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Suono ma nessuno apre

Suono ma nessuno apre

A cura di Matteo Fabbri

Già 10 anni da 'Get Lucky' dei Daft Punk: un piccolo spartiacque del pop

“Get Lucky” si è rivelata trasversale, catturando sia i giovani (attirati anche dalla presenza di un guru del pop come Pharrell), e persone più avanti con l’età, colpite da quelle sonorità vintage e lievemente nostalgiche

È una mattina della seconda metà di aprile 2013. Come spesso accade mi sveglio all’ultimo minuto e mi fiondo subito in automobile per cercare di non tardare anche stavolta in ufficio. Il rito è sempre lo stesso: una volta chiusa la portiera, accendo subito l’autoradio. Non c’è occasione in cui succeda diversamente. Inserisco la chiave, premo sull’acceleratore, e intanto partono le prime note di quello che sembra davvero un bel pezzo. C’è tanto groove, un gran ritmo. E che melodia! Sembra proprio un brano degli Chic. Anzi, è un brano degli Chic! No, aspetta, non sono loro. Anche perché le hit principali della band capitanata da Nile Rodgers le conosco praticamente tutte.

Allora cos’è? Passano due minuti, ho il ritornello già in testa e, mentre la canzone sta sfumando, entra in maniera decisa la voce profonda dello speaker di R101, che mi avvisa: “…e questa era ‘Get Lucky’, il nuovo singolo dei Daft Punk”. Fremo (con la m, non con la n). I Daft Punk sono tra i miei idoli, esattamente come per tanti ragazzi della mia età, cresciuti con negli occhi il videoclip di “Around The World” e le prodezze elettroniche di perle come “Da Funk”, “One More Time”, “Digital Love”, “Harder, Better, Faster, Stronger” o “Robot Rock”.

Ad esaltarmi è lo stile di quella nuova canzone. E’ infatti suonata. Non troppo elettronica. O meglio, l’elettronica sembra calibrata in modo da non prevaricare sul resto. Ha tutto l’aspetto di un pezzo funky-disco di fine ‘70, periodo che amo molto, ma aggiornato con le produzioni “attuali”. Ecco perché l’ho accostato agli Chic! Arrivato in ufficio, chiedo aiuto al fidato Google, ed effettivamente scopro che il paragone non è così azzardato: tra le firme di quel brano c’è proprio Nile Rodgers, chitarrista e fondatore degli Chic, uno dei pezzi da novanta della Discomusic, grazie al suo marchio indelebile di chitarra, che lo rende riconoscibile tra un milione. Lo stesso che ricama anche questa “Get Lucky”, e che in appena tre minuti mi ha già stregato.

Insomma, ancora oggi ricordo nitidamente la prima volta in cui sentii quella melodia folgorante. E se a dieci anni di distanza mi ritrovo qui a parlarne come uno dei più grandi momenti musicali collettivi dei nostri tempi è perché questa canzone killer la ascoltava davver chiunque e ha unito proprio tutti: critica, cultori, appassionati audiofili e pubblico generalista. Di solito quando una cosa piace alla critica, non fa lo stesso effetto alla massa, e viceversa. “Get Lucky”, invece, si è rivelata trasversale, catturando sia i giovani (attirati anche dalla presenza di un guru del pop come Pharrell), e persone più avanti con l’età, colpite da quelle sonorità vintage e lievemente nostalgiche.

A questo link è possibile ascoltare il podcast Suono ma nessuno apre

L’impatto di “Get Lucky” è stato rilevante anche sulla musica intorno. Potremmo quasi dire che abbia segnato una piccola svolta nel mainstream. Sulla sua scia, infatti, nacquerò un sacco di brani-clone: pensiamo ai singoli dei DNCE, di Jason Derulo, “Pressure Off” dei redivivi Duran Duran, e tutto quel revival funky-disco del periodo 2014-2016 che, tra le altre, comprendeva “Uptown Funk” di Mark Ronson e Bruno Mars. La quale, se possibile, ha addirittura superato (in termini commerciali) la sorellastra maggiore “Get Lucky”.

Un mese dopo, nel maggio 2013, uscirà anche l’album in cui è contenuta: l’altrettanto iconico e pluripremiato “Random Access Memories”, che al suo interno annovera anche la partecipazione del gigante nostrano Giorgio Moroder. Anche il disco, quindi, compirà dieci anni nelle prossime settimane. E per l’occasione i Daft Punk (o quel che ne resta) hanno già annunciato l’uscita di una sua ristampa, con qualche chicca e materiale inedito. Ma tutto è partito da “Get Lucky”, un piccolo spartiacque del pop, in grado di unire raffinatezza e immediatezza, raggiungendo così una platea mai così diversificata. Lo si era capito subito che si trattava di un “instant classic”, che ancora oggi salutiamo al grido di “capolavoro”. Senza bisogno di ascoltarla per forza in automobile…

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