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Cmc chiede il concordato preventivo con "riserva"

Il gruppo aveva annunciato che non sarebbe stata pagata la rata dei bond in scadenza al 15 novembre

Lo slittamento degli stipendi di ottobre, poi pagati in ritardo, e la sospensione del pagamento dei bond erano segnali abbastanza chiari della situazione di Cmc, il gigante cooperativo di costruzioni ravennate - quarto gruppo italiano con circa novemila lavoratori. E proprio domenica è arrivato l'annuncio da parte del consiglio di amministrazione, che ha deciso di richiedere l'ammissione della cooperativa alla procedura di concordato preventivo con riserva. Cmc ritiene, come spiegano dalla società, che "nell'attuale frangente di tensione finanziaria di cassa, l'accesso al concordato con riserva rappresenti il percorso più efficace per porre in sicurezza il patrimonio della società e tutelare, in tal modo, tutti i portatori di interessi. Il piano concordatario, volto a conseguire il risanamento dell’esposizione debitoria delle società e il riequilibrio della propria situazione finanziaria attraverso il presumibile ricorso al concordato con continuità aziendale ex art. 186-bis L.F, è in fase di avvio di elaborazione e necessita di ulteriore tempo per essere finalizzato e formalizzato". La richiesta sarà depositata martedì al Tribunale di Ravenna. Il gruppo aveva annunciato che non sarebbe stata pagata la rata dei bond in scadenza al 15 novembre. Un avviso giunto dopo che a metà ottobre la cooperativa emiliana aveva comunicato il protrarsi del ritardo nell'incasso di sei pagamenti, per un controvalore di 108,3 milioni di euro al quale era seguito un crollo dei titoli di Cmc quotati in Lussemburgo.

Intanto due dipendenti della società sono bloccati da una settimana in Kuwait proprio per un contenzioso milionario su un appalto: il gruppo ha assicurato "che farà tutto il necessario perché i due dipendenti possano tornare in Italia nel più breve tempo possibile" e spiega che lo scorso 28 novembre i due lavoratori "sono stati immotivatamente e pretestuosamente trattenuti in arresto con l'accusa di aver trafugato alcuni macchinari, immediatamente smentita vista la non sussistenza del fatto. Dopo una notte di reclusione, questi sono stati quindi scarcerati ma restano bloccati nel Paese".

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