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Cronaca

Morto a 52 anni nel crollo della chiusa di San Bartolo: parte il processo, Inail si costituisce parte civile

Iniziate le fasi preliminari del processo: 9 gli imputati per il crollo, in 5 dovranno rispondere anche dell'accusa di omicidio colposo

Nove imputati alla sbarra nel processo partito martedì al Tribunale di Ravenna per fare chiarezza sulle cause che hanno portato al crollo della chiusa di San Bartolo in cui morì il 52enne Danilo Zavatta. Tutti gli imputati dovranno rispondere dell'accusa di crollo colposo della struttura idrica posta sul fiume Ronco, lungo la via Ravegnana, avvenuta il 25 ottobre del 2018, mentre per cinque di loro si somma l'accusa di omicidio colposo per la morte del 52enne tecnico della protezione civile regionale, che nel momento del crollo era impegnato in un sopralluogo sulla passerella della chiusa.

Nella seduta di martedì si è assistito in particolare alla richiesta dell’Inail di costituirsi parte civile nel processo, in aggiunta ai familiari della vittima, rappresentate dall'avvocato Carlo Benini. Il giudice ha infine ammesso l’Inail respingendo le richieste contrarie delle difese. Si è trattato solo della prima delle fasi preliminari del procedimento che, probabilmente, entrerà nelle fasi più delicate nel prossimo autunno, mentre la sentenza non giungerà prima del 2024. Tra gli elementi fondamentali del processo ci sarà sicuramente la perizia tecnica relativa al crollo, che si sommerò alla consulenza disposta dal Pm Lucrezia Ciriello. Secondo la Procura della Repubblica di Ravenna, infatti i progetti relativi alla struttura sarebbero stati carenti sotto diversi aspetti. Lo riferiscono le edizioni locali dei quotidiani cartacei in edicola mercoledì.

Crolla l'argine alla chiusa di San Bartolo: muore tecnico della Protezione Civile (foto di Massimo Argnani)

La tragedia

Il 25 ottobre del 2018 Danilo Zavatta si trovava sulla passerella dello sbarramento, per un sopralluogo assieme a Polizia Locale, Carabinieri Forestali e Protezione Civile al fine di verificare la corretta riparazione di un danno strutturale avvenuto il mese precedente, quando all'improvviso, sotto gli occhi di tutti i presenti, la prima campata dalla chiusa crollò a causa del cedimento dell'argine, ingoiandosi Zavatta, che morì sul colpo, travolto dalle macerie nel letto del fiume. Oltre alla tragedia dell'incidente sul lavoro, la statale 67 rimase chiusa per dieci mesi, con notevoli problemi di collegamento tra Ravenna e Forlì, e si resero necessari lavori urgenti all'argine del fiume per 3,5 milioni di euro, secondo le stime dell'epoca. I danni economici per le attività che operano lungo la Ravegnana furono ingenti e vennero decisi anche sgravi fiscali per le imprese penalizzate.

Le accuse

In particolare dovranno rispondere di omicidio colposo in cooperazione Daniele Tumidei, 62 anni di Forlì (legale rappresentante della società titolare della concessione per realizzare una centrale elettrica alla chiusa di San Bartolo, nonché legale rappresentante dell'impresa costruttrice della stessa centrale); Silvano Landi, 72 anni di Città di Castello (incaricato al controllo del cantiere); Angelo Sampieri, 79 anni di Forlì (incaricato del progetto esecutivo e della direzione lavori); Massimo Casanova, 57 anni di Sarsina (legale rappresentante di una società in subappalto); Andrea Bezzi, 64 anni di Ravenna (tecnico dell'Agenzia regionale per la protezione civile). 

Tumidei, Sampieri, Landi e Casanova, assieme a Franco Frosio, 64 anni di Brescia (redazione del progetto definitivo) dovranno rispondere anche di crollo colposo di costruzioni a causa di progetti ritenuti carenti dalla Procura della Repubblica di Ravenna, in particolare sull'aspetto dell'interferenza tra la nuova centrale elettrica e la struttura della chiusa pre-esistente, risalente a quasi un secolo prima.

Anche Bezzi, assieme a Claudio Miccoli, 68 anni di Alfonsine (dirigente dell'Agenzia regionale per la protezione civile); Davide Sormani, 53 anni di Rimini (tecnico della stessa agenzia), e Mauro Vannoni, 68 anni di Santarcangelo (dirigente dell'Area Romagna dello stesso servizio regionale) dovranno rispondere di crollo colposo, in questo caso collegato all'iter amministrativo della nuova centrale elettrica.

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