio meglio per il bene di tutti gli animali che ho incontrato, quante notti ho passato sveglio per non lasciare nessuno senza le adeguate cure, la vita è strana, non mi sarei mai aspettato che un giorno qualcuno mi avrebbe attaccato proprio su quello che ritenevo il mio miglior pregio, la tutela degli animali, eppure è proprio andata così - Lo ha scritto in un post su Facebook proprio Mauro Guerra, rivolgendosi in particolare al gruppo di sostenitori - Solo la vostra vicinanza mi fa sopportare tutto ciò che mi sta accadendo, vi meritate molto più di ciò che vi ho fino ad ora dato, spero che il tempo mi dia modo di ricompensarvi per il vostro sostegno".

L'udienza di oggi, alla quale Guerra non ha partecipato, è stata piuttosto tecnica. Il giudice Piervittorio Farinella ha ammesso le parti civili e le liste dei teste presentate dalle varie parti. Il processo è stato poi rinviato al 28 novembre.

Le accuse contro il veterinario

Le indagini, dirette dal pubblico ministero Marilù Gattelli, hanno portato alla formulazione di ben 27 capi di imputazione: oltre al maltrattamento e all’uccisione di animali, il veterinario è indagato per detenzione illegale di farmaci, smaltimento illecito di rifiuti speciali, falsificazione di libretti sanitari, frode in commercio e reati tributari. In particolare, l'accusa rileva una “totale assenza di necessità non solo terapeutica, ma anche etica, di infliggere inutile sofferenza a esemplari animali ogni qual volta un tale supplizio può essere evitato”. I clienti del veterinario “hanno optato per l'eutanasia, ritenendo così di risparmiare del dolore alla propria bestiola, eppure…” è stato “procurato al proprio amico di famiglia l'ultimo dolore, il più inutile, lungo e lancinante”. Non solo, la Procura accusa il veterinario anche di smaltimento illecito di rifiuti (nel faldone del procedimento si legge di carcasse feline ritrovate all'interno di una doccia), esercizio abusivo della professione di farmacista legato alla produzione e vendita 'sottobanco' di medicinali, ma anche della produzione di miele senza i necessari standard igienici. A questo si aggiunge l'accusa di una maxi evasione fiscale posta in essere dal veterinario dal 2014 ad oggi, quantificata in oltre un milione di euro di imposte evase, che ha portato al rinvenimento di ben 619mila euro in contanti nascosti nel garage dell'abitazione del professionista.

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