rotate-mobile
Romagna terra di grandi personaggi

Romagna terra di grandi personaggi

A cura di Lorenzo Matteucci

Pellegrino Artusi: molto più che un semplice gastronomo

Artusi raggiunse il successo con "La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene", libro che divenne uno dei più letti della sua epoca

Rari sono gli uomini che legano indissolubilmente il loro nome e la loro fama a un luogo specifico, ma Pellegrino Artusi è senza dubbio tra questi. La sua città natale, Forlimpopoli, è infatti universalmente riconosciuta con il titolo di ‘città artusiana’. Tuttavia, l’importanza di questo gastronomo è forse a volte sottovalutata. Per usare le parole di Massimo Bottura, la storia ci dice apertamente che “l’Artusi ci ha aperto la strada per conoscere noi stessi e la nostra nazione, un cucchiaio alla volta”.

L’affermazione precedente è tanto più vera se si parla della Romagna, territorio al quale la vicenda umana di Artusi è legata a doppia mandata (anche se trascorse molti anni della sua vita in Toscana). Un primo episodio significativo nella vita di Pellegrino risale al 1851, quando l’autore era trentenne: il 25 gennaio di quell’anno, infatti, il famigerato Passatore - personaggio folkloristico della Romagna per antonomasia - fece irruzione a Forlimpopoli, entrando anche nella casa degli Artusi. A seguito di questa disavventura, una delle sorelle di Pellegrino impazzì per lo shock e l’intera famiglia si trasferì a Firenze. Nel capoluogo toscano, Pellegrino si dedicò al commercio e alla scrittura e diede alle stampe due volumi, che rispecchiano a pieno i suoi interessi letterari: si tratta della Vita di Ugo Foscolo (del 1878) e delle Osservazioni in appendice a trenta lettere di Giuseppe Giusti (del 1881). Entrambi, però, non gli fruttarono molta fama.

Il successo arrivò infatti solo successivamente, grazie all’opera che è ancora oggi un caposaldo della cultura gastronomica italiana: La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene, dato alle stampe nel 1891. Almeno agli inizi, però, anche la popolarità di quest’ultimo volume stentò a ‘decollare’, tanto che Artusi stesso, nell’introduzione all’edizione del 1902, inquadrò la vicenda definendola “storia di un libro che rassomiglia alla storia della Cenerentola”. Alcuni anni dopo, le edizioni di quello che era ormai universalmente noto semplicemente come “l’Artusi” erano già 32 e il libro era entrato nelle case dei romagnoli e degli italiani, risultando uno dei tre più letti insieme a I promessi sposi di Manzoni e a Pinocchio di Collodi… Insomma, molto più che un semplice manuale di cucina!

Si parla di

Pellegrino Artusi: molto più che un semplice gastronomo

RavennaToday è in caricamento