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Venerdì, 26 Aprile 2024
Romagna terra di grandi personaggi

Romagna terra di grandi personaggi

A cura di Lorenzo Matteucci

Silvio Zavatti: un romagnolo ai Poli

Dall'Artide all'Antartide: il nome di Silvio Zavatti è legato inscindibilmente all’Istituto Geografico Polare da lui fondato

Il nome di Silvio Zavatti, oggi, è legato inscindibilmente a quell’Istituto Geografico Polare da lui fondato nel 1944. Sì, perché Zavatti, forlivese classe 1917, è stato docente, geografo e scrittore, ma soprattutto - e instancabilmente - esploratore e avventuriero. Zavatti svolge gli studi presso l’Istituto navale di Ancona, conseguendo nel 1937 il brevetto di capitano di lungo corso, ruolo che ricopre su una nave inglese. È in quel periodo che, solcando le acque dell’oceano Indiano, intravede per la prima volta gli iceberg e quelle “tempeste, nebbie, visioni infernali, ghiacci”, che fino ad allora ha potuto soltanto sognare, nutrendosi di letture come i romanzi di Verne e Salgari e il Giornale illustrato dei viaggi e delle avventure di terra e di mare. Il suo desiderio di avventura e scoperta, tuttavia, è ostacolato dallo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, in seguito alla quale, rientrato a Forlì, svolge attività politica ma soprattutto di ricerca scientifica. 

Al 1944 risale la fondazione dell’Istituto Geografico Polare, con sede dapprima nella stessa Forlì e in seguito nelle Marche, dopo il trasferimento di Zavatti nella regione adriatica. In quegli anni, Zavatti ha finalmente l’occasione e le energie per coronare il suo sogno: scrivere, certamente, ma in maniera “errante”, traendo continua ispirazione dai viaggi e dalle avventure vissute in prima persona.

Nel 1959 è in Antartide, precisamente all’Isola di Bouvet, dove trova tutto quello che ha sempre desiderato di poter ‘assaporare’ direttamente, tanto che gli pare di essere “come in un film meraviglioso”. Nel 1961 è dall’altra parte del globo, nell’Artide Canadese, dove osserva e registra scrupolosamente, con sguardo antropologico ed etnografico, le tradizioni delle popolazioni eschimesi locali. Nel 1962 lo troviamo in Lapponia, nelle terre del popolo Sami, oltre il Circolo Polare Artico, mentre l’anno successivo si spinge fino in Groenlandia, dove può osservare, estasiato, “una meravigliosa aurora boreale”.

Le ultime due spedizioni - entrambe nell’Artide Canadese - sono datate 1967 e 1969, quando Zavatti percorre ben 22.000 chilometri! Tutto ciò che Zavatti può aver annotato, compreso, osservato, probabilmente è contenuto in uno dei numerosissimi articoli o libri (migliaia, in tutto) che l’esploratore ci ha lasciato come testimonianza di una vita spesa all’insegna della curiosità e alla ricerca costante del bene più prezioso: la conoscenza.

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